Summa Teologica - I

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Articolo 5 - Se gli angeli siano incorruttibili

Supra, q. 9, a. 2; In 2 Sent., d. 7, q. 1, a. 1; C. G., II, c. 55; De Pot., q. 5, a. 3; Comp. Theol., c. 74

Pare che gli angeli non siano incorruttibili.

Infatti:

1. Dice il Damasceno [ De fide orth. 2,3 ] che l'angelo è « una sostanza intellettuale immortale per grazia e non per natura ».

2. Platone scrive nel Timeo [ 13 ]: « O dèi, figli di dèi, io sono a un tempo vostro artefice e padre.

Voi siete opera mia, naturalmente dissolubili, ma indissolubili per mia volontà ».

Ora, qui il termine dèi non può designare altro che gli angeli.

Quindi gli angeli sono per natura corruttibili.

3. Secondo S. Gregorio [ Mor. 16,37 ] « tutte le cose cadrebbero nel nulla se la mano dell'Onnipotente non le conservasse ».

Ma tutto ciò che può cadere nel nulla è corruttibile.

Quindi gli angeli, che sono opera di Dio, hanno una natura corruttibile.

In contrario:

Dionigi [ De div. nom. 4 ] insegna che le sostanze intellettuali « hanno una vita indefettibile, essendo immuni dalla corruzione universale, dalla morte, dalla materia e dalla generazione ».

Dimostrazione:

Si deve necessariamente affermare che gli angeli sono per natura incorruttibili.

E la ragione è questa: nulla si corrompe se non perché la sua forma si separa dalla materia: essendo quindi l'angelo la stessa forma sussistente, come si è già dimostrato [ a. 2 ], è impossibile che la sua sostanza sia corruttibile.

Infatti ciò che conviene a una cosa per essenza non può mai esserne separato, mentre se le conviene in forza di altri motivi può esserne separato togliendo la causa per cui le conveniva.

La rotondità, p. es., non potrà mai essere separata dal cerchio, poiché gli appartiene per essenza; invece un cerchio di bronzo può perdere la rotondità se la forma circolare si separa dal bronzo.

Ora, l'essere appartiene per essenza alla forma: ogni essere, infatti, esiste attualmente in quanto ha una forma.

La materia invece non esiste attualmente se non in forza della forma.

Quindi ciò che è composto di materia e di forma cessa di esistere attualmente quando la forma si separa dalla materia.

Se invece la forma sussiste nel proprio essere, come avviene per gli angeli nel modo già indicato [ a. 2 ], essa non può perdere l'essere.

Perciò la stessa immaterialità dell'angelo è la ragione per cui il medesimo è naturalmente incorruttibile.

E possiamo trovare un segno di questa incorruttibilità nell'operazione intellettiva dell'angelo.

Ogni cosa infatti agisce nella misura della propria attualità: quindi l'operazione manifesta il modo di essere dell'agente.

Ora, la specie e la natura di un'operazione vengono desunte dal suo oggetto.

Ma l'oggetto proprio dell'operazione intellettiva è sempiterno, essendo al disopra del tempo.

Quindi ogni sostanza intellettuale è per sua natura incorruttibile.

Analisi delle obiezioni:

1. Il Damasceno parla dell'immortalità perfetta, che include l'immutabilità nel senso più assoluto: infatti, al dire di S. Agostino [ Contra Maxim. 2,12 ], « ogni mutamento è una specie di morte ».

Ora gli angeli, come vedremo in seguito [ q. 62, aa. 2,8 ], possono raggiungere tale immutabilità solo per mezzo della grazia.

2. Platone chiama dèi i corpi celesti, che egli riteneva fossero composti di elementi, e quindi essenzialmente corruttibili, per quanto conservati sempre nell'essere dalla volontà divina.

3. Come si è visto in precedenza [ q. 44, a. 1, ad 2 ], vi sono delle realtà necessarie la cui necessità ha una causa.

Non ripugna quindi né alle realtà necessarie né a quelle incorruttibili che il loro essere dipenda dalla causalità di un altro.

Quindi dall'affermazione che tutte le cose e gli stessi angeli cadrebbero nel nulla se non fossero conservati da Dio non segue che negli angeli ci debba essere un principio di corruzione, ma soltanto che l'essere degli angeli dipende dalla causalità di Dio.

Ora, una cosa è detta corruttibile non perché Dio potrebbe annientarla sottraendole la sua conservazione, ma perché ha in se stessa un principio di corruzione, come sarebbe la contrarietà degli elementi, o anche solo la potenzialità della materia.

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