Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se le creature corporee provengano da Dio

De Pot., q. 3, a. 6; Expos. in Decal., a. 1

Pare che i corpi non provengano da Dio.

Infatti:

1. Leggiamo nell'Ecclesiaste [ Qo 3,14 ]: « Riconosco che qualunque cosa Dio fa, dura in perpetuo ».

Ora, i corpi visibili non hanno questa durata eterna, come dice S. Paolo [ 2 Cor 4,18 ]: « Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne ».

Quindi Dio non fece i corpi visibili.

2. Sta scritto nella Genesi [ Gen 1,31 ]: « Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona ».

Ora, le creature materiali sono cattive, poiché le troviamo spesso nocive, come nel caso di molti serpenti, della calura del sole e di altre simili cose; e noi chiamiamo male ciò che nuoce [ cf. q. 48, a. 5, s. c. ].

Quindi i corpi non sono da Dio.

3. Ciò che viene da Dio non ci allontana da lui, ma piuttosto ci porta a lui.

Invece le creature materiali distolgono da Dio, come dice l'Apostolo [ 2 Cor 4,18 ]: « Non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili ».

Quindi i corpi non provengono da Dio.

In contrario:

Sta scritto nei Salmi [ Sal 146,6 ]: « [ Dio ] è creatore del cielo e della terra, del mare e di quanto contiene ».

Dimostrazione:

Secondo la tesi di certi eretici, tutto questo mondo visibile non fu creato dal Dio buono, ma da un primo essere malvagio.

Ed essi fondano il loro errore sulla parola dell'Apostolo [ 2 Cor 4,4 ]: « Il dio di questo mondo ha accecato la loro mente incredula ».

Ma una tale posizione è assolutamente insostenibile, perché se più elementi formano un'unità è necessario assegnare la causa di tale unione, non potendosi ammettere che enti diversi si uniscano da se stessi.

Quindi tutte le volte che si riscontra un qualcosa di unico in enti diversi è necessario che essi lo ricevano da qualche causa: come se dei corpi diversi sono riscaldati, vuol dire che quel calore lo ricevono dal fuoco.

Ora, ciò che noi chiamiamo essere lo ritroviamo in tutte le cose, per quanto diverse esse siano.

Bisognerà dunque ammettere un principio unico, produttivo di questo essere, da cui lo ricevano tutte le cose che esistono, in qualunque modo esse esistano, sia nell'ordine invisibile e spirituale che in quello visibile e materiale.

- Il diavolo poi viene chiamato dio di questo mondo non in ragione della creazione, ma perché coloro che vivono mondanamente gli sono servi.

Come si esprime l'Apostolo quando dice che [ Fil 3,19 ] « il loro dio è il ventre ».

Analisi delle obiezioni:

1. Tutte le creature di Dio hanno sotto un certo aspetto una durata eterna, almeno dalla parte della materia, dato che non verranno mai annientate, neppure quelle soggette a corruzione.

Si noti però che quanto più esse si avvicinano a Dio, il quale è assolutamente immutabile, tanto maggiormente sono immutabili.

Infatti quelle corruttibili rimangono in perpetuo quanto alla materia, mutano però quanto alla forma sostanziale.

Invece le creature incorruttibili sono permanenti quanto alla loro sostanza, mentre sono mutevoli sotto altri aspetti: i corpi celesti, p. es., mutano di posizione, e gli enti spirituali mutano nei loro pensieri.

- La frase dell'Apostolo poi: « Le cose visibili sono di un momento », è certamente vera se si riferisce alle cose considerate in se stesse, poiché ogni creatura visibile è soggetta al corso del tempo, per il suo essere o per le sue operazioni, tuttavia l'Apostolo intende parlare delle realtà visibili in quanto sono dei beni umani.

Infatti i beni dell'uomo che si concretano in queste realtà visibili passano col tempo, mentre quelli che consistono nelle realtà invisibili restano in eterno.

Per cui anche sopra [ 2 Cor 4,17 ] aveva detto: « Ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria ».

2. Le creature materiali sono buone per loro natura di una bontà non universale, ma parziale e ristretta.

Dal che deriva in esse una reciproca contrarietà, in quanto l'una contrasta con l'altra, sebbene le une e le altre siano buone.

- Alcuni invece, giudicando le cose non dalla loro natura, ma dal proprio tornaconto, stimano essenzialmente cattivo ciò che è per essi nocivo, non considerando che quanto nuoce sotto un certo aspetto è utile ad essi o ad altri sotto un diverso punto di vista.

Il che non avverrebbe se i corpi fossero cattivi e nocivi per natura.

3. Le creature di per sé non ci allontanano da Dio, ma ci portano a lui, poiché [ Rm 1,20 ] « le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute ».

Se invece ci distolgono da Dio, è per colpa di coloro che ne usano stoltamente.

Per cui sta scritto [ Sap 14,11 ]: « Le creature di Dio sono divenute un laccio per i piedi degli stolti ».

- E il fatto stesso che distolgano da Dio attesta che provengono da lui, poiché non svierebbero da lui gli stolti se non li lusingassero con qualche lato buono, che posseggono e che ricevono da Dio.

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