Summa Teologica - I

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Articolo 3 - Se gli uomini nello stato di innocenza sarebbero stati tutti uguali

Pare che nello stato di innocenza gli uomini sarebbero stati tutti uguali.

Infatti:

1. Dice S. Gregorio [ Mor. 21,15 ] che « se non pecchiamo siamo tutti uguali ».

Ma nello stato di innocenza non esisteva reato alcuno.

Quindi gli uomini erano tutti uguali.

2. La somiglianza e l'uguaglianza sono motivi di amore scambievole, secondo l'affermazione della Scrittura [ Sir 13,15 ]: « Ogni creatura vivente ama il suo simile, ogni uomo il suo vicino ».

Ma nello stato di innocenza abbondava fra gli uomini l'amore, che è il vincolo della pace.

Quindi essi allora sarebbero stati tutti uguali.

3. Eliminata la causa si elimina anche l'effetto.

Ma le cause dell'attuale disuguaglianza tra gli uomini paiono essere dalla parte di Dio il fatto che a motivo dei meriti alcuni sono premiati e altri puniti, dalla parte della natura invece il fatto che a motivo di certe infermità naturali alcuni nascono deboli e difettosi, mentre altri nascono forti e perfetti.

Tutte cose che non potevano avvenire nello stato di innocenza.

In contrario:

Sta scritto [ Rm 13,1 ]: « Le cose che sono da Dio sono bene ordinate ».

Ma pare che l'ordine debba consistere soprattutto nella disuguaglianza: infatti S. Agostino [ De civ. Dei 19,13 ] scrive: « L'ordine è una disposizione di cose uguali e diverse, che assegna il suo posto a ciascuna ».

Quindi nello stato primitivo, che doveva essere ordinatissimo, non sarebbe mancata la disuguaglianza.

Dimostrazione:

Bisogna riconoscere che nello stato primitivo ci sarebbero state delle disuguaglianze, almeno per il sesso, non essendo possibile la generazione senza la diversità di sesso.

- E lo stesso si dica dell'età: poiché gli uni sarebbero nati dagli altri, e quelli che si univano non erano sterili.

Ma anche quanto alle anime ci sarebbe stata diversità, sia per la santità che per la scienza.

L'uomo infatti è mosso a operare non da una qualche necessità, ma dal libero arbitrio; e da ciò deriva la possibilità di applicare l'animo di più o di meno nel fare, nel volere o nel conoscere.

Quindi alcuni sarebbero progrediti più di altri nella santità e nella scienza.

E vi poteva essere disuguaglianza anche riguardo al corpo.

Infatti il corpo umano non era del tutto esente dalle leggi di natura, così da non essere più o meno agevolato e aiutato dagli agenti esterni: poiché anche i primi uomini avrebbero sostentato la loro vita con il cibo.

Nulla perciò proibisce di pensare che alcuni, a differenza di altri, sarebbero nati più robusti, più alti e più belli, e di migliore complessione, a causa della diversità del clima e della diversa posizione degli astri.

Tuttavia nei meno dotati non ci sarebbe stato né difetto né colpa, né nell'anima né nel corpo.

Analisi delle obiezioni:

1. Con quelle parole S. Gregorio intende escludere la disuguaglianza dovuta al peccato, dal quale deriva come castigo che alcuni sono costretti a stare sottoposti ad altri.

2. L'uguaglianza è causa della conformità nell'amore reciproco.

Tuttavia tra persone non uguali ci può essere un amore più grande che tra uguali, anche se tale amore non trova un'uguale corrispondenza.

Infatti il padre di per sé ama naturalmente il figlio più di quanto il fratello non ami il fratello, sebbene il figlio non ami a sua volta il padre con la stessa intensità.

3. Dalla parte di Dio poteva sussistere una causa di disuguaglianza non a motivo di una punizione o di un premio, ma in vista dell'elevazione più o meno sublime di alcuni, affinché nel mondo umano risplendesse maggiormente la bellezza dell'ordine.

E anche dalla parte della natura poteva risultare una disuguaglianza nel modo indicato [ nel corpo ] senza alcun difetto di natura.

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