Summa Teologica - I

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Articolo 1 - Se l'uomo nello stato di innocenza fosse immortale

Supra, q. 76, a. 5, ad 1; In 2 Sent., d. 19, aa. 2, 4; In 4 Sent., d. 44, q. 3, a. 1, sol. 2; De Verit., q. 24, a. 9; De Malo, q. 5, a. 5; Comp. Theol., c. 152; In Rom., c. 5, lect. 3

Pare che l'uomo nello stato di innocenza non fosse immortale.

Infatti:

1. Il termine « mortale » entra nella definizione dell'uomo.

Ma se si toglie la definizione scompare anche il definito.

Quindi se l'uomo esisteva non poteva essere immortale.

2. « Corruttibile e incorruttibile differiscono nel genere », come insegna Aristotele [ Met. 10,10 ].

Ma tra cose di genere diverso non si può verificare il passaggio dall'una all'altra.

Se quindi il primo uomo fosse stato incorruttibile, l'uomo non potrebbe ora essere corruttibile.

3. Se l'uomo nello stato di innocenza era immortale, lo era o per natura o per grazia.

Ma non lo era per natura, poiché essendo rimasta la natura identica nella specie, anche ora sarebbe immortale.

E non lo era neppure per grazia, poiché il primo uomo ricuperò la grazia con la penitenza, come sappiamo dalla Scrittura [ Sap 10,2 ]: Dio « lo liberò dalla sua caduta »; quindi avrebbe ricuperato anche l'immortalità: cosa evidentemente falsa.

Dunque nello stato di innocenza l'uomo non era immortale.

4. L'immortalità viene promessa all'uomo come premio, secondo quel passo della Scrittura [ Ap 21,4 ]: « Non ci sarà più la morte ».

Ora, l'uomo non fu creato nello stato di premio, ma in condizione di meritarlo.

Quindi nello stato di innocenza l'uomo non era immortale.

In contrario:

Sta scritto [ Rm 5,12 ]: « Col peccato entrò la morte nel mondo ».

Quindi nello stato di innocenza l'uomo era immortale.

Dimostrazione:

Una cosa può essere incorruttibile in tre modi.

Primo, a motivo della materia: e cioè o perché è immateriale, come gli angeli, oppure perché ha una materia che è in potenza a una sola forma, come i corpi celesti.

E un essere in queste condizioni è incorruttibile per natura.

- Secondo, l'incorruttibilità può dipendere dalla forma: quando cioè una cosa corruttibile per natura acquista disposizioni tali per cui viene totalmente immunizzata dalla corruzione.

E un simile essere è detto incorruttibile secondo la gloria: ed è quanto afferma S. Agostino [ Epist. 118,3 ] là dove scrive che « Dio conferì all'anima una natura così potente da far rifluire sul corpo, dalla propria beatitudine, la pienezza della salute, cioè il vigore dell'incorruttibilità ».

- Terzo, una cosa può essere incorruttibile in forza della causa efficiente.

E questo è il modo in cui l'uomo sarebbe stato incorruttibile e immortale nello stato di innocenza.

Scrive infatti S. Agostino [ De quaest. Vet. et Novi Test. 19 ]: « Dio fece l'uomo in modo che potesse godere l'immortalità fino a che non avesse peccato; cosicché egli stesso doveva essere l'artefice o della sua vita o della sua morte ».

Il suo corpo quindi non era indissolubile in forza di un suo intrinseco vigore di immortalità, ma vi era nell'anima una virtù conferita soprannaturalmente da Dio con la quale l'anima poteva preservare il corpo immune da ogni corruzione, finché essa stessa fosse rimasta sottoposta a Dio.

E la cosa era ragionevole.

Come infatti l'anima trascende i limiti della materia corporea, così era conveniente che le fosse conferita inizialmente, per conservare il corpo, una virtù che trascendeva le capacità naturali della materia corporea.

Analisi delle obiezioni:

1, 2. Le prime due obiezioni varrebbero se si trattasse di un essere incorruttibile e immortale per natura.

3. La virtù che preservava il corpo dalla corruzione non era naturale per l'anima umana, ma era un dono di grazia.

E sebbene l'uomo abbia ricuperato la grazia, tale ricupero fu sufficiente a rimettere il peccato e a meritare la gloria, ma non a riottenere l'immortalità perduta.

Una tale opera infatti era riservata a Cristo il quale, come vedremo [ III, q. 14, a. 4, ad 1 ], doveva riparare in meglio i difetti della natura.

4. L'immortalità della gloria, che ci è promessa in premio, differisce dall'immortalità conferita all'uomo nello stato di innocenza.

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