Summa Teologica - I

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Articolo 6 - Se Dio possa compiere qualcosa fuori dell'ordine stabilito nel creato

Infra, q. 106, a. 3; C. G., III, cc. 98, 99; De Pot., q. 6, a. 1; Comp. Theol., c. 136

Pare che Dio non possa compiere nulla fuori dell'ordine stabilito nel creato.

Infatti:

1. Dice S. Agostino [ Contra Faustum 26,3 ]: « Dio, fondatore e creatore di tutte le nature, non fa nulla contro la natura ».

Ma ciò che è al di fuori dell'ordine stabilito naturalmente nel creato pare essere contro la natura.

Quindi Dio non può fare nulla fuori dell'ordine stabilito nel creato.

2. L'ordine della natura procede da Dio come l'ordine della giustizia.

Ma Dio non può fare nulla fuori dell'ordine della giustizia, perché in tal caso commetterebbe un'ingiustizia.

Quindi neppure può fare qualcosa fuori dell'ordine della natura.

3. L'ordine della natura l'ha stabilito Dio.

Se dunque Dio facesse qualcosa fuori di quest'ordine, si mostrerebbe mutevole.

Ma ciò è inammissibile.

In contrario:

S. Agostino [ Contra Faustum 26,3 ] insegna che « Dio talvolta opera contro il corso consueto della natura ».

Dimostrazione:

Ogni causa determina un certo ordine nei suoi effetti: poiché ogni causa ha ragione di principio.

Quindi vi saranno tanti ordini quante sono le cause, e un ordine sarà contenuto nell'altro come una causa è subordinata all'altra.

Per conseguenza una causa superiore non rientra nell'ordine di una causa inferiore, ma accadrà invece il contrario.

E di ciò abbiamo un esempio evidente nei rapporti umani: infatti dal capo di famiglia dipende l'ordinamento della casa, che è contenuto sotto l'ordinamento della città, il quale dipende dal governatore, che a sua volta sta sotto l'ordine del re, dal quale deriva l'ordinamento di tutto il regno.

Se si considera perciò l'ordine delle cose in quanto dipende dalla prima causa, allora Dio non può fare nulla fuori di esso: poiché se così agisse andrebbe contro la sua prescienza, volontà e bontà.

- Se si considera invece l'ordine delle cose come dipendente da una qualsiasi causa seconda, allora Dio può operare fuori dell'ordine stabilito.

Poiché non lui è soggetto all'ordine delle cause seconde, ma tale ordine è a lui soggetto, essendo derivato da lui non per necessità di natura, ma per libera volontà: Dio infatti avrebbe potuto benissimo stabilire anche un altro ordine del creato.

Per conseguenza egli può operare, quando vuole, fuori di esso, o producendo gli effetti delle cause seconde senza di esse, o producendone altri che sorpassano le loro capacità.

E in questo senso S. Agostino [ Contra Faustum 26,3 ] scrive che « Dio opera contro il corso consueto della natura, ma non fa assolutamente nulla contro la legge suprema, come non fa nulla contro se stesso ».

Analisi delle obiezioni:

1. Un fatto può verificarsi nelle cose fuori della loro natura in due modi.

Primo, per opera di una causa dalla quale non dipende l'inclinazione naturale dell'essere sul quale essa agisce, come quando un uomo spinge verso l'alto un corpo grave, che da altre cause ha ricevuto l'inclinazione verso il basso: e allora abbiamo un fatto contro natura.

Secondo, per influsso della causa da cui dipende l'azione naturale della cosa.

E in questo caso il fatto non è contro natura: come appare chiaramente nel flusso e riflusso del mare, movimento che, sebbene sia estraneo all'inclinazione dell'acqua, a cui è connaturale il muoversi verso il basso, non può tuttavia dirsi contro natura: proviene infatti dall'influsso di un corpo celeste, dal quale dipende l'inclinazione naturale dei corpi inferiori.

- Ora, siccome l'ordine naturale è stato posto nelle cose da Dio, ciò che egli opera fuori di quest'ordine non è contro natura.

« Per ogni essere », dice perciò S. Agostino [ Contra Faustum 26,3 ], « è naturale tutto ciò che è fatto da colui dal quale deriva ogni misura, numero e ordine della natura ».

2. L'ordine della giustizia dice [ immediata ] relazione alla causa prima, che è la regola di ogni giustizia.

Quindi Dio non può fare nulla contro tale ordine.

3. Dio ha impresso un ordine stabile nelle creature, in modo però da riservarsi una motivata libertà di agire altrimenti.

Egli perciò non muta quando opera qualcosa al di fuori di tale ordine.

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