Summa Teologica - I

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Articolo 7 - Se tutte le opere compiute da Dio fuori dell'ordine naturale delle cose siano miracoli

In 2 Sent., d. 18, q. 1, a. 3; C. G., III, c. 101; De Pot., q. 6, a. 2; In 2 Thess., c. 2, lect. 2

Pare che non tutte le opere compiute da Dio fuori dell'ordine naturale delle cose siano miracoli.

Infatti:

1. La creazione del mondo e quella delle anime, come pure la giustificazione del peccatore, sono opere compiute da Dio al di fuori dell'ordine naturale: poiché non vi è in esse intervento di cause naturali.

E tuttavia non sono chiamate miracoli.

Quindi non tutte le opere compiute da Dio fuori dell'ordine naturale sono miracoli.

2. Si dice miracolo [ cf. Agost., De util. cred. 16 ] « un fatto arduo e insolito che si verifica al di là delle forze della natura e al di là dell'aspettativa o speranza degli uomini, generando perciò meraviglia ».

Ora, vi sono dei fatti che escono dall'ordine della natura e tuttavia non sono ardui: poiché avvengono in cose minime, come la rifioritura delle gemme o la guarigione dei malati.

- E neppure sono insoliti: poiché avvengono con frequenza, come accadeva con i malati che venivano collocati nelle piazze per essere risanati dall'ombra di Pietro.

- E non superano le forze della natura: come le guarigioni dalle febbri.

- E neppure superano l'aspettativa: tutti, p. es., speriamo nella risurrezione dei morti, sebbene debba avvenire fuori dell'ordine della natura.

Quindi non tutti i fatti che superano l'ordine della natura sono miracoli.

3. La parola miracolo deriva da meraviglia.

Ma la meraviglia deriva da fatti sensibili.

Invece talora capitano dei fatti che, pur accadendo al di fuori dell'ordine della natura, non sono tuttavia sensibili: come quando gli Apostoli divennero dotti all'istante, senza studio e senza insegnamento.

Quindi non tutti i fatti che sorpassano i limiti delle forze naturali sono miracoli.

In contrario:

Afferma S. Agostino [ Contra Faustum 26,3 ] che « quando Dio opera contro il corso consueto della natura a noi noto, i fatti così prodotti vengono chiamati fatti sorprendenti, o meraviglie ».

Dimostrazione:

La parola miracolo deriva da meraviglia.

E la meraviglia sorge dinanzi a effetti evidenti le cui cause rimangono occulte: così capita di meravigliarsi a chi vede un'eclisse di sole e ne ignora la causa, come fa osservare Aristotele [ Met. 1,2 ].

Può darsi però che la causa di un fatto sia nota a qualcuno pur rimanendo occulta ad altri.

Allora il fatto può riuscire meraviglioso per alcuni, ma non per tutti: come di un'eclisse di sole resta meravigliato l'ignorante, ma non l'astronomo.

Il miracolo è invece un fatto totalmente meraviglioso, poiché ha una causa veramente occulta per tutti.

E tale causa è Dio.

Quindi le opere compiute da Dio fuori dell'ordine delle cause da noi conosciute vengono dette miracoli.

Analisi delle obiezioni:

1. Sebbene la creazione e la giustificazione del peccatore siano opere compiute soltanto da Dio tuttavia, a rigore di termini, non vengono dette miracoli.

Esse infatti per natura non possono avere altre cause: quindi non avvengono mai fuori dell'ordine della natura, dato che non vi appartengono.

2. Il miracolo viene detto arduo non per l'importanza della realtà in cui avviene, ma perché supera le forze della natura.

- E così viene detto insolito non perché non avvenga di frequente, ma perché è fuori del consueto ordine naturale.

- Si dice inoltre che un'opera sorpassa le forze della natura non soltanto per la sostanza del fatto, ma anche per il modo e l'ordine della sua produzione.

- Si dice poi che il miracolo supera la speranza, ma quella della natura, non quella della grazia, che scaturisce dalla fede e ci fa credere nella risurrezione futura.

3. Sebbene la scienza degli Apostoli non fosse una cosa evidente in se stessa, lo era tuttavia nei suoi effetti, mediante i quali destava meraviglia.

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