Summa Teologica - I

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Articolo 4 - Se l'angelo custode sia assegnato a tutti gli uomini

In 2 Sent., d. 11, q. 1, a. 3

Pare che l'angelo custode non sia assegnato a tutti gli uomini.

Infatti:

1. Di Cristo è detto [ Fil 2,7 ] che « divenendo simile agli uomini apparve in forma umana ».

Ora, se fosse vero che l'angelo custode è assegnato a tutti gli uomini, avrebbe avuto l'angelo custode anche Cristo.

Ma ciò non si può ammettere, essendo Cristo superiore a tutti gli angeli.

Quindi l'angelo custode non è assegnato a tutti gli uomini.

2. Il primo di tutti gli uomini fu Adamo.

Ma a lui non era necessario l'angelo custode, per lo meno nello stato d'innocenza, poiché allora egli non era minacciato da alcun pericolo.

Quindi non a tutti gli uomini viene dato un angelo preposto alla custodia.

3. Gli uomini vengono affidati alla custodia degli angeli per essere condotti alla vita eterna, per essere stimolati al bene e per essere premuniti contro gli assalti dei demoni.

Ma i prescìti alla dannazione non giungeranno mai alla vita eterna.

Gli infedeli poi, sebbene talvolta compiano opere buone, tuttavia non le compiono mai bene, poiché non le compiono con retta intenzione: infatti, stando all'insegnamento di S. Agostino [ Enarr. in Ps. 32,2 ], è « la fede che fa retta l'intenzione ».

E S. Paolo [ 2 Ts 2,9 ] scrive che la venuta dell'Anticristo « avverrà nella potenza di Satana ».

Quindi non tutti gli uomini godono della custodia degli angeli.

In contrario:

Sta il testo già citato di S. Girolamo [ a. 2, s.c. ], il quale afferma che « ciascun'anima ha un angelo deputato alla sua custodia ».

Dimostrazione:

Finché vive in questo mondo l'uomo si trova come su una strada che deve condurlo alla patria.

Ma lungo tale strada molti pericoli incombono su di lui, sia dall'interno che dall'esterno, come dice il Salmista [ Sal 142,4 ]: « Nel sentiero dove cammino mi hanno teso un laccio ».

Quindi, come si dà una scorta alle persone che devono transitare per strade malsicure, così si dà un angelo custode a ogni uomo, finché dura il suo stato di viatore.

Quando invece sarà giunto al termine della strada, allora l'uomo non avrà più un angelo custode, ma avrà in cielo un angelo conregnante, o nell'inferno un demonio tormentatore.

Analisi delle obiezioni:

1. Cristo, in quanto uomo, era governato immediatamente dal Verbo di Dio, perciò non aveva bisogno della custodia degli angeli.

Inoltre, pur essendo ancora viatore a causa della passibilità del corpo, con l'anima era già comprensore.

Anche per questo motivo dunque a lui non conveniva la sorveglianza di un angelo custode, quasi fosse a lui superiore, ma piuttosto il ministero degli angeli, a lui inferiori.

Infatti leggiamo in S. Matteo [ Mt 4,11 ] che « angeli gli si accostarono e lo servivano ».

2. Nello stato di innocenza l'uomo non correva alcun pericolo dall'interno, poiché all'interno tutto era ordinato in lui, come si è visto [ q. 95, aa. 1,3 ].

Però gli sovrastavano pericoli dall'esterno per le insidie dei demoni, come provarono gli eventi.

Quindi aveva bisogno della custodia degli angeli.

3. I prescìti, gli infedeli e l'Anticristo, come non sono privati dell'aiuto interno della ragione naturale, così non sono neppure privati dell'aiuto esterno concesso da Dio a tutto il genere umano, e cioè della custodia da parte degli angeli.

E sebbene non ne ricevano un aiuto al punto di meritare la vita eterna con le buone opere, tuttavia sono in tal modo portati a evitare dei mali con i quali potrebbero danneggiare se stessi e gli altri.

Infatti perfino gli stessi demoni sono tenuti a freno dagli angeli buoni, affinché non arrechino tutto il danno che vorrebbero.

E così pure l'Anticristo non potrà nuocere quanto vorrebbe.

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