Summa Teologica - I-II

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V - Il « De lege nova » in rapporto agli altri trattati della Somma Teologica

15 - Nelle introduzioni e nelle note dei volumi precedenti più volte abbiamo sottolineato il fatto che S. Tommaso nella Somma non ha inteso costruire dei trattati monografici completi, cercando principalmente l'armonia di una sintesi generale del pensiero teologico.

Per tale motivo non possiamo illuderci di vedere racchiuso il trattato De lege nova nelle tre questioni che precedono il De Gratia.

Per una monografia sull'argomento dovremmo dirottare verso il nostro piccolo trattato parecchie pericopi della Somma, sconvolgendo quasi tutto il piano dell'Opera.

Dalla Prima Parte dovremmo prelevare innanzi tutto gran parte della q. 43, riguardante la missione delle Persone divine; perché l'elemento precipuo della legge nuova consiste nella grazia divina, che deriva in noi dall' inabitazione della SS. Trinità.

Per questo stesso motivo bisogna tener presente quanto l'Autore insegna a proposito dell'immagine di Dio nell'uomo ( q. 93 ): Quello che nel caso più interessa è l' imago recreationis ( q. 93, a. 4 ).

Ma procedendo su questo terreno sarebbe facile dimostrare la connessione di tale immagine con la personale imitazione di Cristo: imitazione sostanziale mediante l' infusione della grazia; imitazione accidentale mediante l'accettazione della sua dottrina e l'esercizio effettivo delle virtù cristiane.

In tale studio non si potrebbe fare a meno di gettare uno sguardo sull'uomo nello stato d' innocenza, specialmente per quanto riguarda la vita soprannaturale ( q. 95 ), e i rapporti di reciproca subordinazione ( q. 96 ), che neppure allora dovevano mancare.

16 - Passando alla Seconda Parte i legami si moltiplicano quasi con tutti i trattati.

Infatti la beatitudine non è raggiungibile senza l'agire umano virtuoso e meritorio, compiuto cioè a norma della legge.

E questo « non per l'insufficienza della virtù divina a rendere beati, ma per rispettare l'origine delle cose » ( I-II, q. 5, a. 7 ).

In quest'ordine si vede come l'opera buona del giusto è più dettata da un'esigenza ontologica, che da una disposizione volontaria e razionale estrinseca.

Per definire la bontà degli atti umani, vediamo che S. Tommaso ricorre espressamente alla legge, sia pure nella sua più alta accezione, la legge eterna, che però viene a noi partecipata mediante la creazione e la rivelazione ( q. 19, a. 4, ad 3 ).

In questa introduzione abbiamo già parlato della funzione che l'amore esercita nel liberare l'uomo dalla schiavitù della legge; ma per approfondire l'argomento bisogna tener presente quanto l'Autore insegna a proposito dell'amore ( qq. 26-28 ).

Nel trattato generale degli abiti non si può trascurare quanto si dice a proposito degli abiti infusi ( q. 1, a. 4 ), per capire come sia infusa in noi la legge evangelica.

E nel trattato delle virtù non si può omettere I' insegnamento di S. Tommaso sulle virtù teologali ( q. 62 ), che sono il dato più importante della nuova legge.

In appendice poi al trattato generale delle virtù ci sono tre questioni che stanno al De Virtutibus come le tre questioni della legge evangelica stanno al De Lege.

Sono precisamente le q. 68, q. 69, q. 70, dedicate rispettivamente ai doni, alle beatitudini e ai frutti.

E non si tratta solo di corrispondenza materiale: questi tre elementi della morale tomistica e tradizionale hanno origini bibliche, anzi neotestamentarie.

Sono i punti di forza della morale e della legge evangelica, oppure sono i risultati immediati dell'applicazione di essa.

- Procedendo nell'analisi dell' Opera oltre il De Lege, incontriamo il trattato sulla grazia ( qq. 109-114 ).

Abbiamo già notato la vicinanza del De lege nova al De Gratia.

Non è solo un contatto materiale, come è facile comprendere.

In questo secondo trattato vediamo in qualche modo lo sviluppo dell'elemento primario del precedente.

Data però la sua enorme importanza dogmatica, è chiaro che aveva bisogno di un'esposizione a parte; ma per una monografia sulla legge evangelica non si possono trascurare i suoi sviluppi e le sue conclusioni.

17 - Dopo aver sottolineato i punti di contatto che il trattato ha con i vari elementi della morale generale, è logico attendersi una moltiplicazione geometrica di essi nella morale speciale, cioè nella Secunda Secundae.

Ecco quindi che accanto ad ogni virtù troviamo il dono, i frutti e i precetti corrispondenti: tutte cose che appartengono di diritto alla legge evangelica; perché gli stessi precetti del decalogo interessano non in quanto si trovano nella legge mosaica, bensì in quanto rimangono validi nella legge cristiana.

Ma c'è di più: i trattati sulle virtù teologali ( qq. 1-46 ) potrebbero essere rielaborati quasi al completo come parti integranti del nostro minuscolo trattato.

Lo stesso possiamo dire a proposito dei carismi e degli stati di perfezione ( qq. 179-189 ); poiché si tratta di perfezione cristiana.

Non per nulla S. Tommaso conclude ricordando che la vita religiosa altro non è che il soave giogo di Cristo ( q. 189, a. 10, ad 3 ).

18 - Ed eccoci alla Terza Parte.

Chi ci ha seguiti fin qui ha già intuito quanto siamo per dire: tutti i trattati che qui vengono svolti ( il De Verbo Incarnato, De Sacramentis, ecc. ) non sono che sviluppi del De lege nova.

Anche i novissimi non sono che le sanzioni di questa legge divina, la quale è fatta per governare gli uomini « fino alla fine del mondo ».

D'altra parte essi si chiudono nella prospettiva della resurrezione finale, dovuta all'opera redentiva di Cristo.

Chi avesse dubbi in proposito, non ha che da rileggere il prologo della Terza Parte: « Poiché il Signore Gesù Cristo nostro Salvatore, "nel salvare", secondo l'annunzio dell'angelo, "il popolo dai suoi peccati", ci ha presentato in se stesso la via della verità, per la quale possiamo giungere dopo la resurrezione alla beatitudine della vita immortale, per condurre a termine tutto il corso teologico, è necessario che alla considerazione dell'ultimo fine della vita umana, delle virtù e dei vizi, segua lo studio del Salvatore di tutti, e dei benefici da lui apportati al genere umano ».

Questa rapida corsa attraverso i mille e mille articoli dell'Opera è fatta per invogliare i nostri lettori a ricostruire personalmente la sintesi teologica nel loro pensiero, prospettando il panorama da uno dei punti più suggestivi di tutta la teologia tomistica.

P. TIT0 S. CENTI O. P.

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