Summa Teologica - I-II

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Articolo 1 - Se la beatitudine sia qualcosa di increato

I, q. 26, a. 3; In 4 Sent., d. 49, q. 1, a. 2, sol. 1

Pare che la beatitudine sia qualcosa di increato.

Infatti:

1. Boezio [ De consol. 3, pr. 10 ] scrive: « È necessario affermare che Dio è la stessa beatitudine ».

2. La beatitudine è il sommo bene.

Ma è proprio di Dio essere il sommo bene.

Non essendoci quindi più sommi beni, è evidente che la beatitudine si identifica con Dio.

3. La beatitudine è l'ultimo fine, al quale tende per natura la volontà umana.

Ma la volontà non deve avere come fine un oggetto diverso da Dio: poiché di lui soltanto dobbiamo fruire, secondo l'espressione di S. Agostino [ De doctr. christ. 1, cc. 5,22 ].

Quindi la beatitudine è Dio stesso.

In contrario:

Ciò che è fatto non è increato.

Ma la beatitudine dell'uomo è qualcosa di fatto: poiché secondo S. Agostino [ De doctr. christ. 1,3 ] « noi dobbiamo fruire di quelle cose che ci fanno beati ».

Quindi la beatitudine non è increata.

Dimostrazione:

Come si è già spiegato [ q. 1, a. 8; q. 2, a. 7 ], il fine può indicare due cose.

O l'oggetto che desideriamo conseguire: come l'avaro ha il suo fine nelle ricchezze.

Oppure il conseguimento o il possesso, l'uso o il godimento dell'oggetto desiderato: e allora il possesso delle ricchezze è il fine dell'avaro, e il godimento dei piaceri quello dell'intemperante.

Ora, fine ultimo dell'uomo nel primo senso è il bene increato, cioè Dio, il quale nella sua bontà infinita è il solo capace di saziare perfettamente la volontà umana.

Invece nel secondo senso il fine ultimo dell'uomo è qualcosa di creato esistente in lui, è cioè il conseguimento, o fruizione, dell'ultimo fine.

Se dunque consideriamo la beatitudine umana in rapporto alla sua causa e al suo oggetto, allora è qualcosa di increato; se invece ne consideriamo l'essenza, allora la beatitudine è qualcosa di creato.

Analisi delle obiezioni:

1. Dio è la beatitudine in forza della propria essenza.

Egli infatti non è beato per il conseguimento o la partecipazione di qualche altra cosa, ma per essenza.

Gli uomini invece, come aggiunge Boezio, sono beati per partecipazione; come anche per partecipazione sono chiamati dèi.

Ora, questa partecipazione della beatitudine, in forza della quale l'uomo è detto beato, è una realtà creata.

2. Si dice che la beatitudine è il sommo bene per l'uomo perché è il conseguimento o il godimento del sommo bene.

3. La beatitudine è detta fine ultimo nel senso in cui è detto fine il conseguimento del fine.

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