Summa Teologica - I-II

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Articolo 5 - Se gli eventi successivi possano accrescere la bontà o la malizia dell'atto esterno

Infra, q. 73, a. 8; De Malo, q. 1, a. 3, ad 15; q. 3, a. 10, ad 5

Pare che gli eventi successivi possano accrescere la bontà o la malizia dell'atto.

Infatti:

1. L'effetto preesiste virtualmente nella causa.

Ora, certi avvenimenti seguono gli atti come gli effetti le loro cause.

Quindi essi preesistono negli atti.

Ma ogni cosa è giudicata buona o cattiva in base alla sua virtù: infatti « è la virtù che rende buono chi la possiede », come dice Aristotele [ Ethic. 2,6 ].

Quindi gli eventi accrescono la bontà o la malizia dell'atto.

2. Il bene che compiono gli ascoltatori è un certo effetto della predicazione del maestro.

Ma questo bene ridonda a merito del predicatore, come è evidente dall'espressione di S. Paolo [ Fil 4,1 ]: « Fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e corona ».

Quindi l'evento che segue aggiunge qualcosa alla bontà o alla malizia dell'atto.

3. La pena aumenta solo perché è cresciuta la colpa, per cui sta scritto [ Dt 25,2 ]: « Il numero di colpi sarò proporzionato alla gravità della mancanza ».

Ma la Scrittura [ Es 21,29 ] impone un aggravamento di pena per un evento successivo: « Se il bue era solito cozzare con le corna già prima, e il padrone era stato avvisato e non lo aveva custodito, se ha causato la morte di un uomo o di una donna il bue sarà lapidato, e anche il suo padrone dev'essere messo a morte ».

Ma costui non sarebbe messo a morte se il bue, anche senza essere stato custodito, non avesse ucciso.

Quindi gli eventi successivi accrescono la bontà o la malizia dei nostri atti.

4. Quando uno viene implicato in un processo capitale, o come esecutore o come giudice, non contrae irregolarità se non avviene l'esecuzione.

Invece la contrarrebbe se seguisse la morte.

Quindi un evento successivo può aumentare la bontà o la malizia di un atto.

In contrario:

Un evento susseguente non può rendere cattivo un atto buono, né rendere buono un atto cattivo.

Chi p. es. dà a un povero un'elemosina di cui questi si serve per peccare, non perde nulla della sua elemosina; e similmente se uno perdona l'ingiuria ricevuta, non per questo viene scusato colui che l'ha commessa.

Quindi gli eventi successivi non aumentano la bontà o la malizia dell'atto.

Analisi delle obiezioni:

1. La virtù di una cosa va giudicata secondo gli effetti essenziali e diretti, non già secondo quelli accidentali e indiretti.

2. Il bene che compiono gli ascoltatori consegue alla predicazione di chi insegna come effetto essenziale.

Per cui ridonda a merito del predicatore: specialmente quando è voluto in precedenza.

3. L'evento per il quale la Scrittura ordina di infliggere la pena segue direttamente dalla causa indicata, per cui viene considerato come previsto.

Quindi viene imputato come passibile di pena.

4. L'argomento varrebbe se l'irregolarità fosse legata alla colpa.

Invece essa non è legata alla colpa, bensì al fatto [ materiale ], a motivo di una certa menomazione del sacramento.

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