Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se la passione risieda più nell'appetito sensitivo che in quello intellettivo, chiamato volontà

I, q. 20, a. 1, ad 1; In 3 Sent., d. 15, q. 2, a. 1, sol. 2; In 4 Sent., d. 49, q. 3, a. 1, sol. 2, ad 1; De Verit., q. 26, a. 3; In 2 Ethic., lect. 5

Pare che la passione non risieda nell'appetito sensitivo più che in quello intellettivo.

Infatti:

1. Dionigi [ De div. nom. 2 ] fa osservare che Ieroteo « è istruito non solo mediante un'ispirazione divina, ma anche mediante una passione del divino ».

Ora, tale passione delle cose divine non può appartenere all'appetito sensitivo, il cui oggetto è il bene sensibile.

Quindi la passione si trova nell'appetito intellettivo come in quello sensitivo.

2. Più l'elemento attivo è potente, più forte è la passione.

Ora, l'oggetto dell'appetito intellettivo, che è il bene nella sua universalità, è un elemento attivo più potente dell'oggetto dell'appetito sensitivo, che è un bene particolare.

Quindi l'aspetto di passione è più nell'appetito intellettivo che in quello sensitivo.

3. La gioia e l'amore sono elencati tra le passioni.

Ma queste cose si trovano anche nell'appetito intellettivo, e non soltanto in quello sensitivo: altrimenti non sarebbero attribuite a Dio e agli angeli nella Scrittura.

Quindi le passioni non risiedono nell'appetito sensitivo più che in quello intellettivo.

In contrario:

Il Damasceno [ De fide orth. 2,22 ] così descrive le passioni dell'anima: « La passione è un moto dell'appetito sensitivo verso il bene o verso il male presente nell'immaginazione.

Oppure: La passione è un moto dell'anima irrazionale, mediante l'apprensione di un bene o di un male ».

Dimostrazione:

La passione si trova propriamente dove c'è trasmutazione corporea.

Ora, negli atti dell'appetito sensitivo tale trasmutazione non è soltanto immateriale, come nella percezione sensitiva, ma anche fisica.

Invece negli atti dell'appetito intellettivo non si richiede un'alterazione fisica, poiché questo appetito non è la facoltà di un qualche organo.

É quindi evidente che il concetto di passione si applica all'atto dell'appetito sensitivo più propriamente che a quello dell'appetito intellettivo; il che è dimostrato anche dalle definizioni riportate del Damasceno [ s.c. ].

Analisi delle obiezioni:

1. « Le passioni del divino » di cui parla Dionigi nel brano suddetto sono l'affetto alle cose divine, e l'unione con esse mediante l'amore: il che avviene però senza trasmutazione corporea.

2. La grandezza della passione non dipende solo dalla virtù dell'agente, ma anche dalla passività del paziente: poiché gli esseri più sensibili alla passione sentono fortemente l'azione anche di modesti princìpi attivi.

Quindi, sebbene l'oggetto dell'appetito intellettivo sia più attivo dell'oggetto dell'appetito sensitivo, tuttavia l'appetito sensitivo è più passivo.

3. L'amore, la gioia e simili sentimenti attribuiti a Dio, o agli angeli, oppure agli uomini secondo l'appetito intellettivo, esprimono un semplice atto di volontà con somiglianza di effetti, ma senza passione.

Quindi S. Agostino [ De civ. Dei 9,5 ] scrive: « Gli angeli santi puniscono senza ira, e soccorrono senza provare compassione per la miseria.

Tuttavia si adottano i nomi di queste passioni anche trattando di essi in forza del modo umano consueto di parlare, per una certa somiglianza di opere, non per la debolezza dei sentimenti ».

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