Summa Teologica - I-II

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Articolo 3 - Se la somiglianza sia causa dell'amore

In 3 Sent., d. 27, q. 1, a. 1, ad 3; In De Hebd., lect. 1; In Ioan., c. 15, lect. 4; In 8 Ethic., lect. 1

Pare che la somiglianza non sia causa dell'amore.

Infatti:

1. Una stessa cosa non può essere causa di fatti contrari.

Ma la somiglianza causa l'odio: poiché sta scritto [ Pr 13,10 ] che « tra i superbi vi sono sempre risse »; e il Filosofo [ Ethic. 8,1 ] ricorda che « i vasai litigano tra loro ».

Quindi la somiglianza non causa l'amore.

2. S. Agostino [ Conf. 4,14.21 ] fa osservare che « uno ama nell'altro ciò che egli non vorrebbe essere: così uno ama l'istrione senza voler essere un istrione ».

Ma ciò non accadrebbe se la somiglianza fosse la causa propria dell'amore: perché allora uno amerebbe nell'altro le proprie qualità, o quelle che vorrebbe avere.

Quindi la somiglianza non è causa dell'amore.

3. Ognuno ama ciò di cui ha bisogno, anche se non lo possiede: come l'infermo ama la salute e il povero le ricchezze.

Ma in quanto ha bisogno di tali cose ne è privo, ed è dissimile da esse.

Quindi non soltanto la somiglianza, ma anche la dissomiglianza è causa dell'amore.

4. Il Filosofo [ Reth. 2,4 ] scrive che « noi amiamo coloro che sono generosi nell'aiuto pecuniario e sanitario; e così pure quelli che conservano l'amicizia verso i morti sono amati da tutti ».

Ma non tutti hanno queste qualità.

Quindi la somiglianza non è causa dell'amore.

In contrario:

Sta scritto [ Sir 13,15 ]: « Ogni creatura vivente ama il suo simile ».

Dimostrazione:

Propriamente parlando la somiglianza è causa dell'amore.

Ma si deve notare che la somiglianza tra più cose si può verificare in due modi.

Primo, per il fatto che l'una e l'altra hanno la stessa caratteristica in modo attuale: come sono detti simili due soggetti dotati di bianchezza.

Secondo, perché l'una ha in potenza, e per una certa inclinazione, ciò che l'altra possiede attualmente: come diciamo che un corpo grave esistente fuori del suo luogo proprio ha somiglianza con quello che vi si trova.

Oppure anche in quanto la potenza ha somiglianza con l'atto correlativo: infatti nella potenza in qualche modo si trova già l'atto.

Così dunque il primo modo di somiglianza causa l'amore di amicizia o di benevolenza.

Dall'essere simili infatti, cioè dall'avere quasi una forma unica, due individui sono come una cosa sola sotto detta forma: come due uomini sono una cosa sola nella specie umana, e due bianchi lo sono nella bianchezza.

Quindi l'affetto dell'uno tende verso l'altro come se fosse tutt'uno con se stesso; e gli vuole bene come a se stesso.

Invece il secondo modo di somiglianza causa l'amore di concupiscenza, o l'amicizia utile o dilettevole.

Infatti chi è in potenza, in quanto tale, aspira al proprio atto; e nel conseguimento di esso ha il suo godimento, se è dotato di sensibilità e di conoscenza.

Abbiamo però detto sopra [ q. 26, a. 4 ] che nell'amore di concupiscenza il soggetto propriamente ama se stesso, nel volere il bene che desidera.

Ora, uno ama più se stesso che gli altri: poiché con se stesso ha un'unità sostanziale, mentre con gli altri ha unità di somiglianza in qualche forma.

Se quindi viene impedito dal conseguire il bene che ama da parte di uno che è simile a lui per la partecipazione di una data forma, questi gli diventa odioso: non perché gli assomiglia, ma perché è un ostacolo al suo bene.

Ed è per questo che « i vasai litigano fra di loro », in quanto cioè si ostacolano reciprocamente nei loro guadagni; e « tra i superbi vi sono sempre risse » perché essi sono di reciproco impedimento nell'eccellenza propria, che essi bramano.

Analisi delle obiezioni:

1. È così risolta anche la prima obiezioni.

2. Anche nel fatto che uno ama in un altro ciò che non ama in se medesimo si trova una certa somiglianza di proporzionalità: infatti uno sta alle qualità che ama in se medesimo come l'altro sta alle qualità che sono amabili in lui.

Se un buon cantante, p. es., ama un buon calligrafo, si ha una somiglianza di proporzionalità, in quanto ciascuno di essi possiede la perfezione della propria arte.

3. Colui che ama ciò di cui ha bisogno ha una somiglianza con ciò che ama analoga a quella esistente tra la potenza e l'atto, come si è spiegato [ nel corpo ].

4. L'egoista ama chi è liberale, sempre secondo questa somiglianza tra potenza e atto, in quanto attende da lui qualcosa che desidera.

E la medesima ragione vale per l'amore verso chi persevera nell'amicizia.

In tutti e due i casi infatti si tratta di un'amicizia a scopo utilitario.

- Oppure si può rispondere che, sebbene tutti gli uomini non abbiano le virtù ricordate nella loro completezza, tuttavia le possiedono in germe: e così anche chi non ha la virtù ama il virtuoso, in quanto lo trova conforme alla propria ragione naturale.

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