Summa Teologica - I-II

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Articolo 1 - Se in una sola potenza possano trovarsi più abiti

In 3 Sent., d. 33, q. 1, a. 1, sol. 1; De Verit., q. 15, a. 2, ad 11; De Virt., q. 1, a. 12, ad 4

Pare che in una sola potenza non possano trovarsi più abiti.

Infatti:

1. Tra cose che si distinguono per un identico elemento il numero delle une deve corrispondere a quello delle altre.

Ora, le potenze e gli abiti si distinguono in base al medesimo elemento, cioè in base ai loro atti e oggetti.

Quindi deve corrispondere anche il loro numero.

E così non ci possono essere più abiti nella medesima potenza.

2. La potenza è una facoltà semplice.

Ma in un soggetto semplice non ci può essere una diversità di accidenti: poiché il soggetto è causa dei suoi accidenti, e da una realtà semplice sembra che debba derivare qualcosa di unico.

Perciò in una potenza non ci possono essere più abiti.

3. Come un corpo prende forma mediante la figura, così la potenza prende forma mediante l'abito.

Ma un corpo non può essere modellato simultaneamente secondo molteplici figure.

Quindi neppure una potenza può essere simultaneamente informata da molteplici abiti.

Perciò più abiti non possono coesistere in una medesima potenza.

In contrario:

L'intelletto è un'unica potenza, e tuttavia in essa si trovano gli abiti di molte scienze.

Dimostrazione:

Come si è già visto [ q. 49, a. 4 ], gli abiti sono disposizioni di un essere che è in potenza rispetto a qualcosa, cioè o alla natura stessa, o all'operazione che è il fine della natura.

Ora, quanto a quegli abiti che sono disposizioni alla natura, è evidente che possono essere molteplici in un unico soggetto: poiché in esso si possono considerare in più modi le varie parti, le cui disposizioni costituiscono altrettanti abiti.

Se ad es. prendiamo come parte del corpo umano gli umori, in quanto essi sono disposti in armonia con la natura umana costituiscono l'abito o la disposizione della salute; se invece prendiamo le parti simili, p. es. i nervi, le ossa e le carni, dalla rispettiva disposizione in ordine alla natura avremo la robustezza o la magrezza; se infine prendiamo le membra, p. es. le mani, i piedi e così via, dalla loro disposizione conforme alla natura avremo la bellezza.

E così in un medesimo essere vi sono più abiti o disposizioni.

Se poi parliamo degli abiti che sono disposizioni all'operazione, e che propriamente risiedono nelle potenze, anche allora accade che più abiti si trovino in un'unica potenza.

E il motivo è che il soggetto dell'abito è una potenza passiva, come sopra [ q. 51, a. 2 ] abbiamo affermato: infatti una potenza che fosse soltanto attiva non potrebbe essere sede di abiti, come risulta chiaro da quanto detto [ q. 51, a. 2 ].

Ora, una potenza passiva sta a un atto specificamente determinato come la materia sta alla forma: come infatti la materia prima può essere determinata da un unico agente soltanto a una data forma, così una potenza passiva può essere determinata dalla ragione formale di un unico oggetto soltanto a un unico atto di una data specie.

Per cui, come un'unica potenza passiva può essere posta in moto da molti oggetti, così potrà anche essere il soggetto di atti o perfezioni di specie diversa.

Ma gli abiti sono delle qualità o forme inerenti alla potenza che servono a inclinarla verso atti di determinate specie.

Per cui a un'unica potenza possono appartenere più abiti, come le appartengono più atti di specie diversa.

Analisi delle obiezioni:

1. Come tra gli esseri materiali la diversità delle specie dipende dalla forma, mentre la diversità dei generi dipende piuttosto dalla materia, come dice Aristotele [ Met. 5,28 ], - infatti esseri di materia diversa sono diversi nel genere - , così la diversità generica degli oggetti produce la distinzione delle potenze ( per cui il Filosofo [ Ethic. 6,1 ] insegna che « a cose distinte nel genere corrispondono parti distinte dell'anima » ), mentre la diversità specifica degli oggetti produce la diversità specifica degli atti, e per conseguenza degli abiti.

D'altra parte cose diverse secondo il genere sono diverse anche secondo la specie; però non viceversa.

Quindi gli atti e gli abiti di potenze diverse sono anch'essi diversi; invece non è necessario che abiti diversi appartengano a potenze diverse, ma possono appartenere a una sola potenza.

E come ci sono vari generi di generi, e varie specie di specie, così ci possono essere varie specie di abiti e di potenze.

2. Sebbene la potenza sia semplice nella sua essenza, è tuttavia molteplice nella sua virtualità, in quanto si estende a molteplici atti di specie diversa.

Perciò nulla impedisce che in una sola potenza ci siano più abiti specificamente diversi.

3. Un corpo viene conformato dalla sua figura così da ricevere le proprie terminazioni; invece un abito non è la terminazione della potenza, ma è solo una disposizione all'ultimo termine, che è l'atto.

Quindi un'unica potenza non può avere più atti simultaneamente, a meno che non siano subordinati fra loro: esattamente come un unico corpo non può avere più di una figura, a meno che una non sia implicita nell'altra, come il triangolo nel quadrilatero.

Infatti l'intelletto non può pensare simultaneamente più cose: può però conoscerle simultaneamente in modo abituale.

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