Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se gli abiti si distinguano secondo i loro oggetti

Infra, a. 3; q. 60, a. 1; q. 63, a. 4; In 3 Sent., d. 33, q. 1, a. 1, sol. 1

Pare che gli abiti non si distinguano secondo i loro oggetti.

Infatti:

1. I contrari sono specificamente diversi.

Eppure uno stesso abito di scienza ha per oggetto dei contrari: come la medicina ha per oggetto tanto i sani quanto i malati.

Quindi gli abiti non sono distinti in base a oggetti specificamente diversi.

2. Scienze diverse sono abiti diversi.

Ma un medesimo dato scientifico può appartenere a scienze diverse: che la terra è rotonda, p. es., lo dimostra sia il fisico che l'astronomo, come dice Aristotele [ Phys. 2,2 ].

Perciò gli abiti non si distinguono secondo gli oggetti.

3. Un dato atto non può avere che un unico oggetto.

Invece un medesimo atto può appartenere ad abiti di virtù diverse, se si riferisce a fini diversi: dare del danaro, p. es., se è fatto per amor di Dio appartiene alla carità, mentre se è fatto per saldare un debito spetta alla giustizia.

Perciò un medesimo oggetto può appartenere ad abiti diversi.

Quindi la diversità degli abiti non dipende dalla diversità degli oggetti.

In contrario:

Gli atti, come si è già dimostrato [ q. 18, a. 5 ], differiscono specificamente secondo la diversità degli oggetti.

Ma l'abito è una disposizione all'atto.

Quindi anche gli abiti si distinguono secondo i diversi oggetti.

Dimostrazione:

Ogni abito, oltre a essere un abito, è una forma.

Perciò la distinzione specifica degli abiti può essere rilevata sia dal modo con cui comunemente si distinguono le forme nelle loro specie, sia dal modo proprio della distinzione degli abiti.

Ora, le forme si distinguono tra loro in base ai diversi princìpi attivi: poiché ogni agente produce un effetto ad esso simile nella specie.

- E a sua volta l'abito dice ordine a qualcosa.

Ma tutte le qualità che dicono ordine a qualcosa si distinguono in base alla distinzione delle realtà a cui sono ordinate.

D'altra parte l'abito è una disposizione che può essere ordinata a due cose: o alla natura, o all'operazione che accompagna la natura.

Così dunque gli abiti si distinguono tra loro specificamente in tre modi.

Primo, in base ai princìpi attivi di tali disposizioni; secondo, in base alla natura [ del soggetto ]; terzo, in base agli oggetti specificamente differenti.

Ma tutto ciò sarà meglio spiegato in seguito [ ad 1, 2, 3 e a. 3 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Nella distinzione delle potenze, o anche degli abiti, non si deve considerare l'oggetto materialmente, ma si deve considerare la ragione formale dell'oggetto che differisce nella specie o nel genere.

Ora, sebbene i contrari differiscano materialmente secondo la specie, tuttavia la ragione della loro conoscenza è identica: poiché l'uno serve alla conoscenza dell'altro.

In quanto dunque convengono in un'unica ragione di conoscibilità, appartengono a un unico abito conoscitivo.

2. Che la terra è rotonda viene dimostrato dall'astronomo mediante princìpi matematici, cioè mediante la figura delle eclissi, o altre cose del genere; invece dal fisico è dimostrato per mezzo di princìpi fisici, cioè mediante il moto dei gravi verso il centro, o altri fatti del genere.

Ora, tutta la forza della dimostrazione, che secondo Aristotele [ Anal. post. 1,2 ] è « un sillogismo che produce la scienza », dipende dal mezzo dimostrativo.

Perciò mezzi dimostrativi diversi sono come princìpi attivi diversi, in base ai quali si differenziano gli abiti della scienza.

3. Come insegna il Filosofo [ Phys. 2,9; Ethic. 7,8 ], nelle operazioni il fine ha le funzioni che hanno i princìpi nelle dimostrazioni.

Perciò la diversità del fine rende diverse le virtù, come anche la diversità dei princìpi attivi.

- Inoltre il fine è l'oggetto degli atti interni, che sono la parte principale delle virtù, come è evidente da quanto detto [ q. 18, a. 6; q. 19, a. 2, ad 1; q. 34, a. 4 ].

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