Summa Teologica - I-II

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Articolo 1 - Se il peccato originale sia un abito

In 2 Sent., d. 30, q. 1, a. 3, ad 2; De Malo, q. 4, a. 2, ad 4

1. Il peccato originale, come dice S. Anselmo [ De conc. virg., cc. 2,3,17 ], è la carenza della giustizia originale: perciò è una privazione.

Ma la privazione è l'opposto dell'abito.

Quindi il peccato originale non è un abito.

2. Il peccato attuale ha più di quello originale l'aspetto di colpa, in quanto maggiormente volontario.

Eppure l'abito dei peccati attuali non ha natura di colpa: altrimenti un uomo peccherebbe anche dormendo.

Quindi nessun abito originale ha carattere di colpa.

3. Nel male l'abito è sempre preceduto da qualche atto: infatti gli abiti cattivi non sono infusi, ma acquisiti.

Ora, nessun atto può precedere il peccato originale.

Quindi il peccato originale non è un abito.

In contrario:

S. Agostino [ De bapt. puer. 1,39 ] insegna che in forza del peccato originale i bambini hanno propensione alla concupiscenza, sebbene non la sentano in maniera attuale.

Ma una propensione rivela l'esistenza di un abito.

Quindi il peccato originale è un abito.

Dimostrazione:

Come si è già spiegato [ q. 49, a. 4; q. 50, a. 1 ], l'abito può essere di due tipi.

Primo, ci sono gli abiti [ operativi ] che dispongono le facoltà ad agire, come le scienze e le virtù: e in questo senso il peccato originale non è un abito.

- Secondo, l'abito può essere la disposizione di certe nature, composte di elementi molteplici, secondo la quale esse si rapportano bene o male riguardo a qualcosa; specialmente se questa disposizione diviene una seconda natura: il che è evidente nel caso della malattia e della salute.

E in questo senso il peccato originale è un abito.

Infatti esso è una disposizione disordinata derivante dal turbamento di quell'armonia che costituiva la giustizia originale: esattamente come la malattia del corpo è una certa sua disposizione disordinata, che turba l'equilibrio costitutivo della salute.

Perciò si dice che il peccato originale è « una malattia della natura ».

Analisi delle obiezioni:

1. Come nell'infermità fisica c'è l'aspetto di privazione, in quanto essa toglie l'equilibrio della salute, e c'è quello di entità positiva, in quanto essa implica degli umori mal disposti, così anche nel peccato originale c'è la privazione della giustizia originale e insieme c'è la cattiva disposizione delle facoltà dell'anima.

Perciò esso non è una pura privazione, ma un abito corrotto.

2. Il peccato attuale è un disordine dell'atto; invece il peccato originale, essendo un peccato di natura, è una disposizione disordinata della natura stessa, e ha l'aspetto di colpa in quanto deriva da Adamo, come si è visto [ q. 81, a. 1 ].

Ora, questa disposizione disordinata della natura si presenta come un abito, mentre non può essere un abito la cattiva disposizione di un atto.

E così può essere un abito il peccato originale, e non invece quello attuale.

3. L'obiezione argomenta partendo dall'abito operativo, ma il peccato originale non può essere un abito di questo tipo; sebbene anche dal peccato originale derivi, non direttamente, ma indirettamente, una certa inclinazione ad atti disordinati, in quanto esso rimuove l'ostacolo, cioè la giustizia originale, che impediva i moti disordinati: come anche dalla malattia corporale segue indirettamente l'inclinazione a moti corporali disordinati.

E non si deve nemmeno dire che il peccato originale è un abito infuso, o acquisito con qualche atto personale, a eccezione di quello di Adamo, ma che è innato per l'origine viziata.

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