Summa Teologica - I-II

Indice

Articolo 1 - Se la ragione specifica dei precetti cerimoniali consista nel fatto che sono ordinati al culto di Dio

Supra, q. 99, a. 3; infra, q. 104, a. 1

Pare che la ragione specifica dei precetti cerimoniali non consista nel fatto che sono ordinati al culto di Dio.

Infatti:

1. Nell'antica legge vengono date agli ebrei delle norme sull'astensione da certi cibi [ Lv 11 ], e da certe vesti, come in quel passo [ Lv 19,19 ]: « Non porterai una veste tessuta di due diverse materie », e in quell'altro [ Nm 15,38 ]: « Si facciano fiocchi agli angoli delle loro vesti ».

Ma questi non sono precetti morali: poiché non rimangono nella nuova legge.

E neppure sono precetti giudiziali: poiché non riguardano i giudizi da farsi tra gli uomini.

Dunque sono precetti cerimoniali.

Ma essi non sembrano appartenere in alcun modo al culto di Dio.

Quindi la ragione specifica dei precetti cerimoniali non consiste nel fatto che sono ordinati al culto di Dio.

2. Alcuni pensano che i precetti cerimoniali siano quelli che appartengono alle solennità: facendoli derivare dai ceri che vengono accesi per le feste.

Ma al culto di Dio appartengono molte altre cose oltre alle solennità.

Quindi questi precetti non si dicono cerimoniali perché riguardano il culto di Dio.

3. Secondo altri i precetti cerimoniali suonerebbero come norme o regole di salvezza: infatti chaire in greco significa salve.

Ma tutti i precetti della legge sono regole di salvezza, e non soltanto quelli ordinati al culto di Dio.

Perciò non sono cerimoniali soltanto le norme ordinate al culto di Dio.

4. Mosè Maimonide [ Dux neutr. 3,28 ] afferma che si dicono cerimoniali quei precetti la cui ragione non è manifesta.

Ma molte cose riguardanti il culto di Dio hanno una ragione evidente: come l'osservanza del sabato, la celebrazione della Pasqua e della festa dei Tabernacoli, e molte altre cose la cui ragione è indicata nella legge.

Quindi i precetti cerimoniali non sono quelli che riguardano il culto di Dio.

In contrario:

Nell'Esodo [ Es 18,19s ] si legge: « Tratterai col popolo le cose che riguardano Dio, e mostrerai al popolo le cerimonie e il modo di onorarlo ».

Dimostrazione:

Come si è detto [ q. 99, a. 4 ], i precetti cerimoniali determinano quelli morali in ordine a Dio nello stesso modo in cui i precetti giudiziali li determinano in ordine al prossimo.

Ora, l'uomo è ordinato a Dio mediante il culto dovuto.

Perciò si dicono propriamente cerimoniali quei precetti che riguardano il culto di Dio.

- La spiegazione etimologica del termine l'abbiamo poi data sopra [ q. 99, a. 3 ], quando abbiamo distinto i precetti cerimoniali dagli altri precetti.

Analisi delle obiezioni:

1. Spettano al culto di Dio non soltanto i sacrifici e altre cose del genere, ordinate immediatamente al culto, ma anche la debita preparazione degli adoratori di Dio a tale culto: poiché qui come altrove quanto prepara al fine rientra nella nozione del fine.

Ora, le norme date nella legge sulle vesti e sui cibi degli adoratori di Dio, e su altre cose del genere, miravano a predisporre queste persone al culto del Signore: come anche coloro che sono al servizio del re fanno uso di speciali osservanze.

Quindi ricadevano anch'esse tra i precetti cerimoniali.

2. Questa etimologia non sembra molto valida: specialmente se pensiamo che nella legge si parla poco dell'accensione di ceri per le solennità, dato che nel candelabro stesso venivano preparate delle lampade con olio d'oliva.

Tuttavia si può dire che nelle solennità venivano osservate con più diligenza tutte le norme relative al culto di Dio, e in questo senso si possono includere nell'osservanza delle solennità tutti i precetti cerimoniali.

3. Neppure quest'altra etimologia sembra molto verosimile: infatti il termine cerimonia non è greco, ma latino.

Tuttavia, siccome la salvezza dell'uomo dipende da Dio, si può dire che sono norme di salvezza quei precetti che ordinano l'uomo a Dio.

Per cui si dicono cerimoniali quei precetti che riguardano il culto di Dio.

4. La spiegazione di Maimonide ha qualcosa di vero, non però in quanto i precetti cerimoniali debbano il loro nome all'oscurità della loro ragione, ma poiché questa oscurità ne è una conseguenza.

Dato infatti che i precetti riguardanti il culto di Dio dovevano essere figurali, come vedremo [ a. seg. ], non potevano avere una ragione troppo evidente.

Indice