Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se uno possa peccare contro lo Spirito Santo prima di commettere altri peccati

In 2 Sent., d. 43, q. 1, a. 5; De Virt., q. 2, a. 13, ad 1

Pare che uno non possa peccare contro lo Spirito Santo prima di commettere altri peccati.

Infatti:

1. Secondo l'ordine di natura ogni cosa procede dall'imperfetto al perfetto.

E ciò è evidente nel bene, come appare da quel detto dei Proverbi [ Pr 4,18 ]: « La strada dei giusti è come la luce dell'alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio ».

Ora, nel male si dice perfetta quella cosa che è il male più grave, secondo le spiegazioni del Filosofo [ Met. 5,16 ].

Essendo dunque il peccato contro lo Spirito Santo il più grave, pare che l'uomo lo raggiunga sempre attraverso peccati meno gravi.

2. Peccare contro lo Spirito Santo è peccare per malizia, o deliberatamente.

Ma questo l'uomo non può farlo subito, prima di avere peccato più volte: infatti il Filosofo [ Ethic. 5, cc. 6,9 ] insegna che, sebbene chiunque possa commettere delle ingiustizie, tuttavia non può subito commetterle come l'ingiusto, cioè deliberatamente.

Perciò pare che non si possa compiere un peccato contro lo Spirito Santo se non dopo altri peccati.

3. La penitenza e l'impenitenza riguardano il medesimo oggetto.

Ma la penitenza non ha per oggetto che i peccati passati.

E così anche l'impenitenza, che è uno dei peccati contro lo Spirito Santo.

Quindi il peccato contro lo Spirito Santo presuppone altri peccati.

In contrario:

Sta scritto [ Sir 11,21 ]: « È facile per il Signore arricchire un povero all'improvviso ».

Perciò è possibile, in senso inverso, che dalla malvagità del demonio uno sia indotto subito in un peccato gravissimo, quale è quello contro lo Spirito Santo.

Dimostrazione:

Come si è detto sopra [ a. 1 ], secondo una delle tre interpretazioni peccare contro lo Spirito Santo significa peccare per malizia.

Ma abbiamo anche notato [ a. 1 ] che si può peccare per malizia in due modi.

Primo, sotto la spinta di un'inclinazione propria dell'abito vizioso: il che non è propriamente peccare contro lo Spirito Santo.

Ora, non capita di peccare per malizia in questo modo subito da principio: infatti devono precedere gli atti peccaminosi dai quali scaturisce l'abito che inclina a peccare.

Secondo, uno può peccare per malizia rigettando con disprezzo le cose che ritraggono l'uomo dal peccato: e questo propriamente è peccare contro lo Spirito Santo, come sopra [ a. 1 ] si è spiegato.

Ora, anche questo atteggiamento ordinariamente presuppone altri peccati: poiché, come dicono i Proverbi [ Pr 18,3 Vg ], « l'empio disprezza, quando è giunto al fondo dei suoi peccati ».

Tuttavia può anche darsi che uno nel suo primo atto peccaminoso pecchi per disprezzo contro lo Spirito Santo: sia per la libertà dell'arbitrio, sia per le molteplici disposizioni precedenti, sia anche per la violenza di ciò che spinge al male e la debolezza dell'affetto verso il bene.

E così ai perfetti non può capitare mai, o ben difficilmente, di peccare subito da principio contro lo Spirito Santo.

Scrive infatti Origene [ Peri Arch. 1,3 ]: « Penso che chi ha raggiunto il gradino più alto della perfezione non possa immediatamente venire meno e cadere, ma è necessario che decada gradatamente un po' per volta ».

E lo stesso si dica del peccato contro lo Spirito Santo preso letteralmente come bestemmia contro lo Spirito Santo.

Infatti tale bestemmia, di cui parla il Signore, deriva sempre dal disprezzo della malizia.

Se invece nel peccato contro lo Spirito Santo si vuole vedere l'impenitenza finale, come fa S. Agostino, il problema non sussiste: perché allora il peccato contro lo Spirito Santo richiede la continuazione dei peccati fino al termine della vita.

Analisi delle obiezioni:

1. Ordinariamente sia nel bene che nel male si procede dall'imperfetto al perfetto, poiché l'uomo progredisce nel male come nel bene.

Però in tutti e due i casi un individuo può incominciare da un punto più avanzato di un altro, per cui l'atto dal quale uno inizia può essere perfetto nel suo genere, sia nel bene che nel male, pur essendo imperfetto rispetto allo sviluppo dell'individuo sia verso il meglio che verso il peggio.

2. L'argomento vale per il peccato di malizia dovuto all'inclinazione dell'abito.

3. Se per impenitenza si intende con S. Agostino la permanenza nel peccato sino alla fine, allora è chiaro che essa presuppone dei peccati, come anche la penitenza.

Se invece parliamo dell'impenitenza come vizio, cioè in quanto costituisce una delle specie del peccato contro lo Spirito Santo, allora è chiaro che l'impenitenza può esistere anche prima di altri peccati.

Infatti chi non ha mai peccato può avere il proposito di pentirsi o di non pentirsi, nell'ipotesi che gli capiti di peccare.

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