Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se il peccato contro lo Spirito Santo sia irremissibile

III, q. 86, a. 3, ad 2, 3; In 2 Sent., d. 43, q. 1, a. 4; De Verit., q. 24, a. 11, ad 7; De Malo, q. 3, a. 15; Quodl., 2, q. 8, a. 1; In Matth., c. 12; In Rom., c. 2, lect. 1

Pare che il peccato contro lo Spirito Santo non sia irremissibile.

Infatti:

1. S. Agostino [ Serm. 71,13.23 ] afferma: « Non si deve disperare di nessuno finché la pazienza del Signore induce al pentimento ».

Ma se un peccato fosse irremissibile bisognerebbe disperare di alcuni peccatori.

Quindi il peccato contro lo Spirito Santo non è irremissibile.

2. Nessun peccato viene rimesso se non perché l'anima è sanata da Dio.

Ma « per un medico onnipotente non ci sono malattie inguaribili », come nota la Glossa [ P. Lomb. di Agost. ] su quel passo del Salmo [ Sal 103,3 ]: « Egli guarisce tutte le tue malattie ».

Perciò il peccato contro lo Spirito Santo non è irremissibile.

3. Il libero arbitrio può volgersi tanto al bene quanto al male.

Ma finché dura lo stato di viatori uno può decadere da qualsiasi grado di virtù, poiché l'angelo stesso cadde dal cielo: nel libro di Giobbe [ Gb 4,18s ] infatti si legge: « Ai suoi angeli imputa difetti; quanto più a chi abita case di fango! ».

Quindi per lo stesso motivo uno può tornare nello stato di giustizia da qualsiasi peccato.

E così il peccato contro lo Spirito Santo non è imperdonabile.

In contrario:

Sta scritto [ Mt 12,32 ]: « La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata, né in questo secolo, né in quello futuro »

E S. Agostino [ De Serm. Dom. in monte 1,22.73 ] spiega che « la macchia di questo peccato è così grave da non poter più sottostare all'umiltà della preghiera ».

Dimostrazione:

Il peccato contro lo Spirito Santo è detto irremissibile in diverso modo, secondo le diverse interpretazioni che si danno di esso.

Se infatti il peccato contro lo Spirito Santo è l'impenitenza finale, esso è irremissibile nel senso che non viene rimesso in alcun modo.

Infatti il peccato mortale in cui uno ha perseverato fino alla morte, non essendo rimesso in questa vita, non sarà perdonato neppure nel futuro.

Invece secondo le altre due interpretazioni un peccato è detto irremissibile non perché non viene mai rimesso, ma perché di per sé meriterebbe di non esserlo.

E merita di non essere rimesso in due sensi.

Primo, quanto al castigo.

Infatti chi pecca per ignoranza o per fragilità merita un castigo minore, mentre chi pecca per malizia non ha scuse che possano sminuire il castigo.

Parimenti chi bestemmiava contro il Figlio dell'uomo prima della manifestazione della sua divinità poteva avere una scusa nell'infermità della carne che vedeva in lui, e meritava così un castigo minore, ma chi bestemmiava la stessa divinità, attribuendo al demonio le opere dello Spirito Santo, non aveva alcuna scusa che ne diminuisse la pena.

Per cui il Crisostomo nel suo commento [ In Mt hom. 41 ] afferma che questo peccato non fu perdonato ai Giudei né in questo secolo né in quello futuro essendo essi stati puniti dai Romani nella vita presente, e condannati all'inferno nella vita futura.

E anche S. Atanasio [ Epist. ad Serap. 4 ] ricorre all'esempio degli antichi Ebrei, i quali prima si lamentarono contro Mosè per la mancanza del pane e dell'acqua - e il Signore li sopportò con pazienza, avendo essi una scusa nella fragilità della loro carne - , ma in seguito peccarono più gravemente - quasi bestemmiando contro lo Spirito Santo con l'attribuzione a un idolo dei benefici di Dio che li aveva tratti dall'Egitto - allorché gridarono [ Es 32,4 ]: « Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto ».

Perciò il Signore li fece punire nel tempo, poiché « perirono in quel giorno quasi tremila uomini » [ Es 32,28 ], e minacciò un castigo futuro: « Nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato » [ Es 32,34 ].

Secondo, questa irremissibilità può essere intesa quanto alla colpa, cioè come si dice incurabile una certa malattia stando alla sua natura, sebbene Dio possa anche guarirla: come quando essa colpisce i mezzi con i quali può essere curata, togliendo ad es. la virtù della natura, oppure provocando la nausea del cibo e della medicina.

E così anche il peccato contro lo Spirito Santo viene detto irremissibile per sua natura, in quanto esclude ciò mediante cui si compie la remissione dei peccati.

Ciò però non impedisce all'onnipotenza e alla misericordia di Dio di trovare la via del perdono e della guarigione che talora sana spiritualmente anche costoro, in modo quasi miracoloso.

Analisi delle obiezioni:

1. Considerando l'onnipotenza e la misericordia di Dio non si deve disperare di nessuno nella vita presente.

Considerando però la gravità del peccato alcuni, secondo l'Apostolo [ Ef 2,2 ], sono da ritenersi « uomini ribelli ».

2. L'argomento vale se si considera l'onnipotenza di Dio, ma non vale se si tiene conto della natura del peccato.

3. Nella vita presente il libero arbitrio rimane sempre modificabile; tuttavia talora, per quanto sta in esso, rigetta i mezzi indispensabili per volgersi al bene.

Perciò il peccato dalla sua parte è irremissibile, sebbene Dio possa ancora perdonarlo.

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