Summa Teologica - II-II

Indice

Articolo 6 - Se la speranza sia una virtù distinta dalle altre virtù teologali

In 3 Sent., d. 26, q. 2, a. 3, sol. 1; De Virt., q. 4, a. 3, ad 9

Pare che la speranza non sia una virtù distinta dalle altre virtù teologali.

Infatti:

1. Come sopra [ I-II, q. 54, a. 2 ] si è dimostrato, gli abiti si distinguono tra loro secondo gli oggetti.

Ora, l'oggetto della speranza e delle altre virtù teologali è identico.

Quindi la speranza non si distingue dalle altre virtù teologali.

2. Nel simbolo, col quale professiamo la nostra fede, diciamo: « Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà ».

Ora, l'attesa della futura beatitudine appartiene, come si è detto [ a. 2 ], alla speranza.

Perciò la speranza non si distingue dalla fede.

3. Con la speranza l'uomo tende a Dio.

Ma ciò appartiene in proprio alla carità.

Quindi la speranza non è distinta dalla carità.

In contrario:

Dove non c'è distinzione non c'è pluralità numerica.

Ma la speranza viene enumerata con le altre virtù teologali: infatti S. Gregorio [ Mor. 1,17 ] insegna che la fede, la speranza e la carità sono tre virtù.

Quindi la speranza è una virtù distinta dalle altre virtù teologali.

Dimostrazione:

Una virtù viene detta teologale per il fatto che ha Dio come oggetto a cui aderisce.

Ora, uno può aderire a un oggetto in due modi: primo, per l'oggetto medesimo; secondo, per giungere ad altre cose in forza di esso.

Ora, la carità fa aderire a Dio per se stesso, unendo a lui l'anima con l'affetto dell'amore.

Invece la speranza e la fede ci fanno aderire a Dio come a un principio dal quale ci derivano dei beni.

Da Dio infatti derivano a noi la conoscenza della verità e il conseguimento della perfetta beatitudine.

Perciò la fede fa aderire l'uomo a Dio in quanto questi è il principio per conoscere la verità: poiché noi crediamo vere le cose che ci sono rivelate da Dio.

La speranza invece ci fa aderire a Dio in quanto egli è per noi il principio della perfetta bontà: cioè in quanto mediante la speranza contiamo sull'aiuto divino per raggiungere la perfetta beatitudine.

Analisi delle obiezioni:

1. Dio è oggetto di queste virtù secondo ragioni distinte, come si è spiegato [ nel corpo ].

Ora, per una distinzione di abiti basta una diversa ragione oggettiva, come si è visto sopra [ I-II, q. 54, a. 2 ].

2. L'attesa si trova nel simbolo non perché sia un atto proprio della fede, ma perché l'atto della speranza presuppone la fede, come diremo [ a. seg. ], e a loro volta gli atti della fede vengono manifestati da quelli della speranza.

3. La speranza fa tendere a Dio come a un bene finale da raggiungere, e come a un aiuto atto a soccorrere.

Invece la carità fa tendere a Dio unendo a lui l'affetto dell'uomo, in modo cioè che questi non viva più per sé, ma per Dio.

Indice