Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza

Pare che la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza.

Infatti:

1. Un disordine nel timore è contrario a un timore onesto.

Ma la presunzione pare ridursi a un disordine nel timore, poiché sta scritto [ Sap 17,10 Vg ]: « Sempre presume il peggio una coscienza turbata », e ancora [ Sap 17,11 Vg ]: « Il timore è un aiuto alla presunzione ».

Quindi la presunzione è più contraria al timore che alla speranza.

2. Sono contrarie le cose che più distano tra loro.

Ma la presunzione dista dal timore più che dalla speranza: poiché la presunzione implica un moto verso l'oggetto, come anche la speranza, mentre il timore implica una fuga dall'oggetto.

Perciò la presunzione è più contraria al timore che alla speranza.

3. La presunzione esclude totalmente il timore, mentre non esclude totalmente la speranza, bensì la sola rettitudine della speranza.

Poiché dunque i contrari sono incompatibili fra loro, pare che la presunzione sia più contraria al timore che alla speranza.

In contrario:

Per ogni virtù ci sono due vizi contrari: come per la fortezza ci sono la pavidità e l'audacia.

Ma il peccato di presunzione è contrario al peccato di disperazione, che si contrappone direttamente alla speranza.

Quindi anche la presunzione si contrappone direttamente alla speranza.

Dimostrazione:

Come insegna S. Agostino [ Contra Iul. 4,3.14 ], « tutte le virtù non solo hanno dei vizi contrari in maniera evidente, come la temerarietà rispetto alla prudenza, ma ne hanno pure di vicini e somiglianti, non in realtà, bensì per un'ingannevole apparenza, come l'astuzia rispetto alla prudenza ».

E anche il Filosofo [ Ethic. 2,8 ] afferma che la virtù pare avere maggiore affinità con uno dei vizi opposti che con il suo contrario: come la temperanza con l'insensibilità e la fortezza con l'audacia.

Perciò la presunzione pare avere un'evidente contrarietà rispetto al timore: specialmente a quello servile, che ha per oggetto i castighi inflitti dalla divina giustizia, dei quali la presunzione spera il condono.

Ma nonostante una certa ingannevole affinità essa è più contraria alla speranza: poiché implica una certa speranza sregolata nei riguardi di Dio.

E poiché le cose di un medesimo genere si oppongono fra loro più direttamente di quelle appartenenti a generi diversi ( infatti i contrari sono del medesimo genere ), la presunzione si oppone più direttamente alla speranza che al timore.

Infatti entrambe riguardano il medesimo oggetto sul quale si appoggiano: la speranza però in modo regolato e la presunzione in modo sregolato.

Analisi delle obiezioni:

1. Come quello di « speranza », così anche il termine « presunzione » è impiegato abusivamente quando si parla di mali, propriamente invece quando si parla di beni.

Ed è in questo senso che la presunzione può dirsi un timore sregolato.

2. I contrari sono quelle cose che distano tra loro al massimo nel medesimo genere.

Ora, la presunzione e la speranza implicano un moto del medesimo genere, il quale può essere ordinato o disordinato.

Perciò la presunzione è contraria più direttamente alla speranza che al timore: essa infatti è contraria alla speranza in forza della differenza specifica, vale a dire come ciò che è ordinato è contrario a ciò che è disordinato, mentre è contraria al timore in forza di una differenza generica, cioè in base al moto della speranza.

3. La presunzione, essendo contraria al timore per una contrarietà nel genere e contraria invece alla virtù della speranza per una contrarietà nella differenza, esclude totalmente il timore anche come genere; non esclude invece la speranza se non a motivo della sua differenza, cioè la esclude come virtù.

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