Summa Teologica - II-II

Indice

Articolo 13 - Se la prudenza possa trovarsi nei peccatori

Pare che nei peccatori non manchi la prudenza.

Infatti:

1. Il Signore [ Lc 16,8 ] ha detto: « I figli di questo mondo, verso i loro pari, sono più prudenti dei figli della luce ».

Ma i figli di questo mondo sono i peccatori.

Quindi nei peccatori ci può essere la prudenza.

2. La fede è una virtù superiore alla prudenza.

Eppure la fede può trovarsi nei peccatori.

Perciò vi si può trovare anche la prudenza.

3. Come dice Aristotele [ Ethic. 6,7 ], « compito della persona prudente è soprattutto ben deliberare ».

Ma molti peccatori sanno ben deliberare.

Quindi possiedono la prudenza.

In contrario:

Il Filosofo [ Ethic. 6,12 ] afferma: « È impossibile che sia prudente chi non è buono ».

Ora, nessun peccatore è buono.

Quindi nessun peccatore è prudente.

Dimostrazione:

Ci sono tre tipi di prudenza.

C'è infatti una prudenza falsa, così chiamata per analogia.

Essendo infatti prudente chi dispone bene le cose da compiere per un fine buono, colui che dispone con abilità quanto occorre per un fine cattivo ha una falsa prudenza, poiché ciò che prende per fine non è un bene vero, ma presunto: come quando si parla di un buon ladro.

Per una certa analogia infatti si può dire che è prudente quel ladro che ha indovinato la via adatta per rubare.

E questa è la prudenza di cui parla l'Apostolo [ Rm 8,6 ] quando dice: « La prudenza della carne è la morte »; e parla di quella prudenza che mette il fine ultimo nei piaceri della carne.

La seconda prudenza è invece vera, poiché scopre le vie adatte per un fine veramente buono, ma è imperfetta per due motivi.

Primo, perché il bene che prende per fine non è il fine universale di tutta la vita umana, ma quello di una particolare attività: come quando uno trova le vie adatte per il commercio o per la navigazione si dice che è un commerciante o un navigatore prudente.

- Secondo, perché è manchevole nell'atto principale della prudenza: come quando uno delibera e giudica rettamente anche su quanto interessa tutta la vita, ma non lo comanda efficacemente.

La terza è infine la prudenza vera e perfetta, che delibera, giudica e comanda rettamente le cose ordinate al fine di tutta la vita.

E questa soltanto viene detta prudenza in senso assoluto.

E non può trovarsi nei peccatori.

- Al contrario il primo tipo di prudenza si trova solo nei peccatori.

- Invece la prudenza imperfetta è comune ai buoni e ai cattivi: specialmente quella che è imperfetta perché volta a un fine particolare.

Infatti quella che è imperfetta per mancanza dell'atto principale è anch'essa soltanto nei cattivi.

Analisi delle obiezioni:

1. Quelle parole del Signore si riferiscono al primo tipo di prudenza.

Infatti non viene detto che essi sono prudenti in senso assoluto, ma che sono prudenti « verso i loro pari ».

2. La fede nel suo concetto non implica una conformità con l'appetito del retto operare, ma consiste nella sola conoscenza.

Invece la prudenza implica un rapporto con l'appetito retto.

Sia perché i princìpi della prudenza sono i fini dell'operare, di cui uno ha la retta valutazione mediante gli abiti delle virtù morali, che rettificano l'appetito: cosicché la prudenza non può esistere senza le virtù morali, come sopra [ I-II, q. 58, a. 5 ] si è visto.

Sia anche perché la prudenza è fatta per comandare le buone azioni, il che non è possibile senza la rettitudine dell'appetito.

Per cui sebbene la fede sia superiore alla prudenza per l'oggetto, tuttavia la prudenza è più incompatibile col peccato, il quale deriva dalla perversione dell'appetito.

3. I peccatori possono ben deliberare per raggiungere un fine cattivo, o qualche bene particolare, ma non per raggiungere il fine buono di tutta la vita, poiché essi non portano la deliberazione all'atto.

Per cui in essi non si trova la prudenza, che è volta unicamente al bene, ma in costoro, come dice il Filosofo [ Ethic. 6,12 ], c'è la deinotica, cioè l'abilità naturale, che è indifferente al bene e al male; oppure l'astuzia, che sopra [ nel corpo ] abbiamo chiamato falsa prudenza, o prudenza della carne, e che è volta unicamente al male.

Indice