Summa Teologica - II-II

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Articolo 7 - Se si debba essere solleciti o preoccupati per il futuro

Pare che si debba essere solleciti, o preoccupati, per il futuro.

Infatti:

1. Sta scritto [ Pr 6,6ss ]: "Va' dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini e diventa saggio.

Essa non ha né capo, né sorvegliante, né padrone, eppure d'estate si provvede il vitto, al tempo della mietitura accumula il cibo".

Ma ciò significa preoccuparsi del futuro.

Quindi la sollecitudine o preoccupazione per il futuro è lodevole.

2. La sollecitudine fa parte della prudenza.

Ma la prudenza ha per oggetto specialmente il futuro: poiché la sua parte principale, come si è detto [ q. 49, a. 6, ad 1 ], è "la previdenza delle azioni future".

Quindi è cosa virtuosa preoccuparsi del futuro.

3. Chi conserva qualcosa per l'avvenire è sollecito per il futuro.

Ora, si legge nel Vangelo [ Gv 12,6 ] che Cristo medesimo aveva una borsa per conservare qualcosa, che era portata da Giuda.

Inoltre gli Apostoli conservavano il prezzo dei campi, che "veniva depositato ai loro piedi" [ At 4,35 ].

Perciò è lecito essere solleciti per il futuro.

In contrario:

Il Signore [ Mt 6,34 ] ammonisce: "Non siate solleciti per il domani".

Ma "il domani" qui sta per "il futuro", come spiega S. Girolamo [In Mt 1].

Dimostrazione:

Nessuna azione può essere virtuosa se non è rivestita delle debite circostanze, tra le quali c'è il tempo debito, secondo le parole [ Qo 8,6 ]: "Per ogni cosa vi è tempo e giudizio".

E ciò vale non solo per gli atti esterni, ma anche per la sollecitudine interna.

A ciascun tempo infatti appartiene la propria sollecitudine o preoccupazione: come all'estate si addice la preoccupazione del mietere e all'autunno quella della vendemmia.

Se quindi in estate uno fosse già preoccupato della vendemmia, anticiperebbe senza motivo la preoccupazione per il futuro.

E così il Signore proibisce questa preoccupazione come eccessiva, dicendo [ s. c. ]: "Non siate solleciti per il domani".

E aggiunge: "Poiché il domani sarà sollecito di se stesso", cioè avrà la propria sollecitudine, che basterà per affliggere l'animo.

Da cui la conclusione: "A ciascun giorno basta la sua pena", cioè la pena della preoccupazione.

Analisi delle obiezioni:

1. La formica ha una sollecitudine proporzionata al tempo: ed è per questo che viene presentata alla nostra imitazione.

2. Alla prudenza appartiene la debita previdenza del futuro.

Ma si avrebbe una previdenza o sollecitudine del futuro eccessiva se uno cercasse come fini i beni temporali, soggetti alle categorie del passato e del futuro; oppure se cercasse dei beni superflui oltre le necessità della vita presente; oppure ancora se anticipasse il tempo della sua sollecitudine.

3. Come dice S. Agostino [ De serm. Dom. in monte 2,17 ], "quando vediamo un servo di Dio provvedere perché non gli venga a mancare il necessario, non dobbiamo pensare che egli sia preoccupato del domani.

Infatti il Signore stesso, per darcene l'esempio, si degnò di avere una borsa; e negli Atti degli Apostoli [ At 11,28 ] si legge che nell'imminenza della carestia si pensò a procurare il necessario per il futuro.

Perciò il Signore non condanna chi procura tali cose alla maniera umana, ma chi volesse servire Dio per questi beni".

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