Summa Teologica - II-II

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Articolo 3 - Se sia lecito incarcerare un uomo

Infra, q. 108, a. 3

Pare che non sia lecito incarcerare un uomo.

Infatti:

1. L'atto che è rivolto a una materia indebita è cattivo nel suo genere, come sopra [ I-II, q. 18, a. 2 ] si è detto.

Ma l'uomo, avendo in dote la libertà naturale del suo arbitrio, è materia indebita dell'incarcerazione, che è incompatibile con la libertà.

Quindi l'incarcerazione di un uomo è illecita.

2. La giustizia umana deve conformarsi a quella divina.

Ora Dio, secondo la Scrittura [ Sir 15,14 ], « ha lasciato l'uomo in balìa del suo proprio volere ».

Perciò nessuno deve essere costretto con le catene o con il carcere.

3. Non si può arrestare un uomo se non per trattenerlo da un'opera cattiva: alla quale può lecitamente opporsi chiunque.

Se quindi fosse lecito incarcerare un uomo per impedirgli di nuocere, chiunque potrebbe lecitamente incarcerare qualcuno.

Il che è falso.

Anche la tesi, dunque, è falsa.

In contrario:

Si legge nel Levitico [ Lv 24,11s ] che un tale fu messo in prigione per aver bestemmiato.

Dimostrazione:

Questo è l'ordine che si riscontra nei beni del corpo.

Al primo posto c'è l'integrità della natura corporea, che viene menomata dall'uccisione o dalla mutilazione.

Al secondo posto c'è il piacere o la quiete dei sensi, a cui si contrappongono le percosse, o qualsiasi altro fatto dolorifico.

Al terzo posto c'è il moto e l'uso delle membra, che viene impedito dall'arresto, dall'incarcerazione o da qualsiasi tipo di detenzione.

E così incarcerare o sequestrare in qualunque modo una persona è illecito, a meno che non lo si faccia secondo l'ordine della giustizia, o come castigo o come misura preventiva per evitare un delitto.

Analisi delle obiezioni:

1. L'uomo che abusa delle facoltà a lui concesse merita di perderle.

Perciò colui che peccando ha abusato col libero arbitrio dell'uso delle proprie membra è materia adeguata dell'incarcerazione.

2. Secondo l'ordine della sua sapienza, Dio talora impedisce ai peccatori di attuare i loro delitti, come si legge nella Scrittura [ Gb 5,12 ]: « Egli rende vani i pensieri degli scaltri, e le loro mani non ne compiono i disegni ».

Talora invece permette loro di compiere ciò che vogliono.

Similmente dunque la giustizia umana non ricorre all'incarcerazione per tutte le colpe, ma solo per alcune.

3. Chiunque ha la facoltà di trattenere un uomo per un certo tempo dal compiere un atto illecito imminente: come quando si trattiene una persona dal suicidio o dal ferimento di altri.

Sequestrarlo però o legarlo appartiene di per sé soltanto a coloro che hanno il potere di disporre pienamente della vita e delle azioni altrui: poiché in tal modo a un uomo non solo viene impedito di fare del male, ma anche di fare del bene.

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