Summa Teologica - II-II

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Articolo 6 - Se l'avarizia sia un peccato spirituale

I-II, q. 72, a. 2, ad 4; In 4 Sent., d. 15, q. 1, a. 4, sol. 3, ad 2; In Matth., c. 23; In Ephes., c. 5, lect. 2

Pare che l'avarizia non sia un peccato spirituale.

Infatti:

1. I vizi spirituali hanno per oggetto dei beni spirituali.

Ma l'avarizia ha per oggetto dei beni materiali, cioè le ricchezze.

Quindi l'avarizia non è un peccato spirituale.

2. Il peccato spirituale si oppone al peccato carnale.

Ma l'avarizia è un peccato carnale: infatti essa deriva dalla corruzione della carne, come è evidente nel caso dei vecchi, i quali per le deficienze della loro natura carnale cadono nell'avarizia.

Perciò l'avarizia non è un peccato spirituale.

3. È carnale quel peccato che porta un disordine anche nel corpo umano, secondo le parole dell'Apostolo [ 1 Cor 6,18 ]: « Chi commette fornicazione pecca contro il proprio corpo ».

Ma l'avarizia tormenta l'uomo anche fisicamente: poiché il Crisostomo [ In Mt hom. 28 ] paragona l'avaro all'indemoniato [ di Gerasa ], che era tormentato nel corpo.

Quindi l'avarizia non è un peccato spirituale.

In contrario:

S. Gregorio [ Mor. 31,45 ] enumera l'avarizia tra i vizi spirituali.

Dimostrazione:

I peccati consistono specialmente negli affetti dell'anima.

Ora, tutti questi affetti, o passioni, hanno il loro termine o nel piacere o nel dolore, come dimostra il Filosofo [ Ethic. 2,3 ].

Ma di questi piaceri alcuni sono carnali, altri spirituali.

Sono detti carnali quelli che si attuano nei sensi del corpo, come i piaceri della gola e quelli venerei, mentre sono detti spirituali quelli che si attuano nella sola conoscenza dell'anima.

Sono quindi da considerarsi carnali quei peccati che consistono in piaceri carnali, mentre sono spirituali quelli che consistono in piaceri spirituali, senza godimento della carne.

E tale è appunto l'avarizia: infatti l'avaro gode solo per il fatto che si considera in possesso della ricchezza.

Quindi l'avarizia è un peccato spirituale.

Analisi delle obiezioni:

1. L'avarizia riguardo a un oggetto materiale o corporeo non cerca il piacere del corpo, ma quello dell'anima: cioè il piacere di possedere la ricchezza.

Perciò essa non è un peccato carnale.

- Tuttavia a motivo del suo oggetto l'avarizia sta in mezzo fra i peccati del tutto spirituali, che cercano un piacere spirituale in oggetti spirituali, come fa ad es. la superbia, che ha di mira il prestigio personale, e i vizi carnali, che cercano un piacere carnale in oggetti materiali.

2. Il moto è specificato dal termine di arrivo, non da quello di partenza.

Per cui un vizio viene detto carnale per il fatto che tende a un piacere del corpo, non già perché deriva da una deficienza della carne.

3. Il Crisostomo paragona l'avaro all'ossesso non perché esso sia tormentato nella carne come quell'indemoniato, ma per contrapposizione: poiché mentre l'indemoniato [ di Gerasa ] si spogliava, l'avaro si riveste di ricchezze superflue.

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