Summa Teologica - II-II

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Articolo 2 - Se la presunzione si contrapponga alla magnanimità per eccesso

Supra, q. 21, a. 1; In 2 Ethic., lect. 9; 4, lectt. 8, 11

Pare che la presunzione non si contrapponga alla magnanimità per eccesso.

Infatti:

1. La presunzione è tra i peccati contro lo Spirito Santo, come sopra [ q. 14, a. 1; q. 21, a. 1 ] si è visto.

Ora, i peccati contro lo Spirito Santo non si contrappongono alla magnanimità, ma alla carità.

Quindi neppure la presunzione si contrappone alla magnanimità.

2. È proprio della presunzione « lo stimarsi degni di cose grandi » [ Ethic. 4,3 ].

Ma uno può dirsi presuntuoso anche se si stima degno di cose piccole, purché esse superino le sue capacità.

Quindi la presunzione non contrasta direttamente con la magnanimità.

3. Il magnanimo considera piccoli i beni esterni. Invece i presuntuosi, secondo il Filosofo [ ib. ], « diventano spregiatori e oltraggiatori degli altri » a motivo dei beni esterni di fortuna, considerandoli come cose grandi.

Perciò la presunzione si contrappone alla magnanimità non per eccesso, ma solo per difetto.

In contrario:

Aristotele [ Ethic. 2,7; 4,3 ] insegna che al magnanimo si contrappone per eccesso il chaunòs, cioè colui che è pieno di boria o di vento, e che noi diciamo presuntuoso.

Dimostrazione:

La magnanimità, come si è già visto [ q. 129, a. 3, ad 1 ], consiste nel giusto mezzo; ma non rispetto alla grandezza di ciò a cui essa tende, poiché tende al massimo, bensì secondo la proporzione delle proprie capacità: poiché non tende mai a cose che sorpassano i limiti convenienti al soggetto.

Ora, il presuntuoso non supera il magnanimo rispetto alla cose a cui tende, poiché talora rimane molto al disotto, ma lo eccede nell'oltrepassare la proporzione delle proprie capacità, che il magnanimo invece rispetta.

Ed è in questo senso che la presunzione si contrappone alla magnanimità per eccesso.

Analisi delle obiezioni:

1. Non una presunzione qualsiasi è un peccato contro lo Spirito Santo, ma solo quella che disprezza la divina giustizia per un'eccessiva confidenza nella divina misericordia.

E tale presunzione, a motivo della sua materia, in quanto disprezza qualcosa di divino, si contrappone alla carità, o piuttosto al dono del timore, che ha di mira il rispetto verso Dio.

Tuttavia può dirsi in contrasto con la magnanimità in quanto eccede la proporzione delle proprie forze.

2. Tanto la magnanimità quanto la presunzione tendono a qualcosa di grande: infatti non si è soliti dire che uno è presuntuoso quando vuole sorpassare di poco le proprie capacità.

Se però anche in questi casi uno è detto presuntuoso, allora questa presunzione non si contrappone alla magnanimità, ma a quella virtù [ innominata ] che come si è accennato [ q. 129, a. 3, a. 2 ] ha per oggetto i piccoli onori.

3. Nessuno tenta qualcosa che supera le proprie capacità se non perché stima le sue capacità superiori a ciò che sono.

E qui uno può sbagliare in due modi.

Primo, rispetto alla quantità: p. es. quando pensa di avere la virtù, la scienza o altro in misura superiore alla realtà.

- Secondo, rispetto alla natura delle cose: p. es. quando uno si crede grande e degno di grandi onori per dei meriti inconsistenti, quali le ricchezze o altri beni di fortuna.

Infatti, come dice il Filosofo [ Ethic. 4,3 ], « coloro che possiedono tali beni senza la virtù, né stimano giustamente se stessi degni di grandi onori, né con verità sono detti magnanimi ».

Parimenti anche l'oggetto a cui uno tende al disopra delle sue forze talvolta è realmente per sua natura una cosa grande: come nel caso di S. Pietro, il quale pretendeva di morire per Cristo [ Mt 26,35; Lc 22,33 ], il che era al disopra delle sue forze.

Talora invece non è qualcosa di grande per sua natura, ma secondo l'opinione degli stolti: come il portare vesti preziose, o disprezzare e ingiuriare gli altri.

E ciò costituisce un eccesso rispetto alla magnanimità non reale, ma secondo l'apparenza.

Per cui Seneca [ De quatuor virt. ] scrive che « la magnanimità, se si innalza oltre i suoi limiti, renderà l'uomo minaccioso, borioso, torvo, inquieto e corrivo a qualunque eccesso di parole e di fatti, prescindendo da ogni senso di onestà ».

È quindi evidente che secondo verità il presuntuoso talora si oppone al magnanimo per difetto, ma stando alle apparenze pare eccederlo.

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