Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se la pudicizia riguardi specialmente la castità

Supra, q. 143

Pare che la pudicizia non riguardi in modo speciale la castità.

Infatti:

1. S. Agostino [ De civ. Dei 1,18 ] afferma che « la pudicizia è una virtù dell'anima ».

Non è quindi qualcosa che riguardi la castità, ma è una virtù a sé stante distinta dalla castità.

2. Pudicizia deriva da pudore, che pare identificarsi con la vergogna.

Ma la vergogna, secondo il Damasceno [ De fide orth. 2,15 ], « ha per oggetto gli atti vergognosi »; e questi si riscontrano in ogni vizio.

Quindi la pudicizia non riguarda la castità più delle altre virtù.

3. Il Filosofo [ Ethic. 3,12 ] afferma che qualsiasi intemperanza è sommamente « obbrobriosa ».

Ora, è compito della pudicizia fuggire le cose obbrobriose.

Quindi la pudicizia riguarda tutte le parti della temperanza, e non in particolare la castità.

In contrario:

S. Agostino [ De persev. 20 ] ha scritto: « Bisogna predicare la pudicizia, affinché chi ha orecchi per intendere non compia nulla di illecito con gli organi genitali ».

Ma l'uso di questi organi appartiene propriamente alla castità.

Quindi la pudicizia riguarda propriamente la castità.

Dimostrazione:

Il termine pudicizia, come si è detto [ ob. 2 ], deriva da pudore, che sta a indicare la vergogna.

Per cui la pudicizia riguarda propriamente le cose di cui gli uomini maggiormente si vergognano.

Ora, gli uomini si vergognano soprattutto degli atti venerei, come dice S. Agostino [ De civ. Dei 14,18 ]: al punto che anche lo stesso atto coniugale, per quanto rivestito dell'onestà del matrimonio, è pur sempre vergognoso.

E questo perché il moto degli organi genitali non sottostà al comando della ragione come quello delle altre membra.

Ora, l'uomo si vergogna non solo dell'atto venereo, ma anche di tutto ciò che vi si riferisce, come nota il Filosofo [ Reth. 2,6 ].

Quindi la pudicizia propriamente riguarda le realtà veneree: e specialmente i segni di tali realtà, come gli sguardi impudichi, i baci e i toccamenti.

E poiché questi gesti sono più facilmente percepiti, così la pudicizia riguarda soprattutto questi segni esterni, mentre la castità ha per oggetto lo stesso rapporto sessuale.

Perciò la pudicizia è ordinata alla castità non come una virtù da essa distinta, ma come esprimente una certa sua particolare circostanza.

Tuttavia in certi casi l'una viene presa per l'altra.

Analisi delle obiezioni:

1. Qui S. Agostino prende la pudicizia come sinonimo di castità.

2. Sebbene tutti i vizi implichino una certa vergogna, tuttavia i vizi dell'intemperanza la implicano in maniera speciale, secondo le spiegazioni date [ q. 142, a. 4 ].

3. Fra tutti i peccati di intemperanza i più obbrobriosi sono i peccati venerei, sia per la ribellione degli organi genitali, sia perché la ragione ne viene del tutto sopraffatta.

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