Summa Teologica - II-II

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Articolo 4 - Se i toccamenti e i baci possano costituire un peccato mortale

De Verit., q. 15, a. 4; De Malo, q. 15, a. 2, ad 18; In Ephes., c. 5, lect. 2

Pare che i toccamenti e i baci non possano costituire un peccato mortale.

Infatti:

1. L'Apostolo scrive [ Ef 5,3 ]: « La fornicazione e ogni specie di impurità o cupidigia neppure vengano nominate tra voi, come si addice a santi ».

E aggiunge poi [ Ef 5,4 ]: né « volgarità », cioè baci e abbracci [ Glossa interlin. ], né « insulsaggini », cioè parole svenevoli, né « trivialità », che gli stolti chiamano galanterie, ossia parole scherzose [ Ef 5,4 ].

Ma poi conclude [ Ef 5,5 ]: « Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro - che è roba da idolatri - avrà parte al regno di Cristo e di Dio », senza dire più nulla delle volgarità, delle insulsaggini e delle trivialità.

Perciò queste ultime non sono peccati mortali.

2. La fornicazione è un peccato mortale perché con essa si impedisce il bene della prole da generare e da educare.

Ma i baci, i toccamenti e gli abbracci non fanno tutto questo.

Quindi in essi non c'è peccato mortale.

3. Gli atti che di per sé sono peccati mortali non possono mai essere compiuti in modo buono.

Invece i baci, i toccamenti e le altre cose del genere talora si possono praticare senza peccato.

Quindi non sono per loro natura peccati mortali.

In contrario:

1. Uno sguardo impudico è meno di un toccamento, di un abbraccio o di un bacio.

Ma uno sguardo impudico è peccato mortale [ Mt 5,28 ], secondo quelle parole evangeliche: « Chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore ».

A maggior ragione quindi sono peccati mortali il bacio libidinoso e gli altri atti ricordati.

2. « Certamente », scrive S. Cipriano [ Epist. 62 ], « l'unione, gli abbracci, i colloqui, i baci e il turpe e disonesto dormire insieme, tutto questo come parla di onta e di crimine! ».

Quindi con questi atti uno diventa reo di crimine, cioè di peccato mortale.

Dimostrazione:

Un atto può essere peccato mortale in due modi.

Primo, per la sua specie, o natura.

E in questo senso il bacio, gli abbracci e i toccamenti non sono peccati mortali di per sé.

Poiché queste cose si possono fare senza libidine: o per le usanze del luogo, o per qualche necessità, o per motivi ragionevoli.

Secondo, un atto può essere peccato mortale per la causa che lo provoca: come chi fa l'elemosina per indurre un uomo all'eresia commette peccato mortale per la cattiva intenzione.

Ora, come sopra [ I-II, q. 74, a. 8 ] si è detto, è peccato mortale non solo l'acconsentire all'attuazione di un peccato, ma anche il semplice consenso al piacere di un peccato mortale.

Siccome quindi la fornicazione, e più ancora le altre specie della lussuria, sono peccati mortali, ne segue che l'acconsentire al piacere della fornicazione, anche senza acconsentire all'atto, è un peccato mortale.

In quanto dunque i baci, gli abbracci e gli altri gesti consimili vengono compiuti per il piacere suddetto, è chiaro che sono peccati mortali.

E solo così sono detti libidinosi.

Per cui questi atti, in quanto libidinosi, sono peccati mortali.

Analisi delle obiezioni:

1. L'Apostolo non ripete le ultime tre cose poiché non sono peccato se non in quanto sono ordinate alle precedenti.

2. Sebbene i baci e i toccamenti non impediscano per loro natura il bene della prole umana, tuttavia derivano dalla libidine, che è la radice di tale impedimento.

E da qui deriva la loro natura di peccato mortale.

3. L'argomento dimostra soltanto che questi atti non sono peccati mortali nella loro specie.

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