Summa Teologica - III

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Articolo 6 - Se il Figlio di Dio abbia assunto la natura umana mediante la grazia

Supra, q. 2, a. 10; In 3 Sent., d. 2, q. 2, a. 2, sol. 1, 2; d. 13, q. 3, a. 1; De Verit., q. 29, a. 2; Quodl., 9, q. 2, a. 1, ad 3; Comp. Theol., c. 214

Pare che il Figlio di Dio abbia assunto la natura umana mediante la grazia.

Infatti:

1. La grazia ci unisce a Dio.

Ma in Cristo si ebbe la massima unione della natura umana con Dio.

Quindi l'unione ipostatica avvenne per mezzo della grazia.

2. Come il corpo vive in virtù dell'anima, che è la sua perfezione, così l'anima in virtù della grazia.

Ma la natura umana diventa assumibile in forza dell'anima.

Quindi il Figlio di Dio assunse l'anima mediante la grazia.

3. S. Agostino [ De Trin. 15,11.20 ] dice che il Verbo si incarnò come la nostra parola si incarna nella voce.

Ma la nostra parola si unisce alla voce mediante lo spirito.

Quindi il Verbo di Dio si unisce alla carne mediante lo Spirito Santo, e quindi mediante la grazia, che viene appropriata allo Spirito Santo, secondo il testo di S. Paolo [ 1 Cor 12,4 ]: « Vi è diversità di grazie, ma uno solo è lo Spirito ».

In contrario:

La grazia è un accidente dell'anima, come si è visto nella Seconda Parte [ I-II, q. 110, a. 2, ad 2 ].

Ma l'unione del Verbo con la natura umana avvenne secondo la sussistenza, e non secondo un accidente, come risulta da quanto detto [ q. 2, a. 6 ].

Quindi la natura umana non fu assunta mediante la grazia.

Dimostrazione:

In Cristo si devono distinguere due grazie: quella dell'unione e quella abituale.

Ora, né l'una né l'altra possono essere considerate quali mezzi nell'assunzione della natura umana.

Infatti la grazia dell'unione è lo stesso essere personale concesso gratuitamente alla natura umana da Dio nella persona del Verbo, che è il termine dell'assunzione.

La grazia abituale invece, data per la santità propria di quell'uomo, è un effetto conseguente all'unione, secondo la testimonianza di S. Giovanni [ Gv 1,14 ]: « Abbiamo visto la sua gloria come di Unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità »: il che significa che quell'uomo ha la pienezza della grazia e della verità proprio perché in forza dell'unione è l'Unigenito del Padre.

Se invece con il nome di grazia si intende solo la volontà di Dio in quanto fa o dona qualcosa gratuitamente, allora l'unione avvenne mediante la grazia; però non come mezzo, ma come causa efficiente.

Analisi delle obiezioni:

1. La nostra unione con Dio si attua mediante l'operazione, cioè in quanto noi lo conosciamo e lo amiamo.

E a tale unione è necessaria la grazia abituale, poiché è dall'abito che l'operazione procede in modo perfetto.

L'unione invece della natura umana con il Verbo di Dio si attua secondo l'essere personale, che non dipende da alcun abito, ma immediatamente dalla stessa natura.

2. L'anima è la perfezione sostanziale del corpo; la grazia invece è una perfezione accidentale dell'anima.

Perciò la grazia non può abilitare l'anima all'unione ipostatica, che non è accidentale, come invece fa l'anima con il corpo.

3. Lo spirito nell'unire la nostra parola alla voce non funge da intermediario formale, ma da intermediario efficiente: infatti dalla parola pensata interiormente procede lo spirito, che forma la voce.

E similmente dal Verbo eterno procede lo Spirito Santo, che ha formato il corpo di Cristo, come vedremo [ q. 32, a. 1 ].

Ma da ciò non segue che la grazia dello Spirito Santo sia il mezzo formale di detta unione.

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