Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se la predestinazione di Cristo sia l'esemplare della nostra

In 3 Sent., d. 10, q. 3, a. 1, sol. 2; In Rom., c. 1, lect. 3

Pare che la predestinazione di Cristo non sia l'esemplare della nostra.

Infatti:

1. L'esemplare esiste prima dell'immagine.

Ma nulla esiste prima di ciò che è eterno.

Essendo dunque la nostra predestinazione eterna, la predestinazione di Cristo non può essere il suo esemplare.

2. L'esemplare conduce alla conoscenza dell'immagine.

Ma Dio non aveva bisogno di nulla che lo conducesse a conoscere la nostra predestinazione, poiché egli, come dice l'Apostolo [ Rm 8,29 ], « ha predestinato quelli che aveva preconosciuto ».

Quindi la predestinazione di Cristo non è l'esemplare della nostra.

3. L'esemplare e l'immagine si corrispondono.

Ma la predestinazione di Cristo è diversa dalla nostra, poiché noi veniamo predestinati a essere figli adottivi, mentre Cristo fu predestinato a essere « Figlio di Dio con potenza », come dice S. Paolo [ Rm 1,4 ].

Quindi la sua predestinazione non è l'esemplare della nostra.

In contrario:

S. Agostino [ De praed. sanct. 15.30 ] scrive: « Splendida luce di predestinazione e di grazia è il Salvatore stesso, lo stesso mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù ».

Ora, questi è detto luce di predestinazione e di grazia per il fatto che dalla sua predestinazione e dalla sua grazia si viene a conoscere la nostra predestinazione.

Ma proprio in ciò consiste la funzione dell'esemplare.

Quindi la predestinazione di Cristo è l'esemplare della nostra.

Dimostrazione:

La predestinazione può essere considerata sotto due aspetti.

Primo, quale atto di Dio che predestina.

E sotto questo aspetto la predestinazione di Cristo non può dirsi l'esemplare della nostra, poiché allo stesso modo e con un identico atto eterno Dio ha predestinato noi e Cristo.

Secondo, si può considerare la predestinazione in quanto ha un termine e un effetto in colui che viene predestinato.

E sotto questo aspetto la predestinazione di Cristo è l'esemplare della nostra per due ragioni.

In primo luogo per il bene a cui veniamo predestinati.

Cristo infatti fu predestinato a essere Figlio naturale di Dio, mentre noi veniamo predestinati alla filiazione adottiva, che è una partecipazione analogica della filiazione naturale.

Da cui l'affermazione di S. Paolo [ Rm 8,29 ]: « Quelli che da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo ».

In secondo luogo per il modo in cui viene conseguito questo bene, cioè per grazia.

Il che è evidentissimo in Cristo, essendo stata la natura umana unita in lui al Figlio di Dio senza alcun suo merito precedente.

E così anche « noi tutti abbiamo ricevuto dalla pienezza della sua grazia », come dice il Vangelo [ Gv 1,16 ].

Analisi delle obiezioni:

1. L'obiezione parte dalla predestinazione intesa come atto dello stesso predestinante.

2. Altrettanto si dica per la seconda obiezione.

3. Non è necessario che l'immagine riproduca l'esemplare sotto ogni aspetto, ma basta una certa somiglianza.

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