Summa Teologica - III

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Articolo 4 - Se grazie alla santificazione nel seno materno la Beata Vergine sia stata preservata da ogni peccato attuale

In 3 Sent., d. 3, q. 1, a. 2, sol. 2, 3; d. 13, q. 1, a. 2, sol. 1; In 4 Sent., d. 6, q. 1, a. 1, sol. 2; Comp. Theol., c. 224; In Orat. Dom., ad petit. 6; In Sal. Ang.; In Matth., c. 12

Pare che la Beata Vergine, grazie alla sua santificazione nel seno materno, non sia stata preservata da ogni peccato attuale.

Infatti:

1. Dopo la prima santificazione rimase nella Vergine il fomite del peccato, come si è detto [ a. prec. ].

Ma il moto del fomite, anche se previene la ragione, è un peccato veniale, per quanto « leggerissimo », come afferma S. Agostino [ P. Lomb., Sent. 2,24 ].

Quindi nella Beata Vergine ci fu qualche peccato veniale.

2. A commento delle parole evangeliche [ Lc 2,35 ]: « Anche a te una spada trafiggerà l'anima », S. Agostino [ De quaest. Vet. et Novi Test. 73 ] scrive che la Beata Vergine « nella morte del Signore dubitò, sopraffatta dallo stupore ».

Ma dubitare in materia di fede è peccato.

Quindi la Beata Vergine non fu immune da ogni peccato.

3. S. Giovanni Crisostomo [ In Mt hom. 44 ] così commenta le parole evangeliche [ Mt 12,47 ]: « Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti »: « Evidentemente lo facevano solo per vanagloria ».

E sulle altre parole [ Gv 2,3 ]: « Non hanno vino », osserva: « Voleva ingraziarseli e mettersi in vista per mezzo del Figlio; e forse era spinta da qualche sentimento umano, come i fratelli di lui quando gli dicevano: "Mostrati al mondo" ».

E poco dopo aggiunge: « Non aveva ancora di lui l'opinione giusta ».

Ma tutto ciò è peccato.

Quindi la Beata Vergine non fu preservata immune da ogni peccato.

In contrario:

S. Agostino [ De nat. et gratia 36.42 ] scrive: « Per l'onore di Cristo non voglio fare questioni di sorta sulla beata Vergine Maria quando si tratta di peccati.

Sappiamo infatti che a lei, per aver meritato di concepire e partorire colui che fu senza peccato, fu conferita una grazia maggiore perché vincesse sotto ogni aspetto il peccato.

Dimostrazione:

Quelli che Dio sceglie per un compito speciale, li prepara e li dispone in modo che siano idonei ai loro doveri, secondo l'affermazione di S. Paolo [ 2 Cor 3,6 ]: « Ci ha resi ministri adatti di una nuova Alleanza ».

Ma la Beata Vergine fu scelta per essere la madre di Dio.

Non si può quindi dubitare che Dio con la sua grazia l'abbia resa idonea a ciò, secondo le parole dell'Angelo [ Lc 1,30s ]: « Hai trovato grazia presso Dio: ecco, tu concepirai », ecc.

Ma ella non sarebbe stata degna madre di Dio se avesse talvolta peccato.

Sia perché l'onore dei genitori ridonda sui figli, come dice la Scrittura [ Pr 17,6 ]: « Onore dei figli i loro padri », per cui all'opposto la colpa della madre sarebbe ricaduta sul Figlio.

- Sia anche perché ella aveva un'affinità singolare con Cristo, che da lei prese il corpo.

Ora, S. Paolo [ 2 Cor 6,15 ] afferma: « Quale intesa tra Cristo e Beliar? ».

- Sia ancora perché in lei abitò in modo del tutto singolare, non solo nell'anima, ma anche nel seno verginale, il Figlio eterno, che è « la Sapienza di Dio » [ 1 Cor 1,24 ], di cui sta scritto [ Sap 1,4 ]: « La sapienza non entra in un'anima che opera il male, né abita in un corpo schiavo del peccato ».

Dobbiamo quindi affermare in modo assoluto che la Beata Vergine non commise mai alcun peccato attuale né mortale né veniale, così da avverare le parole del Cantico [ Ct 4,7 ]: « Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia », ecc.

Analisi delle obiezioni:

1. Nella Beata Vergine dopo la santificazione nel seno materno rimase il fomite, ma legato, così da non prorompere in alcun moto disordinato che prevenisse la ragione.

E sebbene a ciò contribuisse già la grazia della santificazione, questa tuttavia non bastava: altrimenti tale grazia avrebbe eliminato dal suo appetito sensitivo ogni movimento antecedente alla ragione, e così ella non avrebbe avuto il fomite, contro quanto si è detto sopra [ a. prec. ].

Dobbiamo quindi affermare che il dominio completo del fomite era opera in lei della divina provvidenza, la quale faceva sì che dal fomite non provenisse alcun moto disordinato.

2. La profezia di Simeone viene riferita da Origene e da altri Dottori al dolore che la Beata Vergine ebbe a soffrire nella passione di Cristo.

S. Ambrogio [ In Lc 2, su 2,35 ] dice poi che la spada significa « la conoscenza di Maria, non ignara del mistero celeste.

Viva infatti, forte e più tagliente di una spada a doppio taglio è la parola di Dio » [ cf. Eb 4,12 ].

Per alcuni però la spada sarebbe il dubbio.

Non però il dubbio dell'incredulità, ma quello della meraviglia e della ricerca.

Dice infatti S. Basilio [ Epist. 260 ] che « la Beata Vergine ai piedi della croce non perdeva nulla di vista, e ripensando alla testimonianza di Gabriele, all'ineffabile messaggio della concezione divina, alla straordinaria manifestazione dei miracoli, era ondeggiante »: da una parte cioè lo vedeva soffrire cose indegne, dall'altra considerava le sue meraviglie.

3. Queste parole di S. Giovanni Crisostomo vanno troppo lontano.

A meno che non si intenda che il sentimento di vanagloria ripreso dal Signore non fosse in lei, ma nell'opinione che se ne potevano fare gli altri.

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