Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se l'istituzione di questo sacramento sia stata conveniente

Infra, q. 83, a. 2, ad 3; In 4 Sent., d. 8, q. 1, a. 3; In Matth., c. 26; In 1 Cor., c. 11, lectt. 4, 5

Pare che l'istituzione di questo sacramento non sia stata conveniente.

Infatti:

1. « Ci nutrono le cose stesse che ci danno l'essere », dice Aristotele [ De gen. et corr. 2,8 ].

Ma dal battesimo, che è la rigenerazione spirituale, riceviamo l'essere spirituale, come osserva Dionigi [ De eccl. hier. 2,1 ].

Dal battesimo dunque riceviamo pure il nutrimento.

Perciò non era necessario istituire l'Eucaristia quale nutrimento spirituale.

2. Questo sacramento unisce gli uomini a Cristo come le membra al capo.

Ma Cristo è il capo di tutti gli uomini, anche di quelli che vissero all'inizio del mondo, come si disse sopra [ q. 8, aa. 3,6 ].

Quindi l'istituzione di questo sacramento non doveva essere differita fino alla Cena del Signore.

3. Questo sacramento è detto memoriale della passione del Signore, secondo le parole evangeliche [ Lc 22,19 ]: « Fate questo in memoria di me ».

Ma « la memoria è delle cose passate ».

Perciò questo sacramento non doveva essere istituito prima della passione di Cristo.

4. All'Eucaristia, che non va data se non ai battezzati, noi veniamo ordinati dal battesimo.

Ma il battesimo fu istituito dopo la passione e la risurrezione di Cristo, come risulta dal Vangelo [ Mt 28,19 ].

Quindi non era giusto che questo sacramento fosse istituito prima della passione di Cristo.

In contrario:

Questo sacramento fu istituito da Cristo, di cui sta scritto [ Mc 7,17 ]: « Ha fatto bene ogni cosa ».

Dimostrazione:

Era conveniente che questo sacramento fosse istituito nella Cena, cioè in quella circostanza in cui Cristo per l'ultima volta si trattenne con i suoi discepoli.

Primo, a motivo di ciò che esso contiene.

Racchiude infatti sacramentalmente Cristo medesimo.

E così Cristo lasciò se stesso ai discepoli sotto l'aspetto sacramentale nel momento in cui stava per separarsi da loro nel suo aspetto reale, come in assenza dell'imperatore si espone alla venerazione la sua immagine.

Da cui le parole di Eusebio [ cf. Decr. di Graz. 3,2,35 ]: « Essendo sul punto di sottrarre allo sguardo il corpo che aveva assunto per trasferirlo in cielo, era necessario che nel giorno della Cena consacrasse per noi il sacramento del suo corpo e del suo sangue, affinché fosse per sempre onorato nel mistero quel corpo che veniva offerto una sola volta per il riscatto ».

Secondo, poiché senza la passione di Cristo non ci poté mai essere salvezza, in conformità alle parole di S. Paolo [ Rm 3,25 ]: « Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue ».

Era quindi necessario che in ogni tempo presso gli uomini qualcosa rappresentasse la passione del Signore.

Ora, nell'antico Testamento il simbolo principale di essa era l'agnello pasquale, per cui anche l'Apostolo [ 1 Cor 5,7 ] afferma: « Cristo nostra Pasqua è stato immolato ».

Nel nuovo Testamento invece subentrò ad esso il sacramento dell'Eucaristia, che è commemorativo della passione avvenuta come l'agnello pasquale era prefigurativo della passione futura.

Era quindi conveniente che nell'imminenza della passione, dopo che fu celebrato l'antico sacramento, venisse istituito il nuovo, come dice il Papa S. Leone [ Serm. 58,1 ].

Terzo, poiché le cose che sono dette per ultime, specialmente dagli amici al momento della separazione, rimangono più impresse nella memoria: soprattutto perché allora più si accende l'affetto verso gli amici, e le cose che più ci toccano si imprimono maggiormente nell'animo.

Poiché dunque, come osserva il Papa S. Alessandro [ Decr. di Graz. 3,2,8 ], « fra tutti i sacrifici nessuno può essere superiore a quello del corpo e del sangue di Cristo, né alcuna oblazione può essere migliore di questa », di conseguenza, affinché fosse tenuto in maggiore venerazione, il Signore istituì questo sacramento mentre era sul punto di separarsi dai suoi discepoli.

Da cui le parole di S. Agostino [ Epist. 64,6 ]: « Il Salvatore, per far comprendere più efficacemente la grandezza di questo mistero, lo volle imprimere da ultimo nel cuore e nella memoria dei discepoli, dai quali si stava separando per andare alla morte ».

Analisi delle obiezioni:

1. « Ci nutrono le cose stesse che ci danno l'essere », ma non è detto che esse giungano a noi nella stessa maniera.

Infatti le cose che ci danno l'essere giungono a noi attraverso la generazione, mentre le stesse cose, in quanto ci nutrono, giungono a noi attraverso la via della manducazione.

Come quindi con il battesimo veniamo rigenerati in Cristo, così con l'Eucaristia ci nutriamo di Cristo.

2. L'Eucaristia è il sacramento perfetto della passione del Signore, in quanto contiene Cristo stesso che ha sofferto.

Non poté quindi essere istituita prima dell'incarnazione, ma quello era il tempo dei sacramenti che dovevano soltanto prefigurare la passione del Signore.

3. Questo sacramento fu istituito nella Cena perché in seguito fosse il memoriale della passione del Signore, dopo il compimento di quest'ultima.

Da cui il riferimento esplicito al futuro in quelle parole: « Ogni volta che farete questo ».

4. L'istituzione dei sacramenti segue l'ordine dell'intenzione.

Ora il sacramento dell'Eucaristia, per quanto sia posteriore al battesimo nella ricezione, lo precede tuttavia nell'ordine dell'intenzione.

Quindi doveva essere istituito prima.

Oppure si può rispondere che il battesimo era già stato istituito nello stesso battesimo di Cristo.

Tanto che alcuni erano già stati battezzati con il battesimo cristiano, come si legge nel Vangelo [ Gv 3,22 ].

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