Summa Teologica - III

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Articolo 6 - Se questo sacramento preservi l'uomo dai peccati futuri

In 4 Sent., d. 12, q. 2, a. 2, sol. 2, ad 1

Pare che questo sacramento non preservi l'uomo dai peccati futuri.

Infatti:

1. Molti, dopo aver degnamente ricevuto questo sacramento, cadono in peccato.

Ma ciò non avverrebbe se questo sacramento preservasse dai peccati futuri.

Quindi non è un effetto di questo sacramento il preservare dai peccati futuri.

2. L'Eucaristia è « il sacramento della carità », come si è detto [ a. 4, ob. 1; q. 73, a. 3, ad 3; q. 74, a. 4, ad 3; q. 78, a. 3, ad 6 ].

Ma la carità non preserva dai peccati futuri, poiché una volta posseduta può essere perduta con il peccato, come si è visto nella Seconda Parte [ II-II, q. 24, a. 11 ].

Quindi neppure questo sacramento preserva l'uomo dal peccato.

3. L'origine del peccato in noi, secondo S. Paolo [ Rm 7,23 ], è « la legge del peccato presente nelle nostre membra ».

Ora la mitigazione del fomite, ossia della legge del peccato, viene posta tra gli effetti non di questo sacramento, ma piuttosto del battesimo.

Quindi preservare dai peccati futuri non è un effetto di questo sacramento.

In contrario:

Il Signore [ Gv 6,50 ] ha affermato: « Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia ».

Ma ciò evidentemente non va inteso della morte corporale.

Va quindi inteso nel senso che questo sacramento preserva dalla morte spirituale, che è causata dal peccato.

Dimostrazione:

Il peccato è una specie di morte spirituale dell'anima.

Quindi uno viene preservato dal peccato allo stesso modo in cui il corpo viene preservato dalla morte futura.

Ora, tale preservazione avviene in due modi.

Primo, in quanto l'organismo umano viene rafforzato interiormente contro gli agenti interni della corruzione: e così viene preservato dalla morte con il cibo e con le medicine.

Secondo, in quanto viene difeso dagli assalti esterni: e così viene preservato con le armi, che proteggono il corpo.

Ora, questo sacramento preserva dal peccato nell'uno e nell'altro modo.

Primo, perché unendo l'uomo a Cristo mediante la grazia ne rafforza la vita dello spirito come un cibo e una medicina spirituali, in conformità alle parole del Salmo [ Sal 104,15 ]: « Il pane che sostiene il suo vigore ».

E S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 26 ] scrive: « Accostati sicuro: è pane, non veleno ».

Secondo, in quanto rappresenta la passione di Cristo, dalla quale sono stati vinti i demoni: infatti l'Eucaristia respinge ogni assalto diabolico.

Da cui le parole del Crisostomo [ In Ioh. hom. 46 ]: « Come leoni spiranti fiamme, torniamo da quella mensa resi terribili per il demonio ».

Analisi delle obiezioni:

1. L'effetto di questo sacramento viene ricevuto dall'uomo secondo la condizione umana: come l'influsso di ogni causa agente viene ricevuto dalla materia secondo le condizioni della materia.

Ora, l'uomo viatore è in una condizione tale che il suo libero arbitrio può piegarsi al bene e al male.

Perciò questo sacramento, sebbene abbia di per sé la forza di preservare dal peccato, tuttavia non toglie all'uomo la possibilità di peccare.

2. Anche la carità di per sé preserva l'uomo dal peccato, secondo l'affermazione di S. Paolo [ Rm 13,10 ]: « L'amore non fa nessun male al prossimo ».

Tuttavia la mutabilità del libero arbitrio fa sì che uno possa peccare anche dopo essere stato in possesso della carità, come anche dopo aver ricevuto questo sacramento.

3. Questo sacramento, sebbene non sia direttamente destinato a diminuire il fomite, tuttavia lo diminuisce di riflesso in quanto accresce la carità: poiché, come dice S. Agostino [ Lib. LXXXIII quaest. 36 ], « l'aumento della carità fa diminuire la concupiscenza ».

Direttamente invece conferma il cuore dell'uomo nel bene.

E anche così l'uomo è preservato dal peccato.

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