Summa Teologica - III

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Articolo 2 - Se solo l'uomo possa ricevere spiritualmente questo sacramento, oppure anche gli angeli

In 4 Sent., d. 9, q. 1, a. 2, sol. 4, 5

Pare che non solo l'uomo, ma anche gli angeli possano ricevere spiritualmente questo sacramento.

Infatti:

1. Commentando le parole del Salmo [ Sal 78,25 ]: « L'uomo mangiò il pane degli angeli », la Glossa [ P. Lomb. ] spiega: « cioè il corpo di Cristo, che è veramente il cibo degli angeli ».

Ma ciò sarebbe falso se gli angeli non si cibassero spiritualmente di Cristo.

Quindi gli angeli si cibano spiritualmente di Cristo.

2. S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 26 su 6,54 ] scrive: « Con questo cibo e con questa bevanda [ il Signore ] vuole indicare la società del suo corpo e delle sue membra, che è la Chiesa dei predestinati ».

Ma a questa società non appartengono solo gli uomini, bensì anche gli angeli.

Quindi anche gli angeli santi si cibano spiritualmente dell'Eucaristia.

3. S. Agostino [ Serm. 132 ] dichiara: « Di Cristo dobbiamo cibarci spiritualmente, avendo egli detto: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui" ».

Ora, ciò è vero non solo degli uomini, ma anche degli angeli santi, poiché per la carità Cristo è in essi, ed essi sono in Cristo.

Quindi cibarsi spiritualmente non appartiene solo agli uomini, ma anche agli angeli.

In contrario:

S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 26 su 6,49 ] raccomanda: « Mangiate il pane dell'altare spiritualmente; portate l'innocenza all'altare ».

Ma non appartiene agli angeli accostarsi all'altare per ricevere qualcosa da esso.

Quindi non appartiene agli angeli comunicarsi spiritualmente.

Dimostrazione:

Nell'Eucaristia è presente Cristo stesso, non certo nel suo stato naturale, ma sotto le specie sacramentali.

Ci si può quindi cibare spiritualmente di lui in due modi.

Primo, fruendo di Cristo nel suo stato naturale.

Ed è così che si nutrono spiritualmente di Cristo gli angeli, unendosi a lui con il godimento della carità perfetta e con la visione manifesta ( è questo il pane che ci attende nella patria ); non con la fede, che ci unisce a lui qui sulla terra.

Secondo, ci si può cibare spiritualmente di Cristo in quanto è presente sotto le specie sacramentali: cioè credendo in Cristo con il desiderio di ricevere questo sacramento.

E questo non è soltanto un nutrirsi spiritualmente di Cristo, ma è anche un nutrirsi spiritualmente del sacramento dell'Eucaristia.

Il che va escluso per gli angeli.

Quindi agli angeli non spetta ricevere spiritualmente questo sacramento, sebbene si cibino spiritualmente di Cristo.

Analisi delle obiezioni:

1. Il cibarsi di Cristo in questo sacramento ha per fine la fruizione della patria, di cui già godono gli angeli.

Ora, poiché le cose destinate a un fine sono subordinate al fine stesso, ne segue che la manducazione di Cristo con la quale lo riceviamo sotto il sacramento deriva in qualche modo da quella manducazione con cui godono di lui gli angeli nella patria.

Ed è per questo che si dice che l'uomo mangia « il pane degli angeli »: poiché esso appartiene prima e principalmente agli angeli, che godono di lui come è nel suo stato naturale; agli uomini invece, che ricevono Cristo nel sacramento, appartiene secondariamente.

2. Alla società del corpo mistico appartengono gli uomini mediante la fede, e gli angeli mediante la visione immediata.

Ora, i sacramenti si addicono alla fede, che offre la verità « come in uno specchio e in maniera confusa » [ 1 Cor 13,12 ].

Perciò, propriamente parlando, non agli angeli, ma agli uomini spetta cibarsi spiritualmente di questo sacramento.

3. Cristo rimane negli uomini durante la vita terrena per mezzo della fede, ma negli angeli beati è presente attraverso la visione manifesta.

Perciò il paragone non regge, come si è spiegato [ ad 2 ].

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