Supplemento alla III parte

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Articolo 1 - Se risorgeranno tutte le membra del corpo umano

Pare che non tutte le membra del corpo umano risorgeranno.

Infatti:

1. Venendo a mancare il fine, è inutile ricostituire ciò che è ordinato a quel fine.

Ora, il fine di ciascun membro è la sua funzione.

Siccome dunque nelle opere di Dio nulla viene fatto inutilmente, e d'altra parte dopo la risurrezione non ci sarà l'uso di alcune membra, soprattutto degli organi genitali, poiché allora « non prenderanno né moglie né marito » [ Mt 22,30 ], sembra che non tutte le membra risorgeranno.

2. Gli intestini sono anch'essi delle membra del corpo umano.

Ma essi non potranno risorgere pieni: perché allora sarebbero pieni di immondizia.

E neppure vuoti: poiché in natura non c'è nulla di vuoto.

Perciò non tutte le membra del corpo risorgeranno.

3. Il corpo risorgerà per ricevere il premio delle opere compiute assieme all'anima [ 2 Cor 5,10 ].

Ora, un membro amputato giustamente a un ladro che poi fa penitenza e si salva non può essere rimunerato dopo la risurrezione: non per il bene, poiché ad esso non ha cooperato, e neppure per il male, poiché l'eventuale castigo ridonderebbe sul penitente tutto intero.

Quindi non tutte le membra risorgeranno con l'uomo.

In contrario:

1. Alla verità della natura umana appartengono più le altre membra che i capelli e le unghie.

Ma questi, come dice il testo delle Sentenze [ 4,44,3 ], saranno restituiti all'uomo nella risurrezione.

Molto più dunque le altre membra.

2. « Le opere di Dio sono perfette » [ Dt 32,4 ].

Ma la risurrezione sarà un'opera divina.

Quindi l'uomo tornerà perfetto in tutte le sue membra.

Dimostrazione:

Come dice Aristotele [ De anima 2,4 ], l'anima è nel corpo non solo come causa formale e finale, ma anche come causa efficiente.

Fra l'anima e il corpo ci sono infatti, come nota ancora Aristotele [ De gen. animal. 2,4 ], gli stessi rapporti esistenti fra l'arte e l'opera d'arte.

Ora, tutto ciò che si manifesta esplicitamente nell'opera è già contenuto in germe e in causa nell'arte stessa.

Così dunque tutto ciò che si manifesta nelle singole parti del corpo è contenuto originariamente e in certo qual modo implicitamente nell'anima.

Ora, come l'opera d'arte non sarebbe perfetta se in essa mancasse qualcosa di ciò che l'arte contiene, così l'uomo non potrebbe essere perfetto se tutto ciò che è implicitamente nell'anima non si estrinsecasse nel corpo; e nemmeno il corpo sarebbe perfettamente proporzionato all'anima.

Poiché dunque nella risurrezione il corpo dovrà corrispondere totalmente all'anima, poiché non risorgerà se non per i suoi legami con l'anima razionale, e d'altra parte l'uomo dovrà risorgere perfetto, poiché è restaurato per conseguire l'ultima perfezione, ne viene che necessariamente tutte le membra attualmente esistenti nel corpo dovranno essere ricostituite nella risurrezione.

Analisi delle obiezioni:

1. Le membra possono essere considerate rispetto all'anima o come la materia di cui essa è la forma, oppure come gli strumenti di cui essa si serve: poiché, come insegna Aristotele [ De anima 2,1 ], il rapporto esistente fra il corpo intero e tutta l'anima è identico a quello esistente fra le facoltà dell'anima e gli organi del corpo.

Dal primo punto di vista dunque un membro non ha come fine l'operazione, ma la perfezione della specie; perfezione che è richiesta anche dopo la risurrezione.

Dal secondo punto di vista invece ogni membro ha per fine l'operazione.

Tuttavia non ne segue che, mancando quella, lo strumento sia inutile: poiché lo strumento serve non solo a eseguire l'operazione dell'agente, ma anche a manifestarne le capacità.

Bisogna dunque che gli organi corporei mostrino le potenze dell'anima, anche se non passano mai all'atto, per glorificare così la sapienza di Dio.

2. Gli intestini risorgeranno nei nostri corpi come le altre membra.

Ma non saranno pieni di ignobili rifiuti, bensì di nobili umori.

3. A rigore di termini, non è la mano o il piede che acquistano dei meriti, ma tutto l'uomo: come l'opera d'arte non viene attribuita alla sega, ma all'artista che se ne serve.

Sebbene quindi quel membro amputato prima che l'interessato facesse penitenza non abbia cooperato per acquistare all'uomo la gloria meritata in seguito, tuttavia costui merita di essere premiato in tutte le sue parti, avendo poi servito Dio con tutto ciò che aveva.

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