Supplemento alla III parte

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Articolo 4 - Se i risuscitati avranno le funzioni della vita animale, cioè la nutrizione e la generazione

Pare che i risuscitati avranno le funzioni della vita animale, cioè la nutrizione e la generazione.

Infatti:

1. La nostra risurrezione sarà conforme a quella di Cristo.

Ma di Cristo si legge nel Vangelo [ Gv 21,12ss; Lc 24,43 ] che mangiò dopo la risurrezione.

Quindi anche gli altri uomini dopo la risurrezione mangeranno.

E per lo stesso motivo potranno anche generare.

2. La distinzione dei sessi è ordinata alla generazione, e similmente gli organi che servono alla potenza nutritiva sono ordinati alla nutrizione.

Ora, l'uomo risorgerà con tutte queste cose.

Quindi egli eserciterà le funzioni della nutrizione e della generazione.

3. L'uomo sarà reso beato sia nell'anima che nel corpo.

Ma secondo il Filosofo [ Ethic. 1, cc. 7,13; 10,7 ] la beatitudine, o felicità, consiste nella perfezione dell'operare.

Perciò nei beati tutte le potenze dell'anima e tutte le membra dovranno esplicare i loro atti dopo la risurrezione.

Da cui la stessa conclusione di sopra.

4. Nei beati dopo la risurrezione ci sarà una gioia perfetta.

Ma una tale gioia include tutti i piaceri: poiché la beatitudine è « uno stato reso perfetto dall'insieme di tutti i beni » [ Boezio, De consol. 3, pr. 2 ], e d'altra parte è perfetto « ciò a cui non manca nulla » [ Arist., Phys. 3,6 ].

Siccome dunque nelle funzioni della generazione e della nutrizione c'è un grande piacere, sembra che tali funzioni della vita animale non mancheranno nei beati.

E saranno molto più forti negli altri, che avranno dei corpi meno spirituali.

In contrario:

1. Nel Vangelo [ Mt 22,30 ] si legge: « Nella risurrezione non prenderanno né moglie né marito ».

2. La generazione è ordinata a supplire i vuoti prodotti dalla morte con la moltiplicazione del genere umano, mentre la nutrizione è ordinata a riparare le perdite e ad accrescere il corpo.

Ma nello stato successivo alla risurrezione il genere umano avrà già raggiunto il numero degli individui stabilito da Dio, in vista del quale perdura la generazione.

E così pure ognuno risorgerà nella sua debita statura.

« Né ci sarà più la morte » [ Ap 21,4 ], o altre perdite nel corpo umano.

Quindi le funzioni della generazione e della nutrizione sarebbero inutili.

Dimostrazione:

La risurrezione sarà necessaria all'uomo non in vista della sua prima perfezione, che consiste nel possesso integrale di quanto la sua natura fisica richiede: poiché a ciò l'uomo può giungere nello stato della vita presente mediante l'azione delle cause naturali.

La risurrezione è invece necessaria per conseguire l'ultima perfezione, che consiste nel raggiungimento dell'ultimo fine.

Perciò quelle attività naturali che sono ordinate a produrre o a conservare la prima perfezione della natura umana non ci saranno dopo la risurrezione.

E tali sono appunto le funzioni della vita animale nell'uomo, le mutue interferenze tra gli elementi e il moto dei cieli.

Perciò tutte queste cose cesseranno con la risurrezione.

E poiché mangiare, bere, dormire e generare sono funzioni della vita animale, essendo ordinate alla prima perfezione della natura, dopo la risurrezione esse non avranno più ragione di esistere.

Analisi delle obiezioni:

1. Il pasto che Cristo fece dopo la risurrezione non fu dovuto a necessità, come se la natura umana avesse bisogno di mangiare dopo la risurrezione, ma per mostrare che egli aveva assunto di nuovo la vera natura umana che aveva prima, quando mangiava e beveva con i suoi discepoli.

Ma tale dimostrazione non sarà necessaria nella risurrezione universale: poiché allora ciò sarà evidente per tutti.

Per questo si suol dire che Cristo allora mangiò e bevve per una « dispensa », secondo la terminologia dei giuristi, per i quali « la dispensa è un'eccezione alla legge comune » [ Raimondo, Summa 3,29,2 ]: poiché Cristo risorto si sottrasse momentaneamente all'uso comune dei risorti, che è quello di non cibarsi, per i motivi già indicati.

Perciò l'argomento non regge.

2. La differenza dei sessi e la varietà delle membra servirà a reintegrare la perfezione umana nella specie e nei vari individui.

Perciò non ne segue che esse siano inutili, sebbene manchino le funzioni della vita animale.

3. Le funzioni suddette non appartengono all'uomo in quanto uomo, come nota anche il Filosofo [ Ethic. 10,7 ].

Quindi la felicità del corpo umano non consiste in esse, ma il corpo umano sarà beatificato per la ridondanza dalla ragione a cui è sottomesso, e in forza della quale l'uomo è uomo.

4. I piaceri del corpo, come dice il Filosofo [ Ethic. 7,14; 10,5 ], sono « medicinali », poiché servono a togliere la stanchezza; oppure sono anche delle « malattie », poiché l'uomo si getta su di essi in modo disordinato, come se fossero dei piaceri autentici: nello stesso modo in cui un uomo dal gusto deviato prova piacere in cose che non sono piacevoli per i sani.

Quindi non è necessario che tali piaceri rientrino nella perfezione della beatitudine, come pensano i Giudei, i Saraceni e certi eretici chiamati Chiliasti.

I quali hanno un sentimento guasto anche secondo l'insegnamento del Filosofo: poiché a suo giudizio [ ib. ] i soli piaceri spirituali sono piaceri autentici, e da ricercarsi per se stessi.

Quindi solo questi piaceri sono richiesti dalla beatitudine.

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