La figura e la formazione del Catechista "Qualificato"

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Le esigenze-dimensioni della "qualificazione" catechistica

Trattandosi sostanzialmente di un ministero da cui dipende la stessa vitalità della comunità ecclesiale, la "qualificazione" catechistica comporta un impegno stabile cioè continuativo e permanente che interessi l'intero arco della vita.

Purtroppo è quanto troppo spesso si tralascia di considerare nel preparare i catechisti qualificati laici.

Quasi sempre ci si basa su una sorta di volontariato più o meno supererogatorio.

Così per catechista qualificato s'intende un bravo giovane o una brava signorina disposti a impegnare parte del tempo, forse per qualche anno, per fare catechismo.

Poi, chi si è visto, s'è visto.

Qualche volta rimangono alcune donne e forse qualche maestro a continuare per "generosità" a fare il catechismo, un catechismo che tende a farsi sempre più spento d'entusiasmo, sempre più sfocato e "routinesco".

Continua insomma un'attività catechistica fatta per una sorta di costrizione su se stessi oppure come ricerca di una qualche giustificazione di vita, ma non realizzata come risposta a una chiamata sempre più chiara e assillante.

Troppo spesso, il catechista viene identificato con una sorta di catechista volontario, tralasciando di aiutarlo a chiarire e approfondire quel mistero d'amore e di elezione, quell'invito a una particolare intimità e collaborazione con il Signore che costituisce la chiamata all'ufficio di catechista e catechista qualificato.

Al più viene curata la partecipazione cultuale e didattica, ma unicamente come se si trattasse di persona da confermare nella sua buona volontà, non di persona "chiamata" e "deputata" dal Signore, che abbisogna di essere aiutata a comprendere la sua vocazione e a corrispondere alla urgenza di predilezione con cui appunto Dio la invita ad essere ministro e cooperatore della verità, cooperatore di Lui, Verbo di vita.

E appena se ne intravede la possibilità, tali catechisti vengono volentieri sostituiti.

Non mancano comunità presso le quali l'ideale sarebbe quello di spartire tutta la catechesi riservandola da un lato ai sacerdoti e dall'altra ai genitori per i loro figli.

Quanto però è diverso il pensiero del Concilio.

"Ora, per l'impianto della Chiesa e lo sviluppo della comunità cristiana, sono necessari vari tipi di ministero, che suscitati nell'ambito stesso dei fedeli da una vocazione divina, tutti debbono diligentemente promuovere e rispettare: tra essi sono da annoverare i compiti dei sacerdoti, dei diaconi e dei catechisti.42

I malintesi circa il fondamento stesso della natura della "qualificazione" catechistica e la conseguente instabilità e precarietà nell'impegno catechistico, producono tutta una serie di equivoci e di mali che incidono negativamente sulla stessa vitalità della comunità ecclesiale.

Per esempio, non si considera "giustificata" e tanto meno necessaria una vita interamente spesa, nella condizione di laici, per la catechesi, quasi ché la dedizione alla catechesi non fosse sufficiente per operare e favorire la pienezza di una laicità cristiana.

Non manca chi ritiene che la dedizione stabile e permanente alla catechesi sia in contrasto con la laicità

Altri, invece, ritengono che la laicità finisca con l'impedire o il compromettere la effettiva dedizione alla catechesi.

Ora, se è bene, soprattutto in certe situazioni ambientali, che i catechisti qualificati siano "fortificati per mezzo della imposizione delle mani, che è tradizione apostolica, e siano più strettamente congiunti all'altare per poter esplicare più fruttuosamente il loro ministero con l'aiuto della grazia sacramentale del diaconato",43 ciò non toglie la convenienza e la necessità di laici, che rimanendo sostanzialmente tali, si dedichino stabilmente alla catechesi, dimostrando a un tempo una tipica pienezza di laicità cristiana e la necessità e l'utilità di una certa forma di partecipazione ministeriale alla catechesi.

Infatti anche lo stesso documento appena citato così continua: "La Chiesa non si può considerare realmente fondata, non vive in maniera piena, non è segno perfetto della presenza di Cristo tra gli uomini, se alla Gerarchia non si affianchi e collabori un laicato autentico".

"Non può infatti il Vangelo penetrare ben addentro nella mentalità, nella vita, nell'attività di un popolo, se manca la presenza dinamica dei laici.

Perciò fin dal periodo di fondazione di una Chiesa, bisogna dedicare ogni cura alla formazione di un laicato cristiano … ".

"I laici si debbono unire ai loro concittadini con sincero amore, rivelando con il loro comportamento quel vincolo nuovo di unità e di solidarietà universale, che attingono dal mistero di Cristo.

Diffondano anche la fede di Cristo tra coloro a cui li legano vincoli sociali e professionali … ".

"Anzi, laddove è possibile, i laici siano pronti a cooperare ancora più immediatamente con la Gerarchia, ad adempiere una missione speciale per annunciare il Vangelo a divulgare l'insegnamento cristiano, allo scopo di dar vigore alla Chiesa nascente".44

Tocca infatti in modo peculiare ai catechisti "qualificati" di insegnare e testimoniare come appartenendo a Cristo, si appartiene al Popolo di Dio e alla società civile, anzi proprio perché si appartiene sempre più a Cristo si appartiene nel modo migliore al bene della società civile oltre che al bene del Popolo di Dio.

Pure la società, come ciascun membro che la compone, abbisogna della parola di Dio per risolvere le ambiguità e le ambivalenze che l'affliggono, per vincere le tendenze che la minacciano, per aprirsi a orizzonti e sviluppi nuovi di vita verso la Vita, verso la società che è Dio, verso la comunione con Dio e l'unità di tutti coloro che la compongono.

il Cristo è via, verità e vita, risurrezione e vita, dei singoli come dei popoli e di coloro che li governano.

"E la città non ha bisogno del sole né della luna che la rischiarino; poiché la gloria di Dio la illumina, e la sua lucerna è l'agnello.

E le genti cammineranno alla sua luce, e i re della terra porteranno in essa la loro gloria …

E porteranno in essa la gloria e l'amore delle genti".45

Solo il Cristo è l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine di ogni uomo e di ogni popolo.46

Ministero catechistico e laicità non solo sono perfettamente comparabili, non solo possono e debbono vicendevolmente corrispondersi e aiutarsi nell'opera costante e diuturna del catechista qualificato, ma il ministero del catechista laico può portare a un modo nuovo di vita secolare consacrata che congiuntamente manifesti in modo più radicale e palese lo splendore e le esigenze del Vangelo e la fecondità per la stessa laicità della parola di Dio incarnata e manifestata nella laicità consacrata.

Come è stato di Maria e Giuseppe e, prima, di Giovanni il Battista, il precursore.

Allorché il ministero della parola manifesta al cristiano che lo compie tutta l'ampiezza delle sue esigenze, allora è indubitabile l'invito alla consacrazione di se stessi a tale ministero.

Infatti tali esigenze investono la vita stessa del catechista e non solo la sua attività ministeriale, poiché sono esigenze di totalitarietà ( tutto per … ), di assolutezza ( senza condizioni ), di pienezza ( tutto con ), di perennità ( per sempre ).

Deputato da Dio, per mezzo della Chiesa, a insegnare e a istruire, il catechista "qualificato" che intende sino in fondo il senso e la portata della chiamata del Signore, al Signore si offre interamente, interamente consacrandosi al ministero a cui Iddio lo chiama.

"Poiché dunque possediamo carismi differenti secondo la grazia che ci è stata data.. chi ha quello di insegnare si consacri all'insegnamento ".47

Altra cosa è svolgere un ministero, altra cosa è consacrarsi allo svolgimento di esso.

Consacrarsi è darsi tutto per farsi in qualche modo ciò stesso a cui ci si consacra mediante la piena abnegazione di se stessi.

Nel nostro caso l'invito a consacrarsi scaturisce dalla suprema dignità del valore salvifico della Parola di Dio e, conseguentemente, del suo insegnamento; scaturisce dall'amore del Padre, "che ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio, l'Unigenito, affinché ognuno che crede in Lui non perisca ma abbia la vita eterna";48 scaturisce per l'amore del Figlio, Verbo della vita, datosi per noi sino alla morte di croce; scaturisce nell'amore dello Spirito Santo, mandato per il sacrificio di Cristo, per rendere in noi testimonianza al Cristo e introdurci a tutt'intera la verità che è Cristo.

Consacrati al ministero catechistico è abbracciare uno stato di vita che meglio consenta di corrispondere alle esigenze di totalitarietà, di assolutezza, di perpetuità e di fecondità proprie della missione di insegnare e di istruire la Parola di Dio.

La consacrazione catechistica trae origine dalla dottrina e dagli esempi del Divino Maestro, per apparire anch'essa come uno splendido segno del Regno dei cieli.

I catechisti "qualificati" quanto più fervorosamente, adunque si uniscono a Cristo con questa donazione di sé che abbraccia tutta la loro esistenza, tanto più la vita della Chiesa si arricchisce e il suo apostolato diviene vigorosamente fecondo.

Infine, la consacrazione catechistica manifesta pure sino in fondo la vitalità e la potenza trasformante del Battesimo, mentre si configura come singolare accettazione del Battesimo, sul quale per altro s'innesta la deputazione al ministero catechistico.

Infine, la consacrazione catechistica è destinata a manifestare, in forma concreta e immediata, l'effettualità trasformante della stessa catechesi, come "santificazione in atto, annuncio della piena comunione con Dio nella vita eterna, predicazione vissuta a glorificazione di Dio ed evento salvifico per gli uomini".

Indice

42 Ad gentes 15.
43 Ad gentes 16.
44 Ad gentes 21.
45 Ap 21,23-26
46 Ap 22,13
47 Rm 12,6-7
48 Gv 3,16