La figura e la formazione del Catechista "Qualificato"

Indice

L'orientamento spirituale apostolico del catechista qualificato

"La catechesi è sviluppo dell'annuncio fondamentale della parola di Dio, per guidare l'itinerario degli uomini alla fede, dalla invocazione o riscoperta del Battesimo, fino alla pienezza della vita cristiana".49

Lungo questa direzione, "la catechesi è esplicazione sempre più sistematica della prima evangelizzazione, iniziazione alla vita della Chiesa e alla concreta testimonianza della carità".50

Essa "intende portare alla maturità della fede" e "abilita l'uomo alla vita teologale".51

"È a servizio degli uomini" in quanto coinvolge come evento salvifico tutta la realtà umana, tutti i problemi degli uomini".

In particolare la "catechesi inizia i cristiani a cogliere il valore dei segni liturgici, con i quali Dio si rivela e si comunica, li abilita alla professione di fede, che essi esprimono soprattutto nell'assemblea eucaristica; li dispone a compiere con Cristo la loro offerta al Padre".52

Per ogni cosa, la "catechesi è ordinata a disporre e guidare i credenti ad accogliere l'azione dello Spirito Santo, affinché, mentre il cristiano si apre alla grazia divina, maturi in lui la sapienza di Cristo".53

Infine, "la catechesi matura il senso di appartenenza a Cristo nella Chiesa"; "a scoprire e a vivere la Chiesa, come realtà di comunione, come sacramento di amore e di salvezza per tutti gli uomini".54

Ecco alcuni dei preziosi insegnamenti dichiarati dalla Conferenza Episcopale Italiana con il documento per il rinnovamento della catechesi.

Se ne possono ricavare agevolmente alcune delle funzioni della catechesi: la funzione "onnicomprensiva", "onnidinamizzante", onnisalvifica" in quanto la catechesi si rivolge a tutti gli uomini, considera tutta la realtà umana, tutti i problemi dell'uomo, la storia, la cultura, la civiltà, il costume e, per rapporto all'uomo, l'intera realtà cosmica: tutto in ordine al misteri di Cristo.

"Tutto è vostro, voi di Cristo, Cristo di Dio".55

La catechesi agisce come evento "onnidinamizzante" e "onnisalvifico" poiché ogni cosa deve essere ricapitolata in Cristo, e per lui liberata, riconciliata, riunita, purificata.

La funzione "redintegratrice" per cui ogni cosa viene riscattata, purificata, ristabilita nel suo essere pieno e nel suo ordine.

La funzione esplicativo-sistematica e riassuntivo-sistematizzatrice per cui ogni cosa viene raggiunta, spiegata, manifestata, partendo da Cristo e ogni cosa viene reinserita, correlata, ricapitolata in Cristo, in vista della comunione con Dio e di tutti in Dio.

La funzione di "sviluppo" sino alla "pienezza" e alla "maturità" di ogni uomo, di tutti gli uomini in vista del ritorno di Cristo re e sposo, affinché "Dio sia tutto in tutti".

La funzione di "iniziazione" a ciò a cui la catechesi conduce e ciò da cui sgorga e da cui si alimenta: la partecipazione alla vita liturgica e soprattutto al sacrificio della Messa, culmine e sorgente anche della catechesi, nella disponibilità allo Spirito Santo.

Sono tutte funzioni essenzialmente correlate, concomitanti, integrative e complementari che per potersi attuare esigono di partire dall'uomo proprio per poterlo comprendere, non dall'azione dell'uomo proprio per poterlo salvare, non dalla parola e dalle espressioni dell'uomo proprio per poterlo spiegare, ricollocare e ricollegare, non dalla fecondità ed efficienza dell'uomo proprio per poterlo condurre a maturità e pienezza, non dalle iniziative dell'uomo proprio per poterlo introdurre e iniziare alla vita nuova, alla vita che non conosce la morte.

Si esige un evento che sopravvenga a tutta la storia a tutto l'uomo, si esige un intervento, una luce, un'azione dall'alto, tali cioè da potersi estendere, penetrandole dall'intimo, a tutti gli uomini, a tutti gli interventi che sono dall'uomo e dell'uomo; si esige una entità personale sovrana capace di parlare agli uomini, di entrare in comunicazione con ogni uomo e con tutti gli uomini, aprendo e conducendo ciascuno alla comunione con tutti.

Si esige una sorgente viva, un fondamento vivo, un centro vivo da cui il catechista prenda vita e si muova, in cui permanga, con cui svolga il suo ministero e per cui tale ministero si compia e nel quale trovi il suo culmine.

Si esige Uno che si dia per ogni uomo, per la comunità degli uomini, per la storia, per il mondo come l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine; come la via di tutte le vie, la verità di tutte le verità, la vita delle vite degli uomini; come porta e pastore di vita; pane di vita; re e sposo che viene con la pienezza della vita che non ha mai fine, vita senza lacrime, né tenebra, né mancamenti di sorta.

Questa pietra angolare, questa sorgente di vita, questo centro vivo è Gesù Cristo e il suo mistero.

"In lui tutta la costruzione, ben compaginata, cresce come tempio santo del Signore; in Lui anche voi siete inseriti nella costruzione per divenire abitazione di Dio nello SPirito.56

Infatti, il Padre "ci ha manifestato il mistero della volontà sua, quel piano stabilito e predisposto in lui per l'economia della pienezza dei tempi, di ricondurre a un unico capo, Cristo, tutte le cose: quelle che sono in cielo e quelle che sono sulla terra.

E tutto egli ha sottomesso ai piedi di Lui, e lo ha posto al disopra di tutto, quale capo della Chiesa, che è il suo corpo, la pienezza di lui che riempie tutti sotto ogni aspetto".57

La catechesi perciò "intende soprattutto far accogliere la persona vivente di Cristo, nella pienezza della sua umanità e divinità, come salvatore e capo della Chiesa e di tutto il creato",

È questa "La via corrispondente all'azione stessa di Dio e alle esigenze dell'uomo, è quella seguita dalla Chiesa fino dai primi tempi".

Sino a questo punto l'accordo e la chiarezza sono oggi pressoché generali, almeno in quelli che hanno a cuore la catechesi e la formazione dei catechisti "qualificati".

I corsi per la formazione di catechisti si moltiplicano e si perfezionano, sono sempre più numerosi i riconoscimenti conferiti, ma continuano a verificarsi fenomeni preoccupanti: da un lato la "professionalizzazione" in senso sociologico dei catechisti come "insegnanti di religione", dall'altro il venir meno entro un arco di tempo relativamente breve di molti, di quasi tutti coloro che sono stati preparati per esempio per la catechesi nelle parrocchie.

A queste due gravi manifestazioni ne va aggiunta, ancora più preoccupante, una terza: lo scarso frutto di un programma catechistico che, per altro, tenta di farsi sempre più organizzato e capillare.

A nostro avviso, i motivi principali di tale andamento sono essenzialmente spirituali e teologici.

A questo proposito abbiamo già in precedenza tentato di chiarire alcuni equivoci.

Ora è indispensabile rilevarne un altro, certamente più grave, in ordine al farsi della catechesi e al formarsi degli stessi catechisti.

Il nucleo centrale di ogni cosa è Cristo nel suo mistero, Cristo che si dà a noi secondo un itinerario, una linea di azione che non si può ignorare e dalla quale non si deve assolutamente prescindere.

Cristo è venuto e viene incontro all'uomo, secondo un disegno stabilito dal Padre, disegno che costituisce l'itinerario per il quale soltanto si entra in Cristo e in Lui ci si espande sino alla pienezza della statura di Lui.

Questo disegno, questo itinerario non "fu", ma "è" continuamente presentato e offerto all'uomo, quale perfettamente corrispondente alle esigenze dell'uomo, di ogni uomo.

"Questi è colui che venne con acqua e sangue: Gesù Cristo, non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue".58

È nella morte e per il sangue di Cristo che si manifesta massima la "vicinanza" di Dio all'uomo e che si realizza la massima vicinanza degli uomini tra loro.

È nella morte e per il suo sangue che Cristo, vincendo ogni inimicizia, ogni contrapposizione nell'uomo e tra gli uomini, diventa la nostra pace.59

La nostra redenzione è Cristo crocifisso: "noi abbiamo la redenzione per il suo sangue, la remissione delle colpe, a misura della ricchezza della grazia sua che fece sovrabbondare in noi, in ogni sapienza e prudenza".60

È in forza del sacrificio di Cristo che si attua "il piano stabilito e predisposto in lui per l'economia della pienezza dei tempi, di ricondurre a un unico capo, Cristo, tutte le cose: quelle che sono in cielo e quelle che sono sulla terra".61

Il suo sangue è il principio di universale riconciliazione con Dio.

"Piacque infatti a Dio di fare abitare in lui tutta la pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose - sia quelle che sono sulla terra come quelle che sono in cielo - facendo pace per virtù del sangue della sua croce".62

il Cristo si fa manifestazione del Padre, e della stessa essenza di Dio, per mezzo della sua passione e morte sulla croce.

"Quando avrete levato in alto il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che io sono".63

"Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio, l'Unigenito, affinché ognuno che crede in lui non perisca ma abbia la vita eterna".64

"Dio è amore. L'amore di Dio ci si è manifestato così: Dio inviò il Figlio suo, l'Unigenito, nel mondo affinché noi vivessimo per mezzo di lui.

In questo sta l'amore: non noi amammo Iddio, ma egli amò noi e inviò il Figlio suo a espiare per i nostri peccati".65

È per la croce che il Cristo è costituito principio di universale attrazione salvifica irraggiantesi su tutti gli uomini e la storia "Quanto a me, allorché sarò innalzato da terra tutti attrarrò a me. Diceva questo per indicare di quale morte stava per morire".66

"E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così deve essere innalzato il Figlio dell'uomo affinché ognuno che crede in lui abbia la vita eterna".67

La passione e morte di Cristo è il principio della sua e della nostra resurrezione.

"Per questo Iddio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome".68

"Gesù, noi lo vediamo coronato d'onore e di gloria a causa della morte che ha sofferto, affinché, per grazia di Dio, a vantaggio di ognuno gustasse la morte".69

"Cristo, invece, apparso quale sommo sacerdote dei beni futuri… per virtù del proprio sangue, entrò una volta per sempre nel santuario, avendo provocata una redenzione eterna.

Se, infatti, il sangue di capri e di tori e la cenere di una giovenca aspersa sui contaminati li santificano procurando una mondezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, il quale, per virtù di spirito eterno, offrì se stesso immacolato a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire a Dio Vivente".70

Certo è, che senza la risurrezione del Signore vana sarebbe la nostra fede.

Ma la risurrezione di Cristo non cancella la sua crocifissione, ma soltanto l'ignominia di essa.

Non la cancella dunque, ma anzi la conserva in sé come suo principio di glorificazione e vi emerge e al tempo stesso la comprende come suo frutto glorioso, ne proclama la vittoria, ne comunica al mondo la virtù salutare, la continua nella Chiesa e in ogni cristiano, la ripresenta nel sacrificio della Messa, la celebra in eterno alla destra del Padre nella gloria del Cielo.

Il battesimo, nella cui virtù noi ci immergiamo misticamente quando siamo battezzati in Cristo Gesù, è il battesimo della sofferenza di Cristo.71

"Non sapete forse che tutti noi che fummo battezzati in Cristo Gesù, fummo battezzati nella sua morte?".72

Cristo ci dà come cibo di vita la sua carne immolata e perciò gloriosa e il suo sangue versato e perciò glorioso.

Vi è un'intima connessione tra il sacrificio di Cristo e l'effusione dello Spirito.

"Questi è colui che venne con acqua e sangue: Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e col sangue.

È lo Spirito che ne rende testimonianza, poiché lo Spirito è la verità.

Sono dunque tre i testimoni: lo Spirito e l'acqua e il sangue, e i tre sono in unità".73

La Chiesa, vivificata dallo Spirito, nasce come nuova Eva dal costato trafitto di Cristo, nuovo Adamo.

"Infatti, dal costato di Cristo morente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa".74

La vergine Immacolata in previsione dei meriti del Figlio suo crocifisso, sino alla perpetua consumazione di tutti gli eletti, è madre della Chiesa "dal momento del consenso fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazione sotto la croce".

Consenso al beneplacito divino che la volle madre del Verbo incarnato, cioè colei che venne chiamata a dare nel suo seno quella carne che è per l'immolazione e quel sangue che è per l'effusione sulla croce.

Tant'è che proprio dalla croce il Figlio suo la dona come madre per tutti gli uomini.

Gesù Crocifisso che nella sua gloria viene spiritualmente e sacramentalmente e che poi verrà manifestamente, deve essere considerato la via, la porta, il punto di riferimento per lo sviluppo della vita presente, sviluppo che ci porterà ad essere con Lui nella gloria.

La conversione, la vita nuova secondo l'uomo nuovo, quaggiù consiste nella conformità con Cristo crocifisso.

Dobbiamo morire al peccato, "per vivere non più per noi ma per colui che morì e risuscitò per noi".

I sentimenti che dobbiamo nutrire, la traccia che dobbiamo seguire sono quelli di Cristo e di Cristo crocifisso.75

La nostra carità è amare come ci ha amato Cristo sino alla sua immolazione, è amare con lo stesso amore di Cristo, Cristo con tutto si è dato a noi e per noi.

La nostra fede si concreta nella sequela di Cristo, nella partecipazione alla sua obbedienza, obbedienza sino alla morte e morte di croce.

La nostra speranza si appoggia sul sacrificio salvifico di Cristo "abbiamo fiducia dell'ingresso al santuario in virtù del sangue di Gesù, ingresso che egli ha inaugurato per noi, via nuova e vivente, attraverso il velo, cioè la carne sua".76

Gesù crocifisso è fondamento della nostra fiducia in Dio e del nostro coraggio "Colui che non risparmiò nemmeno il suo proprio Figlio, ma lo sacrificò per tutti noi, come potrà non accordarci con lui tutto il resto?".77

… e della certezza di vittoria:

"Chi potrà strapparci dall'amore di Cristo? Quale tribolazione, angustia, persecuzione, fame, nudità, pericolo, spada? … di tutte queste prove trionfiamo appieno grazie a colui che ci ha amato.

Certamente né la morte né la vita, né gli angeli, né i principati, né il presente, né il futuro, né le potenze, né cose alte o profonde, né alcun'altra creatura ci potranno separare dall'amore di Dio che ci giunge nel Cristo Gesù, nostro Signore".78

Come per le sue piaghe e per il suo sangue Gesù è venuto a noi, per la stessa via noi entriamo in Lui, e per Lui entriamo nella comunione con il Padre.

Dunque, è sempre per rapporto a Lui crocifisso che noi dobbiamo vedere, scegliere, operare ogni cosa: verso di noi, verso gli uomini, il mondo e la storia.

Soltanto per Lui crocifisso, e perciò glorioso, possiamo cooperare alla redenzione universale, comprendendo il vero valore di ogni cosa, ciò che la impedisce e la minaccia e operare per la nostra e l'altrui liberazione, il nostro e l'altrui rinnovamento.

È soltanto per Gesù crocifisso che l'accettazione di lode e la vera obbedienza diventano aspetti essenziali di tutti i nostri atti e rapporti.

Senza Cristo crocifisso nulla viene davvero accettato, ma tutto viene infine subito o strumentalizzato o tralasciato, anche la nostra stessa vita, poiché accettare sino in fondo vuol dire accettare Dio da cui tutto proviene o è permesso.

E senza accettazione non c'è bene, né c'è gloria che fiorisce nella lode.

Accettare davvero e sino in fondo è venire a Colui dal quale tutto proviene, è venire alla sua gioia e pervenire alla sua lode.

"Sappiamo ancora che Dio fa cooperare tutto al bene di coloro che lo amano".79

Tutto in Cristo crocifisso, come ci attesta lo Spirito: "Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.

E se figli, siamo pure eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, dacché soffriamo insieme con Lui per essere altresì con lui glorificati".80

Senza Cristo crocifisso non conosciamo la vera obbedienza, ma soltanto il soggiacere o l'aperto disobbedire.

Senza di lui l'obbedienza diventa scandalo e stoltezza.

Così ci rifiutiamo di diventare i figli dell'obbedienza, senza la quale tuttavia non possiamo piacere a Dio, e ci facciamo nemici degli uomini e di noi stessi.

"Lui che nei giorni della sua vita mortale… imparò, quantunque Figlio, per le cose patite l'obbedienza e, reso perfetto, divenne per tutti coloro che l'obbediscono causa di salvezza eterna, proclamato da Dio sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec ".

È sulla via di Lui che dobbiamo camminare "anche noi …  sbarazzatici d'ogni impaccio e del peccato che facilmente irretisce, con paziente perseveranza corriamo l'agone e noi proposto, levando lo sguardo all'autore e consumatore della fede, Gesù, il quale, per la gioia a lui proposta, tollerò la croce, sprezzatane l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio".81

Per questa via deve pure svolgersi la catechesi.

Questo è pure l'itinerario che il catechista deve percorrere affinché i soggetti a cui si rivolge posano anch'essi avviarsi per questo unico cammino di salvezza.

Guai se si parla solo del Risorto, saltando il Crocifisso, contro il Vangelo che è soprattutto il racconto della Passione e Morte del Signore per la nostra salvezza.

Allora il cristianesimo diventa una favola.

Dobbiamo parlare del Risorto che è la gloria del Crocifisso.

La catechesi poi, per quanto intensamente e compiutamente nutrita di conoscenza e di metodo, rimane sempre con i lineamenti della predicazione, la predicazione che ha per oggetto Gesù Crocifisso.

Predicare infatti è "non saper altro in mezzo agli uomini all'infuori di Gesù Cristo e Gesù Cristo crocifisso".82

S, nulla "all'infuori di", ma tutto"in" Gesù Cristo e Gesù Cristo crocifisso: anche la sua e la nostra risurrezione, anche il suo ritorno e la nostra glorificazione, anche il Padre, anche lo Spirito, anche la Chiesa e la Vergine che ne è la madre, anche l'uomo e la storia; anche il mondo e la civiltà, anche il tempo attuale e i problemi dell'umanità presente.

Infatti, Gesù Crocifisso, e per questo glorioso, "è potenza di Dio e sapienza di Dio".83

E tale predicazione, anche se li coinvolge, "non si appoggia sugli argomenti persuasivi della saggezza umana, bensì sull'efficacia dimostrativa dello Spirito e della potenza divina".84

Questa "efficacia dimostrativa" si ha soltanto nelle manifestazioni carismatiche dello Spirito.

È lo Spirito che occorre sempre invocare affinché ci illumini con la sua testimonianza, ci riscaldi con il suo ardore potente, ci muova in ogni cosa e in ogni parola con la sua potenza rigeneratrice.

Anche per il catechista che si prepara a fare o che fa la catechesi, vale l'orientamento interiore del Cristo.

"È venuta l'ora in cui il Figlio dell'uomo deve essere glorificato.

In verità, in verità vi dico: Se il chicco di frumento non cade in terra e vi muore, resta solo; se invece, muore, porta molto frutto.

Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna".85

Soprattutto per lui vale questo esempio del Cristo: "Per essi io consacro me stesso, affinché anch'essi siano consacrati in verità".86

Dunque, percorriamo sempre e soltanto in ogni cosa l'unica via della speranza e della salvezza: Cristo Crocifisso.

Sempre per noi e per coloro a cui ci rivolgiamo: "abbiamo fiducia dell'ingresso al santuario in virtù del sangue di Gesù, ingresso che egli ha inaugurato per noi, via nuova e vivente, attraverso il velo, cioè la sua carne".87

"Degno sei di ricevere il libro ( della vita ) e di aprire i suoi sigilli, perché fosti sgozzato e col sangue tuo ci comprasti a Dio, noi di ogni tribù, lingua, popolo e gente e di essi hai fatto per il Dio nostro un regno e dei sacerdoti, e regneranno sulla terra".88

"Degno è l'agnello sgozzato di ricevere la potenza, ricchezza, sapienza, forza, onore, gloria e lode".89

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49 Rinn. Cat. 30
50 Rinn. Cat. 30
51 Rinn. Cat. 30
52 Rinn. Cat. 32
53 Rinn. Cat. 37
54 Rinn. Cat. 48
55 1 Cor 3,22-23
56 Ef 2,21-22
57 Ef 1,22-23
58 1 Gv 5,6
59 Ef 2
60 Ef 1,7
61 Ef 1,9-10
62 Col 1,19-20
63 Gv 8,26
64 Gv 3,16-17
65 Gv 4,8-10
66 Gv 12,32-33
67 Gv 3,14-15
68 Fil 2,9
69 Eb 2,9
70 Eb 9,11-14
71 Mc 10,38;
Lc 12,50
72 Rm 6,3
73 Gv 5,6-7
74 Sacrosanctum concilium 5.
75 Fil 2,4-8;
1 Pt 2,21-24
76 Eb 10,19
77 Rm 8,32
78 Rm 8,35-39
79 Rm 8,28
80 Rm 8,16-17
81 Eb 12,1-2
82 1 Cor 2,2
83 1 Cor 1,24
84 1 Cor 2,4
85 Gv 12,23-25
86 Gv 17,19
87 Eb 10,19-20
88 Ap 5,9-10
89 Ap 5,12