Lettera N° 53

Torino, dicembre 2017

La nostra preparazione al Santo Natale

Ai voi, carissimi amici e collaboratori dei Cenacoli di adorazione – evangelizzazione, propongo in questo tempo di Natale alcune riflessioni sulla povertà di Gesù nel suo Natale, scritte da San Giovanni Battista de La Salle.

Gesù nasce povero, in una stalla.

Maria lo mette al mondo in un luogo privo di ogni comodità, senza alcun soccorso umano, a tal punto che "per il suo primogenito non c'è altro giaciglio che una mangiatoia" ( Lc 2,17 ).

L'esempio di Gesù che nasce praticando la povertà in grado sublime, induca anche noi ad amarla al sommo, poiché proprio per farcela amare, ha voluto ridursi in tale stato.

Quindi, nessuna meraviglia se saremo privi di qualcosa, anche necessaria, poiché Gesù Bambino ha mancato di tutto.

Il Figlio di Dio vuole che la umanità di cui si è rivestito sia nella più completa indigenza.

Per questo esige che anche voi riproduciate i sentimenti del suo animo.

Solo a tale condizione prenderà pieno possesso del vostro cuore. ( M. 85, 1 )

Il primo frutto che deve produrre in noi la meditazione della Natività di nostro Signore è l'orrore e l'avversione a ogni peccato, vedendo quanto il Figlio di Dio si è abbassato e umiliato, annichilendo se stesso, facendosi bambino per distruggere il peccato.

Il secondo frutto è la grande fiducia di ottenere da Dio il perdono dei nostri peccati, a patto che ne abbiamo vero dolore, con il fermo proposito di non peccare mai più con deliberata volontà.

Il terzo frutto è un amore grande per nostro Signore e una tenera devozione verso di Lui, considerandolo come Dio Bambino, nato per amore nostro.

Il quarto, un sommo disprezzo delle ricchezze e degli onori, vedendo il Figlio di Dio nascere in questo mondo così povero e umiliato.

Il quinto, infine, il sommo desiderio di imitarlo in tutte le virtù delle quali ci dà l'esempio. ( M.O. 34 )

La cura che Dio ha per me

Non perdere nessuna occasione di persuaderti dell'amore particolare, personale che Dio Padre ha per te.

Esso si mostra anche nei minimi particolari della vita.

Egli solo è infinitamente saggio e onnipotente, da poter dirigere e regolare ogni singola vita come se quella persona fosse il centro dell'universo e tutte le cose fossero ordinate unicamente al suo vantaggio.

Quando mi alzo al mattino posso dire con tutta verità: "Questo giorno, con tutte le sue circostanze e conseguenze, è stato fatto, previsto, ordinato da Dio, perché io lo ami e lo serva meglio".

Quindi non c'è che accettare i propri doveri, la condizione della propria salute, la condotta degli altri, sicuri che, così, si cammina sulla via per la quale Dio vuole che si vada a Lui. ( Daniel Considine )

Le tappe del movimento adoratori di Gesù Crocifisso

( continuazione )

3 luglio 1908

Il mio buon Gesù mi fa segnare che non devo prendere la cosa tanto alla leggera, mentre è cosa di molta importanza; e che devo scrivere molto della misericordia infinita di Dio.

Gesù: "Non essere superficiale nello scrivere, e dirai così: tu sei l'anima del Cuore del tuo Gesù Crocifisso.

Preannuncio del Movimento degli Adoratori

4 agosto 1908

Gesù Crocifisso: "… se i peccati si fanno in questo mondo, voglio anime che, come serafini in cielo, mi seguano con l 'orazione e altre virtù, affinché facciano riparazione."

12 agosto 1908

Gesù Crocifisso: " Non voglio dubbi, sebbene tu sia piccolo, debole, mi sono servito di te per seminare e ho chiamato altri figli esperti, che proseguiranno la seminagione e la coltivazione: tutto ciò che ti faccio scrivere, sarà conservato, diligentemente, perché dettato dal tuo Crocifisso Gesù."

15 agosto 1908

Fra Leopoldo: … Ma chi crederà a tante cose fattemi scrivere, di cui molte tanto in mio favore?

La Vergine SS. rispose: " Saranno le opere.

" Gesù e Maria mi ripetono: "Guai a te se vieni meno; noi abbiamo volto gli occhi sopra di te per servizi che si manifesteranno più avanti.

" Si può contemplare l'Uomo-Dio in uno stato così doloroso senza provare orrore per il peccato e un grande dolore per quelli commessi?

Non possiamo infatti ignorare che sono i nostri peccati la causa di tanta sofferenza e della sua morte!

Non volere cessare di peccare significa non volere che Gesù Cristo cessi di patire.

Noi sappiamo che ogni volta che pecchiamo, gli rinnoviamo questi tormenti?

" Lo crocifiggiamo di nuovo", secondo S. Paolo ( Eb 6,6 ), e gli diamo un'altra specie di morte, che gli è ancora più dolorosa e crudele della prima. ( M 27,3 )

Giungano a tutti voi, carissimi amici, i miei più cari saluti ed i migliori auguri di buone feste e arrivederci, possibilmente tutti, al Cenacolo di Venerdì 5 Gennaio 2018.

Leandro