|  | 2 Maccabei |  | 
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
| Il martirio dei sette fratelli | ||||
| 1 Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine proibite. | 
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| 2 Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: « Che cosa cerchi di indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le patrie leggi ». | ||||
| 3 Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco padelle e caldaie. | ||||
| 4 Diventate queste subito roventi, il re comandò di tagliare la lingua, di scorticare e tagliare le estremità a quello che era stato loro portavoce, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre. | ||||
| 5 Quando quegli fu mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo mentre era ancora vivo. Mentre il fumo di spandeva largamente all'intorno della padella, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, esclamando: | ||||
| 6 « Il Signore Dio ci vede dall'alto e in tutta verità ci dà conforto, precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: Egli si muoverà a compassione dei suoi servi ». | 
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| 7 Venuto meno il primo, in egual modo traevano allo scherno il secondo, e strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: « Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro? ». | ||||
| 8 Egli rispondendo nella lingua paterna protestava: « No ». Perciò anch'egli si ebbe gli stessi tormenti del primo. | ||||
| 9 Giunto all'ultimo respiro, disse: « Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna ». | ||||
| 10 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani | 
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| 11 e disse dignitosamente: « Da Dio ho queste membra e, per le sue leggi, le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovo »; | ||||
| 12 così lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture. | ||||
| 13 Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. | ||||
| 14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: « È bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita ». | ||||
| 15 Subito dopo, fu condotto avanti il quinto e fu torturato. | ||||
| 16 Ma egli, guardando il re, diceva: « Tu hai potere sugli uomini e, sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio. | ||||
| 17 Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza ». | ||||
| 18 Dopo di lui presero il sesto; mentre stava per morire, egli disse: « Non illuderti stoltamente; noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia. | 
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| 19 Ma tu non credere di andare impunito dopo aver osato di combattere contro Dio ». | 
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| 20 La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. | ||||
| 21 Esortava ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili sentimenti e, sostenendo la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: | ||||
| 22 « Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. | 
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| 23 Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato alla origine l'uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi ». | ||||
| 24 Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quella voce fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l'avrebbe fatto ricco e molto felice se avesse abbandonato gli usi paterni, e che l'avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato cariche. | ||||
| 25 Ma poiché il giovinetto non badava affatto a queste parole il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo. | ||||
| 26 Dopo che il re la ebbe esortata a lungo, essa accettò di persuadere il figlio; | ||||
| 27 chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua paterna: « Figlio, abbi pietà di me che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. | ||||
| 28 Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l'origine del genere umano. | ||||
| 29 Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia ». | ||||
| 30 Mentre essa finiva di parlare, il giovane disse: « Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. | ||||
| 31 Ma tu, che ti fai autore di tutte le sventure degli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. | ||||
| 32 Per i nostri peccati noi soffriamo. | 
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| 33 Se per nostro castigo e correzione il Signore vivente si adira per breve tempo con noi, presto si volgerà di nuovo verso i suoi servi. | ||||
| 34 Ma tu, o sacrilego e di tutti gli uomini il più empio, non esaltarti invano, agitando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo; | ||||
| 35 perché non sei ancora al sicuro dal giudizio dell'onnipotente Dio che tutto vede. | ||||
| 36 Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato breve tormento, hanno conseguito da Dio l'eredità della vita eterna. Tu invece subirai per giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. | ||||
| 37 Anche io, come già i miei fratelli, sacrifico il corpo e la vita per le patrie leggi, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu fra dure prove e flagelli debba confessare che egli solo è Dio; | ||||
| 38 con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l'ira dell'Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe ». | ||||
| 39 Il re, divenuto furibondo, si sfogò su costui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. | ||||
| 40 Così anche costui passò all'altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. | ||||
| 41 Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte. | ||||
| 42 Ma ora basti quanto s'è esposto circa i pasti sacrificali e le incredibili crudeltà. | ||||
|  | Indice |  | 
| 7,1 | c 7 Dopo l'esempio di un venerando dottore della legge, viene riportato quello di una madre di famiglia con i suoi figli. La persecuzione infatti, esercitata a quei tempi con metodi molto crudeli, si era estesa anche alle donne e ai bambini ( cf. 1 Mac 1,60s ). Il fondo del racconto è dunque storico e la rielaborazione letteraria si esplica soprattutto nei discorsi messi in bocca ai protagonisti. Il culto dei « sette fratelli Maccabei » si diffuse fino nell'Occidente, ai quali vennero dedicate molte chiese. Il racconto intitolato « Passione dei santi Maccabei » incontrò larga diffusione e servì da modello a diversi atti di martiri. | 
| 7,8 | lingua paterna: questa espressione ritorna nei 
			v 21 e 
			v 27 e sembra che con essa l'autore voglia alludere all'ebraico ( cf. 
			2 Mac 12,37; 
			2 Mac 15,29 ). In realtà, la lingua della donna doveva essere piuttosto l'aramaico. | 
| 7,9 | La fede nella risurrezione, espressa qui per la prima volta in modo così esplicito, è intesa come fede in una vita nuova ed eterna. vita nuova ed eterna: alla lettera « per una rivivificazione eterna della vita ». - La fede nella resurrezione dei corpi, che non risulta in modo del tutto sicuro in Is 26,19 e in Gb 19,26-27 ( cf. le note ), è affermata per la prima volta qui ( e cf. vv 11.14.23.29.36 ) e nel passo di Dn 12,2-3, ancora in rapporto alla persecuzione di Antioco Epifane ( Dn 11; cf. anche 2 Mac 12,36-46; 2 Mac 14,46 ). I martiri resusciteranno per opera della potenza del creatore ( v 23 ) per la vita ( v 14; cf. Gv 5,29 ) e per una vita eterna ( vv 9.36 ). Si arriva così alla dottrina della immortalità, che verrà sviluppata, in ambiente greco e senza riferimento alla resurrezione dei corpi, in Sap 3,1-5,16. Ma per il pensiero ebraico, che non distingueva tra corpo e anima, l'idea della sopravvivenza implicava quella della resurrezione dei corpi; lo si vede qui. Il testo non insegna direttamente la resurrezione di tutti gli uomini: considera unicamente il caso dei giusti ( cf. v 14 ). Dn 12,2-3 invece è più esplicito. | 
| 7,11 | Questo v, omesso da parecchi mss latini, è in contraddizione con il precedente: la lingua tesa dovette essere amputata subito ( cf. v 4 ). | 
| 7,28 | non da cose preesistenti: alla lettera « non da cose che erano », prima affermazione esplicita della creazione ex nihilo ( ma cf. già 
			Is 44,24; 
			Gv 1,3; Col 1,15s ). - Alcuni mss e sir leggono: « da cose che non sono », espressione che per il filosofo giudaico Filone di Alessandria indica la materia informe ( cf. Sap 11,17+ ). | 
| 7,30-38 | Nel discorso dell'ultimo fratello, il martirio è visto come espiazione dei peccati dell'intera nazione ( 
			vv. 32.37-38 ). 7,30 mentre: eti con gr.; BJ congettura: « appena », arti. | 
| 7,31 | Ebrei: espressione arcaizzante, usata qui e in 
			2 Mac 11,13; 
			2 Mac 15,37; cf. Gdt 10,12; Gdt 12,11; Gdt 14,18. I LXX la usano raramente fuori del pentateuco. | 
| 7,34 | i figli del Cielo: il greco ha alla lettera: « i servi celesti »; BJ con alcuni mss e versioni preferisce: « i suoi servi ». | 
| 7,36 | hanno conseguito o « sono caduti per »: conget. ( cf. 
			2 Mac 6,28; 
			1 Mac 5,20 ); il greco è incomprensibile. - della vita eterna: BJ con mss latini preferisce: « in vista di una vita perenne ». | 
| 7,37 | che egli solo è Dio: Antioco si faceva uguale agli dèi ( cf. 
			2 Mac 9,12+ ). - Sulla nozione di un Dio assolutamente universale e senza possibili rivali, cf. 1 Cr 17,20; Sir 36,4 e già Is 45,14. |