|  | 2 Maccabei |  | 
CEI 2008 - Audio - Interconfessionale
| Introduzione dei culti pagani | ||||
| 1 Non molto tempo dopo, il re inviò un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle patrie leggi e a non governarsi più secondo le leggi divine, | 
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| 2 inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a Giove Olimpo e quello sul Garizim a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo. | ||||
| 3 Grave e intollerante per tutti era il dilagare del male. | ||||
| 4 Il tempio infatti fu pieno di dissolutezze e gozzoviglie da parte dei pagani, che gavazzavano con le prostitute ed entro i sacri portici si univano a donne e vi introducevano le cose più sconvenienti. | ||||
| 5 L'altare era colmo di cose detestabili, vietate dalle leggi. | ||||
| 6 Non era più possibile né osservare il sabato, né celebrare le feste tradizionali, né fare aperta professione di giudaismo. | ||||
| 7 Si era trascinati con aspra violenza ogni mese nel giorno natalizio del re ad assistere al sacrificio; quando ricorrevano le feste dionisiache, si era costretti a sfilare coronati di edera in onore di Dioniso. | ||||
| 8 Fu emanato poi un decreto diretto alle vicine città ellenistiche, per iniziativa dei cittadini di Tolemàide, perché anch'esse seguissero le stesse disposizioni contro i Giudei, li costringessero a mangiare le carni dei sacrifici | ||||
| 9 e mettessero a morte quanti non accettavano di partecipare alle usanze greche. Si poteva allora capire quale tribolazione incombesse. | ||||
| 10 Furono denunziate, per esempio, due donne che avevano circonciso i figli: appesero i loro bambini alle loro mammelle e dopo averle condotte in giro pubblicamente per la città, le precipitarono dalle mura. | 
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| 11 Altri che si erano raccolti insieme nelle vicine caverne per celebrare il sabato, denunciati a Filippo, vi furono bruciati dentro, perché essi avevano ripugnanza a difendersi per il rispetto a quel giorno santissimo. | 
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| Carattere provvidenziale della persecuzione | ||||
| 12 Io prego coloro che avranno in mano questo libro di non turbarsi per queste disgrazie e di considerare che i castighi non vengono per la distruzione ma per la correzione del nostro popolo. | 
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| 13 E veramente il fatto che agli empi è data libertà per poco tempo, e subito incappano nei castighi, è segno di grande benevolenza. | ||||
| 14 Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con gli altri popoli, attendendo pazientemente il tempo di punirli, quando siano giunti al colmo dei loro peccati; | 
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| 15 e questo per non dovere alla fine punirci quando fossimo giunti all'estremo delle nostre colpe. | ||||
| 16 Perciò egli non ci toglie mai la sua misericordia, ma, correggendoci con le sventure, non abbandona il suo popolo. | ||||
| 17 Questo sia detto come verità da ricordare. Dopo questa breve parentesi torniamo alla narrazione. | ||||
| Il martirio di Eleazaro | ||||
| 18 Un tale Elèazaro, uno degli scribi più stimati, uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell'aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e ad ingoiare carne suina. | ||||
| 19 Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s'incamminò volontariamente al supplizio, | 
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| 20 sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per brama di sopravvivere. | ||||
| 21 Coloro che erano incaricati dell'illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest'uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare la porzione delle carni sacrificate imposta dal re, | ||||
| 22 perché, agendo a questo modo, avrebbe sfuggito la morte e approfittato di questo atto di clemenza in nome dell'antica amicizia che aveva con loro. | ||||
| 23 Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia a cui si aggiungeva la veneranda canizie, e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, e degno specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero alla morte. | ||||
| 24 « Non è affatto degno della nostra età fingere con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant'anni Eleàzaro sia passato agli usi stranieri, | ||||
| 25 a loro volta, per colpa della mia finzione, durante pochi e brevissimi giorni di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. | ||||
| 26 Infatti anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire né da vivo né da morto alle mani dell'Onnipotente. | ||||
| 27 Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età | ||||
| 28 e lascerò ai giovani nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e generosamente per le sante e venerande leggi ». Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio. | ||||
| 29 Quelli che ve le trascinavano, cambiarono la benevolenza di poco prima in avversione, ritenendo a loro parere che le parole da lui prima pronunziate fossero una pazzia. | ||||
| 30 Mentre stava per morire sotto i colpi, disse tra i gemiti: « Il Signore, cui appartiene la sacra scienza, sa bene che, potendo sfuggire alla morte, soffro nel corpo atroci dolori sotto i flagelli, ma nell'anima sopporto volentieri tutto questo per il timore di lui ». | ||||
| 31 In tal modo egli morì, lasciando non solo ai giovani ma alla grande maggioranza del popolo la sua morte, come esempio di generosità e ricordo di fortezza. | ||||
|  | Indice |  | 
| 6,2 | come si confaceva: alla lettera « ( come ) si trovavano ad essere ( gli abitanti ) », etynchanon, con gr., lat.: il che significa che, essendo essi stessi ospitali, i samaritani scelsero questo epiteto. Ma, in greco, questa costruzione della frase sarebbe estremamente faticosa. - BJ congettura secondo Giuseppe Flavio ( Ant. Giud. ): « ( come ) chiedevano », enetynchanon. I samaritani, che non volevano essere trattati come i giudei, prevengono i desideri del sovrano. | 
| 6,4 | i sacri portici: nell'epoca greco-romana, gli atri del tempio comprendevano portici e sale da banchetto per i pasti rituali, che facilmente degeneravano in orge. Del resto la prostituzione sacra si praticava ancora nei templi della Siria. | 
| 6,7 | feste dionisiache: feste celebrate in onore di Diòniso, costituite da cortei, danze, rappresentazioni drammatiche. | 
| 6,8 | cittadini di Tolemàide: conget.; gr. e lat. hanno: « Tolomei » o « Tolomeo ». - La città greca di Tolemàide, l'antica Akko ( san Giovanni d'Acri ) era ostile ai giudei ( cf. 2 Mac 13,25; 1 Mac 5,15; 1 Mac 12,48 ). | 
| 6,15 | all'estremo delle nostre colpe: l'autore della Sapienza svilupperà questo duplice tema della giustizia divina, ma mostrerà che anche per le nazioni Dio rimane indulgente ( Sap 11,10; Sap 12,20-22 ). Per quanto riguarda « l'estremo delle colpe », cf. Dn 8,23; Dn 9,24; 1 Ts 2,16. L'espressione è antica, cf. già Gen 15,16. | 
| 6,18-7,42 | Fedeltà alla legge è scelta del martirio 6,18 scribi: coloro che interpretavano e insegnavano la legge mosaica. Il divieto di mangiare carne suina si trova nel cosiddetto "codice di purità" ( Lv 11,7-8 ). Per Eleàzaro mangiare carne suina significa apostasia dal giudaismo e adesione alla religione pagana. 6,18-31 I Padri della chiesa hanno esaltato in Eleazaro un martire precristiano. | 
| 6,28 | le sante e venerande leggi: l'espressione deriva dal giuridismo ellenico, ma per l'autore « le leggi » sono essenzialmente la legge ( 
			2 Mac 7,30; 
			2 Mac 10,26; 2 Mac 12,40; 2 Mac 15,9 ), che coincide con l'alleanza ( cf. 1 Mac 2,20) ed è pegno della benevolenza di Dio ( cf. 2 Mac 7,36; 2 Mac 8,15 ). |