La città di Dio

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Libro IV

Sommario

1. Gli argomenti trattati nel primo libro.

2. Il contenuto del secondo e del terzo libro.

3. Se l'estensione del dominio, che si ottiene soltanto con la guerra, si debba considerare fra i beni di individui saggi e felici.

4. Gli Stati senza giustizia sono molto simili a bande di ladri.

5. La potenza dei gladiatori fuggitivi fu molto simile alla regia dignità.

6. L'ambizione del re Nino che per estendere il dominio per primo mosse guerra ai vicini.

7. Se i regni terreni nell'alternativa fra ascesa e decadenza siano aiutati o abbandonati dal soccorso degli dèi.

8. I Romani ritengono che il loro dominio sia stato esteso e conservato con la protezione di alcuni dèi, sebbene abbiano ritenuto di dover affidare a ciascun dio in particolare la difesa di particolari interessi.

9. Se l'estensione e la durata dell'impero romano si debba attribuire a Giove che i suoi adoratori ritengono il dio sommo.

10. Quali criteri abbiano adottato coloro che hanno posto diversi dèi a difesa delle varie parti del mondo.

11. I pagani più dotti sostengono che i molti dèi sono Giove medesimo.

12. Alcuni sostengono l'opinione che il dio è l'anima del mondo e il mondo è il corpo del dio.

13. Alcuni affermano che parti di un solo Dio sono soltanto gli animali ragionevoli.

14. La grandezza degli Stati incoerentemente si attribuisce a Giove, perché se la Vittoria, come sostengono, è una dea, essa sola sarebbe bastata all'impresa.

15. Se conviene agli onesti la volontà di un dominio più esteso.

16. Il motivo per cui i Romani, pur deputando dèi in particolare a tutti gli oggetti e fenomeni, hanno deciso che il tempio della Quiete fosse eretto fuori delle porte della città.

17. Se di Giove è il potere sommo, non v'è motivo per considerare la Vittoria una dea.

18. Il criterio con cui distingue la Felicità e la Fortuna chi le considera dee.

19. La Fortuna femminile.

20. I pagani hanno onorato con templi e misteri la Virtù e la Fede ma, se era giusto attribuire loro l'essere divino, hanno trascurato altri beni che dovevano essere egualmente onorati.

21. I pagani non comprendendo il monoteismo dovevano per lo meno contentarsi di Virtù e Felicità.

22. Varrone si vanta di aver introdotto fra i Romani la scienza del culto degli dèi.

23. I Romani politeisti non adorarono a lungo con onore divino la Felicità, sebbene da sola poteva bastare per tutti.

24. La dimostrazione con cui i pagani giustificano l'inserire fra gli dèi gli stessi doni divini.

25. Si deve adorare un solo Dio che, sebbene se ne ignori il nome, si avverte come datore della felicità.

26. Gli dèi hanno preteso che in loro onore si celebrassero dai propri adoratori gli spettacoli teatrali.

27. Il pontefice Scevola in un suo libro parla di tre generi di dèi.

28. Se il culto degli dèi giovò ai Romani per conquistare ed estendere il dominio.

29. La falsità dell'oracolo con cui si ritenne fossero indicate la potenza e la stabilità del dominio romano.

30. L'opinione che anche i politeisti confessano di avere sugli dèi.

31. Le teorie di Varrone che, condannato il pregiudizio popolare, sebbene non sia giunto alla conoscenza del vero Dio, ritenne che si deve adorare un solo Dio.

32. Per un loro particolare vantaggio i re pagani vollero che le false religioni si conservassero presso i popoli loro soggetti.

33. Per giudizio e potere del vero Dio la durata dei regnanti e dei loro Stati è ordinata al fine.

34. Lo Stato giudaico fu costituito e conservato dal solo vero Dio, finché i Giudei si mantennero nella vera religione.

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