Accidia

6-6-2008

Don Mauro Agreste

Indice

1) Una delle attività che Gesù non smise mai di fare, fu quella d'insegnare
2) Ed ecco che c'erano molti saggi in Israele chiamati: Rabbì, maestri
3) Chi vedeva il discepolo, vedeva il maestro
4) Era un insegnamento esperienziale
5) Quindi vuol dire che l'insegnamento di Gesù è per tutti i discepoli di Gesù, anche per quelli che vivono nel XXI secolo
6) Anche il nostro tempo è un tempo di grande confusione
7) "Abbà, facci capire di non parlare come dei magnetofoni"
8) "Dategli voi stessi, da mangiare, fatevi voi stessi cibo per loro", perché chi conosce Dio non può farne a meno di darlo agli altri
9) A Dio interessa rapire il cuore, e che gli diciamo: "Signore, ti voglio conoscere"
10) Oggi ci troviamo di fronte a una splendida opportunità per riflettere, brevemente, sull'ultimo vizio capitale: l'accidia
11) L'accidia per facilità, potremmo definirla pigrizia spirituale, che porta all'indolenza
12) Tante persone ricevuta la Santa Cresima non si vedono più in chiesa
13) I sacramenti sono un dono, non un diritto, che Dio dà attraverso la Chiesa
14) Ecco il diavolo l'ha pensata bella lunga, si serve della pigrizia, la trasforma in pigrizia spirituale
15) Il vizio dell'accidia è quello fatto apposta per togliere dal cuore e dalla mente dei fedeli, la voglia di conoscere meglio Gesù e i suoi insegnamenti
16) Il vizio dell'accidia si oppone alla vita spirituale.
17) Certo se tu non conosci il pensiero di Dio, se tu non fai niente per entrare nel pensiero di Dio, allora tu sei una persona del mondo che ha un vestito cristiano
18) Il vizio dell'accidia procura disastri, perché porta all'abbandono della speranza, all'abbandono della vita cristiana. Una persona accidiosa segue solo ciò che gli è comodo, ciò che gli conviene

Dal Vangelo secondo Marco "In quel tempo, Gesù continuava a parlare insegnando nel Tempio. Come mai dicono gli Scribi." ( Mc 12,35 )

Omelia

1) Una delle attività che Gesù non smise mai di fare, fu quella d'insegnare

Quindi vediamo che una delle attività che Gesù non smise mai di fare, fu quella d'insegnare.

Anzi potremmo dire che i prodigi, i segni, i miracoli, le guarigioni, le liberazioni, venivano dopo la predicazione, o venivano con lo scopo dell'insegnamento che Gesù aveva intenzione di condividere con tutti quelli che lo ascoltavano.

Egli è il Verbo, il Verbo che in principio era con Dio, il Verbo che in principio era presso Dio, il Verbo che sin dal principio è Dio.

Che è venuto a fare il Verbo di Dio in mezzo a noi? Ad insegnare.

Certo quando noi sentiamo dire la parola insegnamento, il verbo insegnare, abbiamo in mente la scuola, e in realtà la scuola perfetta non dovrebbe essere quella che dà delle nozioni, ma è quella che ti rende capace di vivere, con le competenze necessarie a vivere ogni epoca in cui ci si trova.

Certo sto parlando di un tipo di scuola ideale, un tipo di scuola che ai tempi di Gesù, non si chiamava scuola ma si chiamava discepolato.

Perché, in quel tempo, ogni pio israelita, soprattutto di un certo tratto di tenore di vita, di consapevolezza, riteneva molto più importante imparare a vivere, piuttosto che semplicemente vivere.

2) Ed ecco che c'erano molti saggi in Israele chiamati: Rabbì, maestri

Ed ecco che c'erano molti saggi in Israele, ma anche lontani, in altre città dove c'erano anche gli ebrei, questi erano chiamati: Rabbì, maestri.

E i maestri più conducevano una vita ligia agli insegnamenti delle leggi di Mosè, e più erano considerati dei maestri prestigiosi, importanti, famosi per la loro rettitudine.

Anche San Paolo si recò dal più famoso dei rabbì del suo tempo a Damasco, istruito in una dottrina rigida, fedelmente impegnato secondo tutti gli insegnamenti che erano nella legge di Mosè.

Il discepolo si sceglieva un maestro e diceva: "Mi piace seguire gli insegnamenti di quel maestro lì, mi pare che sia una persona onesta, retta, che insegna le sacre tradizioni ecc…", allora il discepolo si faceva accogliere dal maestro, e l'itinerario durava diversi anni.

Il primo anno, il discepolo, si occupava dei lavori servili, pulire l'abitazione, anche lavare i panni, servire il maestro, fare le spese; era un servo.

Però nello stesso tempo aveva la possibilità di vivere nella casa del maestro e ascoltare i suoi insegnamenti mentre lui parlava.

Con il passare del tempo saliva di grado, e sempre meno si occupava dei lavori servili e sempre più gli era concesso di dedicare del tempo all'ascolto dell'insegnamento del maestro.

Alla fine di questo itinerario ogni discepolo, che aveva sfruttato bene quel tempo, era diventato pressoché uguale al maestro, parlava come il maestro, ragionava come il maestro, addirittura camminava e si vestiva come aveva imparato fare, vedendo cosa faceva il maestro.

3) Chi vedeva il discepolo, vedeva il maestro

E quindi a buona ragione, ed è su questo concetto, che Gesù più avanti insisterà, dicendo questo concetto: chi vedeva il discepolo, vedeva il maestro.

Ed è proprio su questo stile che Gesù ha dato inizio ai suoi insegnamenti sulla Terra, creandosi una comunità di discepoli, c'è questa differenza: che mentre gli altri maestri venivano scelti dai discepoli, invece era Gesù che sceglieva i discepoli, uno a uno: "Vieni, e seguimi".

E i discepoli si occupavano, ascoltando, di tutte quelle cose che erano necessarie alla vita di questo gruppo di persone.

4) Era un insegnamento esperienziale

Dunque tutto questo per dire che Gesù è venuto a insegnare, ma non come pensiamo noi, perché l'insegnamento di quei tempi non era tanto nozionistico, invece era un insegnamento esperienziale.

E quando, dunque, nella Parola di Dio noi ci sentiamo dire che Gesù è il Verbo, che Gesù è la luce che splende nelle tenebre, che Lui è venuto per dissipare le tenebre ma le tenebre non l'hanno accolto, quando sempre in questo primo capitolo del Vangelo di S. Giovanni si sente dire che: "A quanti però lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio, i quali non da sangue, né da carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono generati.

Allora ci viene a dire che tutto ciò che Gesù è venuto a insegnare, si può tradurre con queste parole, solo che poi bisogna tradurre le parole nei fatti, e questo non vale solo per i discepoli di allora ma, io direi che, vale ancora di più per i discepoli di oggi.

C'è qualche discepolo di Gesù in questa aula di preghiera? Alzate le mani.

5) Quindi vuol dire che l'insegnamento di Gesù è per tutti i discepoli di Gesù, anche per quelli che vivono nel XXI secolo

Quindi vuol dire che l'insegnamento di Gesù è per tutti i discepoli di Gesù, non solo per quelli che vivevano nell'anno 30, non solo quelli che vivevano nel 900 d.C. ma anche per i discepoli che vivono nel XXI secolo, e tra questi ci siamo noi.

Allora non dimentichiamo mai che Gesù è venuto per insegnarci almeno due cose: chi è Dio Padre, e chi siamo noi.

Perché lo sappiamo molto bene che c'è una grande confusione.

Nella confusione si pesca meglio. Lo sapete cosa fanno i pesci predatori?

Avvistano un branco di cui si possano nutrire bene, e che cosa fanno?

Cominciano a portare la confusione in quel branco, e tutti i pesciolini si spaventano, impazziti girano senza una meta, e le fauci grandi arrivano e divorano.

6) Anche il nostro tempo è un tempo di grande confusione

Anche il nostro tempo è un tempo di grande confusione, e se il cristiano non è avveduto, rischia di fare la fine di quella sardina, che impazzita dalla paura e dalla confusione, dal non senso di tutto quello che accade intorno a lui, non sa più che direzione prendere, e che cosa fa quella povera sardina?

Dice: "Ma facciamo quello che fanno tutti"; e facendo in questo modo non raggiunge la verità, solo la confusione.

7) "Abbà, facci capire di non parlare come dei magnetofoni"

Ora, Gesù ha fatto in tutti i modi, non per spiegarci, ma per farci fare l'esperienza, primo punto che Dio è tuo Padre.

Ha cercato di farci capire in tutti i modi che cosa significhi dire: "Abbà, facci capire di non parlare come dei magnetofoni, come dei registratori che ripetono dei suoni senza sapere che cosa significhino.

Ha fatto di tutto per farci capire che insieme alla tua bocca ci sia anche il nostro cuore".

Non è sufficiente dire: Dio è Padre, Dio ci ama, Dio ci vuole bene; una cosa è dirlo con l'intelligenza, un'altra è farne l'esperienza.

E l'insegnamento di Gesù ha sempre avuto lo scopo di far fare ai discepoli esperienza.

8) "Dategli voi stessi, da mangiare, fatevi voi stessi cibo per loro", perché chi conosce Dio non può farne a meno di darlo agli altri

E così quella volta che vide una folla di 5000 uomini, senza contare le donne e i bambini, che lo seguivano e si trovavano lontano dalla città, Gesù disse: "Ho compassione per questo popolo, perché mi sembrano delle pecore senza pastore, cosa daremo loro da mangiare?" e allora Andrea, il primo dei discepoli che Gesù aveva scelto, dice: "C'è qui un ragazzo che ha 5 pani d'orzo e 2 pesci ma che cosa sono queste due cose per tutta questa folla", e Gesù disse: "Dategli voi stessi, da mangiare".

E tutti pensavano, dacci la roba da mangiare e noi gliela daremo; ma Gesù ha detto: "Fatevi voi stessi cibo per loro", perché chi conosce Dio non può farne a meno di darlo agli altri, quindi tu diventi cibo di vita, piena di gioia e di felicità, per coloro ai quali tu ti rivolgerai.

Questo Dio si aspetta, non solo da noi sacerdoti, se lo aspetta anche da te, da ogni singolo battezzato, perché tu, come battezzato sei il prolungamento di Gesù nel tempo e nello spazio.

Tu sei qui, oggi, il prolungamento di Gesù per le persone che tu incontrerai.

Certo, figli cari, che se proprio noi che nel cuore del Signore occupiamo tanto spazio, e che nel suo cuore Egli nutre tante aspettative, se proprio noi siamo tra coloro che non conoscono chi è Dio Padre, non conoscono la paternità di Dio, non conoscono l'amore di Dio, non conoscono la misericordia di Dio, va a finire che non sappiamo neanche più chi siamo noi, va a finire che non sapremo più chi siamo noi.

9) A Dio interessa rapire il cuore, e che gli diciamo: "Signore, ti voglio conoscere"

Allora tutto l'insegnamento di Gesù, avete sentito oggi nel Vangelo di Marco, non è solo per stupire le intelligenze, perché a Dio non interessa stupire l'intelligenza.

A Dio interessa rapire il cuore, a Dio interessa che io e te ci troviamo in qualche istante in un silenzio pieno della presenza di Dio, e che gli diciamo: "Signore, ti voglio conoscere. Fammi capire chi sono io".

Certo, lo si sente dire da tutte le parti, persino dai non credenti: siamo tutti figli di Dio; tu sei figlio di Dio, ne hai fatto l'esperienza, hai sentito dentro di te un ardore, un desiderio, una forza potente, che ti fa sentire gioioso di appartenere a Cristo nella Santa Chiesa Cattolica e Apostolica; oppure come tanti, che pensano di essere dei credenti, ma che sono dei camuffati, dentro alla Chiesa hanno sempre in bocca la parola Signore, e fuori della chiesa sono come il mondo.

10) Oggi ci troviamo di fronte a una splendida opportunità per riflettere, brevemente, sull'ultimo vizio capitale: l'accidia

Tutto questo evidentemente è qualche cosa che si oppone alla vita cristiana, quella autentica e, come avete visto, in questi incontri senza cambiare le parole del giorno - non ho mai sostituito le parole del giorno per il nostro insegnamento - anche oggi ci troviamo di fronte a una splendida opportunità per riflettere, brevemente, sull'ultimo vizio capitale: l'accidia.

Questa parola la si usa talmente poco che, probabilmente, per diversi tra di noi forse è la prima volta che la sentiamo, può succedere?

Semplicemente sentendo il suono di questa parola, ci viene in mente qualche cosa che significa uccidere, invece non è così.

11) L'accidia per facilità, potremmo definirla pigrizia spirituale, che porta all'indolenza

L'accidia, è l'ultimo dei vizi capitali, che per facilità potremmo definire pigrizia spirituale, che porta all'indolenza, alla rinuncia, all'inerzia nelle cose dello spirito.

Tanto perché questo concetto sia chiaro per tutti, e sia molto chiaro che questo vizio, è probabilmente, il più diffuso di tutti, è il vizio che s'innesca subito dopo che certe persone, troppo superficiali, hanno ricevuto la Cresima, tant'è che molti tra i sacerdoti e i vescovi, con molta amarezza, dicono che la Cresima è il sacramento che conclude la vita cristiana.

Lo dico con amarezza, carissimi, perché sicuramente vi siete accorti anche voi di quello che succede.

12) Tante persone ricevuta la Santa Cresima non si vedono più in chiesa

Tante persone ricevuta la Santa Cresima non si vedono più in chiesa, lo avete notato?

E quindi, non senza ironia e con tanta amarezza si pensa che la Cresima concluda il cammino cristiano.

Così accade che ci sono persone che sono andate al catechismo, quindi si sono occupate della loro crescita spirituale, solo perché si sentivano costretti, perché pensavano d'ingannare il prete, perché dicevano: "Sì, sì imbianchiamo gli occhi, tanto è tonto".

Non crederete mica che noi sacerdoti pioviamo giù da Marte, vero?

Però se Gesù non ci prende per il guinzaglio, perché lo debbono fare i sacerdoti?

È il loro compito prendere le persone per l'orecchio e trascinarle in chiesa?

No, perché o il cristiano ha capito chi è lui stesso, e ha capito chi è Dio, quindi non ha bisogno che qualcuno gli dica: "Mi raccomando la tua anima ha dei diritti, la tua anima ha bisogno di crescere, la tua anima ha bisogno di nutrirsi della Parola di Dio", perché se una persona non l'ha capito, o peggio ancora non lo vuole capire perché è pigra finito il tempo dell'imbiancare gli occhi a quelli che hanno responsabilità, fugge via, perché dice: "Io ho fatto quello che tu mi hai chiesto", quindi il sacramento è un diritto, ma dove è scritto che i sacramenti sono un diritto?

13) I sacramenti sono un dono, non un diritto, che Dio dà attraverso la Chiesa

I sacramenti sono un dono, non un diritto, è un dono che Dio dà attraverso la Chiesa.

Ma se uno non si sente Corpo di Cristo, cosa riceve quando va a prendere un sacramento?

Perché uno che si sente Corpo di Cristo, vuole fare il bene, è talmente legato a Gesù Cristo che quello che pensa Gesù Cristo lo vuole fare anche lui.

Il problema è: quanti tra noi cristiani conosciamo il pensiero di Cristo, e abbiamo fatto sì che il Suo pensiero sia diventato il nostro pensiero?

14) Ecco il diavolo l'ha pensata bella lunga, si serve della pigrizia, la trasforma in pigrizia spirituale

Ecco il diavolo l'ha pensata bella lunga, si serve della pigrizia, la trasforma in pigrizia spirituale, così le persone dicono: "Cosa mi serve approfondire la fede cristiana?

Ho già fatto la Cresima, 46 anni fa". E tu pensi che sia sufficiente?

Non approfondire il Credo, il valore dei sacramenti, che cosa producono dentro di te, i diritti della tua anima.

Si va avanti avendo ogni tipo di competenza sulle squadre di Calcio, sulla Politica, sui motori, sulle moto, sulle auto più veloci, su quelle più costose, su quelle più economiche ecc… e su questo magari siamo dei maestri; però su quello che serve per la nostra anima che durerà per sempre, mentre un'auto no, su questo siamo totalmente ignoranti, e anche saccenti, e anche prepotenti.

Pensiamo che perché a una persona gli è stato dato un premio internazionale allora abbia il diritto di dire tutti gli sproloqui possibili ed immaginabili.

Poiché qualcuno ha ricevuto un Premio Nobel si sente in diritto di spadroneggiare, di pontificare su cose che non conosce, specie quelle spirituali.

E così abbiamo luminari dell'oncologia che si sono prodigati in quel tempo a dire che se non ci fosse la manipolazione genetica, se non ci fosse l'eugenetica cioè scegliere chi deve vivere e chi deve morire quando è ancora un embrione, allora ci sarebbe un esubero di anime, dove le mettiamo poi tutte queste anime?

Come se nel Paradiso ci fosse un deposito di anime.

È evidente che quella persona è totalmente ignorante su quello che si riferisce all'aldilà, all'esistenza dell'anima, da quello che è il destino di ogni essere umano.

15) Il vizio dell'accidia è quello fatto apposta per togliere dal cuore e dalla mente dei fedeli, la voglia di conoscere meglio Gesù e i suoi insegnamenti

Bene, il vizio dell'accidia è quello fatto apposta per togliere dal cuore e dalla mente dei fedeli, la voglia di conoscere meglio Gesù e i suoi insegnamenti.

Chiunque sentisse dentro di sé: "Ma sì, tanto sappiamo già tutto" stia molto attento, perché non si tratta di sapere, si tratta di vivere, ed è un'altra cosa.

Credo che non sia un mistero se vi ricordo che pochi anni fa, quando ancora c'era l'Unione Sovietica, c'erano le università con la facoltà di ateismo, e in quelle facoltà gli insegnanti conoscevano la Bibbia a memoria, ma non credevano neanche a una virgola di quello che c'era scritto sopra: non si tratta di conoscere a memoria le cose, si tratta di viverle.

16) Il vizio dell'accidia si oppone alla vita spirituale

Il vizio dell'accidia si oppone alla vita spirituale.

Voglio concludere questo insegnamento, anche se molto ci sarebbe ancora da dire ricordando semplicemente quello che c'è scritto nel libro del Deutoronomio, che poi è stato ripreso tale e quale da Gesù nelle sue parole, ed è questo: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". ( Dt 8,3 )

Caro fratello e cara sorella, se tu pensi che la tua vita cristiana si possa sostenere semplicemente con le tue idee, se tu non ti sei ancora attrezzato a cominciare a "mangiare" la parola di Dio, se tu non senti il bisogno di domandarti: "Ma io come sto vivendo? Sto vivendo bene? Le mie idee sono idee giuste oppure no?".

Guardate che la confusione dei nostri tempi si chiama individualismo, che porta al relativismo.

Sapete come si traduce? Con questa frase: "Secondo me; io penso che, ma insomma la Chiesa non ha capito niente".

Ma la Chiesa non è padrona della Bibbia ma servitrice della Bibbia.

A nessuno nella Chiesa è stato dato il potere di tagliare via dalla Bibbia quello che non fa comodo agli uomini di ogni tempo.

17) Certo se tu non conosci il pensiero di Dio, se tu non fai niente per entrare nel pensiero di Dio, allora tu sei una persona del mondo che ha un vestito cristiano

Certo se tu non conosci il pensiero di Dio, se tu non fai niente per entrare nel pensiero di Dio, allora tu sei una persona del mondo che ha un vestito cristiano.

Allora il tuo vestito se ne andrà in Cielo a suo tempo, ma tu no; perché per andare in Cielo bisogna avere la mentalità del Cielo.

Ricordatevi cosa diceva il Vangelo domenica scorsa: "Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre vostro che è Cieli".

Quindi non è una volontà della terra è una volontà dei Cieli, e il cristiano non deve insegnare alla Chiesa o a Dio che cosa deve fare, il cristiano vero è quello che dice: "Signore tra te e me, chi ha ragione sei sicuramente tu, e quindi io umilmente chino il capo e imparo il tuo pensiero, non ho la pretesa blasfema, che va contro il primo comandamento, di dire a Te che cosa è giusto, che cosa è vero, che cosa è buono, che cosa ti è gradito e che cosa è santo".

18) Il vizio dell'accidia procura disastri, perché porta all'abbandono della speranza, all'abbandono della vita cristiana. Una persona accidiosa segue solo ciò che gli è comodo, ciò che gli conviene

In quest'ottica, voi capite molto bene, che il vizio dell'accidia procura molti disastri, perché porta all'abbandono della speranza, all'abbandono della vita cristiana, una persona accidiosa sembra un cristiano, ma non lo è, perché segue tutto meno che Gesù.

Segue solo ciò che gli è comodo, ciò che gli conviene.

Giustamente dunque mi permetto di sottolineare quanto vi ha detto Gabriella all'inizio della serata, approfittate di questi corsi fatti proprio apposta per distruggere il vizio dell'accidia.

Che il Signore non ci trovi ignoranti al suo riguardo quando ci vorrà chiamare.

Ai tuoi piedi, Signore, mettiamo le nostre povere vite, tu ci conosci bene, conosci le nostre povertà, le nostre fragilità, ma conosci anche che ti vogliamo bene, e vogliamo imparare ad amarti sempre più.

Tu aiutaci, sostienici, metti dentro di noi la potenza del tuo spirito perché decidiamo, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, di ascoltare la Tua voce e d'imparare da Te che sei mite e umile di cuore.

Sia lodato Gesù Cristo.