Gesù Cristo ha ucciso la morte

13-4-2008

Don Mauro Agreste

Indice

1) Giovanni Paolo II aveva detto: "Non abbiate paura di fare entrare Cristo nelle vostre strutture culturali, economiche e sociali, aprite, anzi spalancate, le porte a Cristo". Viene a dare un senso di pienezza e di compiutezza
2) La morte di Cristo, in croce, significa aver ucciso il peccato, Gesù Cristo ha ucciso la morte
3) Vuole rassicurare il cuore dei credenti perché non si sentano oppressi da un Dio che li schiaccia
4) State attenti perché la mia porta non è una porta fatta apposta per imprigionarvi è un passaggio
5) Quando saremo nell'aldilà la nostra gioia sarà continua, perché noi continueremo a crescere
6) Il Signore si estenderà dentro di noi, dilaterà la capacità di ricevere gioia nel nostro spirito, nella nostra mente, nel nostro corpo
7) Dio è la benedizione della tua vita qui sulla terra, ma è anche la benedizione della tua vita eterna
8) Oggi s'inserisce la giornata di preghiera che in tutta la Chiesa si vive a proposito della vocazione sacerdotale
9) Io, mi sento Chiesa? Mi rendo conto del valore del mio Battesimo? Cosa do io di me stesso affinché il Corpo di Cristo che è la Chiesa cresca?
10) Qui in Occidente stiamo vivendo un tempo difficile a proposito delle vocazioni sacerdotali
11) Pensiamo all'esempio di monsignor Milingo. Adesso, tu che cosa stai facendo per la sua anima?
12) Non posso andare a dormire senza aver detto: "Signore, abbi misericordia del tuo popolo, provvedi dei sacerdoti per la tua Chiesa, perché tu hai detto: chiedeteli e vi saranno dati"
13) Da oggi in poi pregherò perché questi perseverino, diventino dei bravi sacerdoti. Chi di noi si è soffermato a pregare per quelli che sono in crisi?
14) È importantissimo che acquisiamo al più presto una mentalità di Chiesa: tutto ciò che è nella Chiesa è nostro, e lo dobbiamo difendere
15) Siamo molto concreti, le cose che non vanno bene sono le cose che dobbiamo presentare al Signore perché le faccia andare ancora meglio
16) Signore, ti benediciamo e ti ringraziamo per come la tua Chiesa sta crescendo. Ti chiediamo anche di porre presto un rimedio, perché in questa stanca Europa, sembra quasi che la tua voce non voglia più essere ascoltata

Dal Vangelo secondo Giovanni ( Gv 10,1 )

In quel tempo, Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante, chi invece entra per la porta è il pastore delle pecore……"

Omelia

1) Giovanni Paolo II aveva detto: "Non abbiate paura di fare entrare Cristo nelle vostre strutture culturali, economiche e sociali, aprite, anzi spalancate, le porte a Cristo". Viene a dare un senso di pienezza e di compiutezza

È bello ricordarci quello che il Santo Padre Benedetto XVI, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia - non di quest'anno anzi all'inizio del suo Pontificato - continuando idealmente il ministero pontificio del suo predecessore Giovanni Paolo II, ha completato una frase che è veramente importante.

Giovanni Paolo II aveva detto: "Non abbiate paura di fare entrare Cristo nelle vostre strutture culturali, economiche e sociali, aprite anzi spalancate le porte a Cristo", e il suo successore, parlando ai giovani, ha aggiunto: "Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo, perché Lui non toglie nulla e invece dà tutto."

Credo che su questa scia e che queste parole siano un commento molto efficace per la cultura, e per la mentalità dei nostri giorni che invece teme la relazione importante con Dio, perché immagina che Dio più che essere un padre sia un padrone.

Le generazioni che vengono dopo la rivoluzione culturale hanno fatto della trasgressione, della libertà individuale, quasi il vessillo che li contraddistingue; però tutti sanno, per esperienza, che la libertà, mal intesa non produce realizzazione, non produce serenità, invece produce solo schiavitù, non si chiama libertà, si chiama libertinaggio, si chiamano libertinismo, si chiamano strutture politiche, sociali ed economiche, in cui viene premiato chi è più forte, senza considerare chi è più debole.

Questo tipo di malintesa libertà non produce la realizzazione della persona umana.

Ecco perché è importante sentire questa parola di Gesù: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".

Dunque i "guardiani" - che sono coloro che collaborano con l'unico vero pastore che è Gesù Cristo - giustamente hanno spezzettato questo concetto, l'hanno reso accessibile a tutti coloro che sono desiderosi di conoscere la verità, e dicono: "Non abbiate paura di aprire le porte a Cristo in tutte l'esperienze della vita umana, perché Gesù Cristo non porta via niente di quelle che sono le speranze e le aspettative della vita umana, anzi viene a dare un senso di pienezza e di compiutezza a tutto quello che è l'esperienza umana".

2) La morte di Cristo, in croce, significa aver ucciso il peccato, Gesù Cristo ha ucciso la morte

Tutto questo fa parte della saggezza della Chiesa, nella quale siamo inseriti da almeno 2000 anni.

I Padri della Chiesa ci ricordano, a proposito del mistero dell'incarnazione, che tutto quello che fu assunto fu anche redento.

In quei tempi c'erano delle confusioni: Gesù Cristo vero Dio ma anche vero uomo, o solo uomo apparente, ha sofferto davvero o ha sofferto per finta, Lui che era Dio poteva soffrire?

Dunque c'è stato un periodo di grande confusione su tutto questo tema.

E i Padri della Chiesa affermavano con assoluta certezza: se qualcosa Gesù non lo ha assunto come natura umana non lo ha neanche redento.

Però Lui ci ha redenti completamente a prezzo del Suo sangue.

La Sua croce è la testimonianza evidente che Lui ha ucciso la ribellione.

La morte di Cristo, in croce, significa aver ucciso il peccato, Gesù Cristo ha ucciso la morte.

Per quanto possa sembrare un bisticcio di parole, anche S. Efrain diacono in questa settimana siamo stati chiamati a riflettere su questa sua presenza, scriveva con parole simili una cosa del genere: "Morendo sulla croce, il Verbo di Dio ha distrutto la morte".

Se la potenza della morte è il peccato, distruggendo la morte si distrugge anche la potenza del peccato.

Ebbene, questa è la novità di vita che viene proposta a tutti coloro che ascolteranno la voce del Pastore.

Avere la vita in abbondanza, significa essere disposti ad accettare tutto quello che il vero pastore viene per pascere nel cuore del suo gregge.

È fin troppo evidente che qui si parla del pastore che è Gesù Cristo, e che le pecore sono tutti i suoi figli, tutti i redenti.

3) Vuole rassicurare il cuore dei credenti perché non si sentano oppressi da un Dio che li schiaccia

Vuole rassicurare il cuore dei credenti perché non si sentano oppressi da un Dio che li schiaccia, e si presenta come la porta, cioè il passaggio; Lui dice: "Guardate che io non sono il cancello, io sono la porta - la porta non come oggetto che si apre e che si chiude, ma inteso come passaggio - per questo passaggio avete la salvezza.

Io sono il passaggio della salvezza.

La via attraverso la quale abbiamo la vita in abbondanza.

Non sono il vostro cancello, non sono la vostra gabbia, non sono l'ingresso nella prigionia, sono l'ingresso nella protezione, il mio ovile è il luogo dove voi state al sicuro, perché ci sono io alla porta e c'è il guardiano che controlla.

4) State attenti perché la mia porta non è una porta fatta apposta per imprigionarvi è un passaggio

Dunque state attenti perché la mia porta non è una porta fatta apposta per imprigionarvi è un passaggio.

Io sono la porta, se uno entra attraverso di me sarà salvo.

Entrerà e uscirà e troverà pascolo".

Queste, come vedete, sono delle promesse.

Se Lui è la porta non dice di essere il cancello della prigionia, dice che è il passaggio: "Se passi da me farai l'esperienza della libertà perché sarai salvo".

Alla luce dell'insegnamento di oggi pomeriggio non vi pare di poter intuire che la salvezza consiste nella piena realizzazione della persona umana.

Quando mai una persona è felice? Quando può realizzare totalmente sé stessa.

La felicità dell'essere umano consiste nel sapere, nel sentire, di poter aver sviluppato tutto quello che lui è, di potersi esprimere, non si chiama pienezza questo?

5) Quando saremo nell'aldilà la nostra gioia sarà continua, perché noi continueremo a crescere

Quando saremo nell'aldilà la nostra gioia sarà continua, perché noi continueremo a crescere nella piena realizzazione di noi stessi.

Per quanto possa sembrare strano, la felicità piena, la beatitudine che c'è in Paradiso consiste in questo: che Dio, sempre di più, prende dimora dentro il tuo spirito, e che la tua mente, sempre di più, gode nel conoscere con stupore la bellezza, la magnificenza, la misericordia, lo splendore di Dio; e che in tutto questo partecipi anche con il tuo corpo perché il Verbo di Dio si è fatto carne.

E quindi la gioia che si vive nell'aldilà non è una gioia statica, è una gioia che continuamente cresce.

Lo sapete, ne abbiamo parlato anche in altre occasioni, quando gli angeli si presentano al Sommo Sacerdote Isaia, lui - è scritto nel Libro di Isaia - sente che i Cherubini gridano: "Santo, santo, santo il Signore Dio degli eserciti".

Non è un insegnamento, questa è un'esclamazione che gli angeli, da quando esistono, innalzano al trono della maestà di Dio, perché in ogni istante scoprono uno splendore, una magnificenza diversa di Dio, e ne sono entusiasti, e non possono contenere dentro di sé questa gioia; non è un'esortazione, non è un insegnamento, è uno stupore che essi condividono.

6) Il Signore si estenderà dentro di noi, dilaterà la capacità di ricevere gioia nel nostro spirito, nella nostra mente, nel nostro corpo

Lo stesso stupore che i nostri cari che sono in Paradiso adesso stanno vivendo; quando entrano per il primo istante di fronte alla maestà di Dio, già vedono il Suo splendore, per tutto il resto dell'eternità continueranno, e noi con loro continueremo a crescere nella felicità e nello splendore, perché Dio, in noi, farà crescere la pienezza, e la nostra pienezza sarà sempre più grande, non sarà la pienezza uguale a quando siamo entrati, perché in ogni istante Dio si estenderà dentro di noi, la realizzazione del Magnificat: "Magnificat animae mea Dominum".

Il Signore si estenderà dentro di noi, dilaterà la capacità di ricevere gioia nel nostro spirito, nella nostra mente, nel nostro corpo.

E questo per tutto il tempo dell'eternità, cioè una situazione che non si può misurare.

Questo è avere vita e averne in abbondanza.

In effetti Egli dice di non essere una prigione, entrerà e uscirà, e Dio provvederà a tutte le necessità, perché c'è scritto: "troverà pascolo", cosa vuol dire?

Troverà tutto ciò che serve per il tuo sostentamento, sostentamento spirituale, sostentamento intellettuale, mentale, sostentamento fisico.

7) Dio è la benedizione della tua vita qui sulla terra, ma è anche la benedizione della tua vita eterna

Dio è la benedizione della tua vita qui sulla terra, ma è anche la benedizione della tua vita eterna.

In tutto questo Egli ci dice: "Sono venuto perché abbiano la vita e ne abbiano in abbondanza, però state attenti, perché quelli che passano per la porta sono i benvenuti, quelli che non passano per la porta - dice Gesù - sono ladri, ingannatori, briganti".

Quindi ci dice: "Fare discernimento.

Coloro che cercano scorciatoie per il Cielo, non sono miei collaboratori.

Il guardiano sta alla porta, Io sono il pastore, voi siete le pecore - dice Gesù - e quelli che non passano per la porta non li ascoltate, perché questi vi prospettano delle scorciatoie che sono un furto e un brigantaggio".

Quindi la capacità di distinguere ciò che viene da Dio e ciò che non viene da Dio; la necessità di allontanarsi da tutto questo.

8) Oggi s'inserisce la giornata di preghiera che in tutta la Chiesa si vive a proposito della vocazione sacerdotale

In tutto questo, voi capite, s'inserisce la giornata di preghiera che in tutta la Chiesa oggi si vive a proposito della vocazione sacerdotale.

Il pastore della Chiesa è Gesù Cristo, ma Dio ha deciso che non farà mai niente senza l'aiuto dei suoi figli, per questo ha voluto istituire nel Corpo di Cristo che è la Chiesa, delle persone che Lui chiama e che con la Sua potenza istituisce come guardiani.

In effetti episcopo vuol dire guardiano, e presbitero vuol dire anziano cioè coloro che, nella mentalità del tempo, detenevano una forma di autorità per assicurare la sicurezza dottrinale, o della famiglia; e quindi queste figure, che sono all'interno della Chiesa, sono prefigurate qui: il guardiano sta alla porta.

9) Io, mi sento Chiesa? Mi rendo conto del valore del mio Battesimo? Cosa do io di me stesso affinché il Corpo di Cristo che è la Chiesa cresca?

Come possiamo vivere questa giornata?

Il suggerimento che ci viene per questa giornata domandandoci innanzitutto questo: "Io, mi sento Chiesa?" oppure quando sento dire la parola Chiesa, penso al Papa, ai cardinali, ai vescovi e a nient'altro? Mi rendo conto del valore del mio Battesimo?

È per quel Battesimo che io sono Chiesa.

Essere Chiesa vuol dire che io sono, per così dire, una cellula del Corpo di Cristo.

Voi sapete che se nell'organismo una cellula non funziona bene muore, e se si ammala di una malattia contagiosa, è rischiosa perché fa ammalare le altre.

Se io sono Chiesa, se io mi sento Chiesa me ne accorgo perché desidero il bene di tutto il corpo Chiesa.

Cosa sto facendo io ha proposito di questo?

Come battezzato e come cresimato in che modo sto versando sul corpo che è la Chiesa, l'olio di nardo, quello prezioso che era in quell'ampolla di alabastro.

Cosa sto dando io, sto solo ricevendo, mi sto solo aspettando qualche cosa, oppure sono entrato nell'ottica di coloro che attivamente dicono: "Adesso basta prendere, è tempo di dare" e quando si dice tempo di dare non significa aprire il borsellino e dare - anche quello è dare - ma dare significa: cosa do io di me stesso affinché il Corpo di Cristo che è la Chiesa cresca?

10) Qui in Occidente stiamo vivendo un tempo difficile a proposito delle vocazioni sacerdotali

Qui in Occidente stiamo vivendo un tempo difficile a proposito delle vocazioni sacerdotali, probabilmente perché molti fedeli, non ricordano quello che Gesù ha detto a proposito delle vocazioni sacerdotali, Lui ha detto: "Pregate il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe".

Allora mentre, non sono molte le persone che si ricordano di questo, sono ancora meno le persone che pregano per le vocazioni che ci sono già.

E così accade che, talvolta, i nostri sacerdoti non sono sempre come dovrebbero essere, siete d'accordo?

Perché loro sono cattivi? È bello puntare il dito contro qualcuno che sbaglia, è vero che è bello?

Non è bello, non è bello, ci sarebbe da domandarsi, a tutto il resto del corpo mistico che è la Chiesa, e tu dov'eri?

Ti piace puntare il dito contro quello che è caduto?

Ma tu che cosa hai fatto perché non cadesse?

11) Pensiamo all'esempio di monsignor Milingo. Adesso, tu che cosa stai facendo per la sua anima?

Pensiamo all'esempio di monsignor Milingo, tutti stupiti, ma che cosa hai fatto tu perché non succedesse?

E, adesso, tu che cosa stai facendo per la sua anima?

Mica è perduto, continua ad essere battezzato, certo si trova in una situazione molto triste ma i sacramenti non si possono cancellare.

Allora oggi, ieri, l'altro ieri, dopodomani, che cosa stai facendo per l'anima di questo fratello?

Cosa può essere accaduto? Può essere accaduto che l'abbiano lasciato solo, ma non fisicamente, perché vi posso assicurare che non è tanto facile restare soli.

Allora l'hanno lasciato solo spiritualmente.

La gente lo cercava perché lui pregasse per loro, quanti hanno pregato per lui?

Probabilmente, si potrebbe vedere in questo, una sorta di vendetta del nemico di Dio.

Allora dov'è o Chiesa, o cristiano, ma lo senti il tuo appartenere alla Chiesa?

Oppure ti sei ritagliato il tuo piccolo orticello e hai detto: "Qui comando io."

Che cosa fa una cellula che si stacca dal resto del corpo?

Sopravvive per qualche minuto e poi muore.

Allora il cristiano che non sente l'appartenenza alla Chiesa, non può starsene tranquillo e dire: "Che cosa m'importa di quello che dice il Vescovo, di quello che è l'orientamento della Diocesi?

Io ho già il mio campo di lavoro, io sono Domenicano, o sono Francescano, sono questo e quest'altro il resto non mi conta".

Sbagliato, tu puoi essere Domenicano, Francescano o qualunque altra cosa solo perché sei Chiesa.

Perché se non ti senti Chiesa, tutto il resto è solo un partito.

E un partito non fa una nazione, giusto?

E se ad un solo partito è concesso di esercitare la sua volontà, non si tratta più di una nazione libera ma di una dittatura.

12) Non posso andare a dormire senza aver detto: "Signore, abbi misericordia del tuo popolo, provvedi dei sacerdoti per la tua Chiesa, perché tu hai detto: chiedeteli e vi saranno dati"

Carissimi, questa riflessione con un duplice significato.

Prima, personale, se io mi sento Chiesa, mi sento interpellato dalla necessità delle vocazioni, ossia non posso andare a dormire, ogni sera, senza aver detto: "Signore, abbi misericordia del tuo popolo, provvedi dei sacerdoti per la tua Chiesa, perché tu hai detto: chiedeteli e vi saranno dati.

E io te li chiedo perché ce n'è bisogno.

" E il Padre Onnipotente potrebbe dirti: "Sono contento che tu mi chieda dei sacerdoti, come li vuoi?" e allora se tu ci tieni alla Chiesa, se tu ti senti Chiesa, allora dirai: "Signore li voglio maturi, equilibrati, onesti, ubbidienti, santi".

Tu devi chiedere queste cose perché il Signore le concede.

13) Da oggi in poi pregherò perché questi perseverino, diventino dei bravi sacerdoti. Chi di noi si è soffermato a pregare per quelli che sono in crisi?

Nella nostra Diocesi di Torino c'è il Seminario, non ci sono tanti seminaristi, chi mai si è sognato di conoscerli?

O di sapere quanti sono, o di dire da oggi in poi pregherò perché questi perseverino, diventino dei bravi sacerdoti, onesti e ubbidienti, docili alla guida dello Spirito Santo, capaci di consolare, capaci di portare Gesù agli altri; prego perché siano maturi umanamente, capaci di vivere in mezzo al mondo senza lasciarsi trascinare dalle cose del mondo.

Chi di noi si è soffermato a pregare per quelli che sono in crisi?

C'è ne sono sacerdoti in crisi? Sì.

Mi sono ricordato di pregare per loro? Quelli stanchi, quelli delusi, quelli stufi, quelli calunniati, quelli emarginati, quelli ammalati e allora?

Ti senti Chiesa? Oppure tu ti sei fatto la tua esperienza personale in quel gruppo, in quell'altro gruppo, in quella parrocchia, in quel movimento, in quella associazione, in quell'istituto ecc…? Tutto lì?

È come un dito, taglia un dito, che cosa succede di quel dito?

Muore; può essere importante, attivo, capace di fare qualunque cosa, ma se tu lo tagli, sopravviverà per qualche minuto poi muore anche lui.

14) È importantissimo che acquisiamo al più presto una mentalità di Chiesa: tutto ciò che è nella Chiesa è nostro, e lo dobbiamo difendere

È importantissimo che acquisiamo al più presto una mentalità di Chiesa: tutto ciò che è nella Chiesa è nostro, e lo dobbiamo difendere con le unghie e con i denti, perché non ci sia nessuno che venga a distruggere o a disperdere il nostro tesoro.

Perché senza il nutrimento dell' Eucaristia e senza il ministero del perdono, il cristiano si secca e muore.

Oltretutto il ministero sacerdotale è stato voluto direttamente da Gesù Cristo, quando scelse i 12 e li inviò.

E i 12 per l'imposizione delle mani si scelsero dei collaboratori, e da allora fino a oggi è così che è funzionato.

E tanto per sfatare una diceria sappiate che gli studiosi di esegesi biblica più approfonditi e più onesti, hanno già dichiarato con estrema certezza, che il celibato sacerdotale esisteva già nella prima comunità, cioè gli apostoli di Gesù erano già nella vita celibataria; volete la prova?

È Pietro che ha detto: "Signore, noi che abbiamo lasciato tutto, case e parenti, e figli e mogli, cosa avremo?"

Questo significa che non era una prassi che è stata messa dopo, era una prassi che esisteva già nel collegio apostolico.

Il Signore dia a ciascuno di noi questo tipo di sensibilità.

Se non ce l'abbiamo, domandiamoglielo, perché la maturità cristiana si vede anche da quanto tu sei attaccato al Corpo di Cristo che è la Chiesa, facendo una debita distanza, non semplicemente come si trova adesso la Chiesa, sapendo che la Chiesa è il Corpo di Cristo che si estende di generazione in generazione fino alla fine dei secoli.

Allora il Corpo di Cristo è fatto da tutti i battezzati, che sono dei poveracci, che sono così-così, ma che vogliono diventare sempre migliori.

15) Siamo molto concreti, le cose che non vanno bene sono le cose che dobbiamo presentare al Signore perché le faccia andare ancora meglio

Allora un po' di sano realismo; non idealizziamo le cose e non peggioriamole neanche, siamo molto concreti, le cose che non vanno bene sono le cose che dobbiamo presentare al Signore perché vadano meglio.

Le persone che non sono buone, sono le persone che debbono essere presentate ai piedi di Gesù perché Lui, con il Suo sangue, le purifichi, le guarisca e le santifichi.

Le cose che vanno bene le presentiamo al Signore Gesù perché le faccia andare ancora meglio.

Questo è il cammino di una persona onesta che non fa distinzioni, che non fa i partitismi, che non fa il campanilismo, perché direbbe San Paolo: "Che è questo dire: io sono di Paolo, io sono di Pietro …. ma non siamo tutti di Cristo? E Cristo non è di Dio?"

E noi siamo in questa situazione.

16) Signore, ti benediciamo e ti ringraziamo per come la tua Chiesa sta crescendo. Ti chiediamo anche di porre presto un rimedio, perché in questa stanca Europa, sembra quasi che la tua voce non voglia più essere ascoltata

Signore, ti benediciamo e ti ringraziamo per come il Tuo nome viene riconosciuto, adorato e glorificato in tante parti del globo terrestre, dove la tua Chiesa sta crescendo, dove il numero dei tuoi figli sta aumentando, però ti chiediamo anche di porre presto un rimedio, e di correre presto verso di noi, perché in questa stanca Europa, sembra quasi che la tua voce non voglia più essere ascoltata.

Anche oggi tu continui a chiamare dei giovani, volesse il Signore che ce ne fossero anche qui, magari dietro di me, o di fianco a me; volesse il Signore che ci fossero delle persone nelle vostre famiglie che sentano questo richiamo, ma attenzione bisogna aiutarle.

Primo con la preghiera, secondo con il vostro stato di vita che comporta dei doveri, non delle opportunità, perché se uno ha uno stato di vita matrimoniale l'educazione e la maturazione dei figli, non è qualcosa che tu puoi fare in più, è il tuo dovere, non è un di più quello che tu fai, è solo il minimo, e la formazione dei figli e delle figlie significa nel renderli umanamente autonomi e spiritualmente consapevoli; consapevoli che su ciascuno di noi c'è un progetto, tutti hanno un progetto, consapevoli della necessità di scoprire per quale tipo di vita siamo venuti al mondo, solo lì troveremo la serenità.

La serenità su questa terra, la gioia e la felicità nell'altra vita.

Sia lodato Gesù Cristo.