L'indulgenza plenaria

27-10-2007

Don Mauro Agreste

Indice

1. Le indulgenze
2. Indulgenza plenaria
3. L'indulgenza ha il dono di cancellare il peccato e la sua conseguenza
4. Indulgenza: abbondanza del cuore misericordioso di Dio
5. Indulgenza: il tesoro infinito della Chiesa, frutto della redenzione di Cristo
6. La ribellione di Lucifero e degli esseri umani
7. La redenzione di Cristo mediante un sì totale
8. La salvezza ci e' data per grazia, ma per diventare efficace ha bisogno della nostra risposta
9. Indulgenza: bontà infinita che si riversa sulle persone
10. La misericordia di Dio: serbatoio senza fondo e senza confini
11. Tu sei Pietro e su questa pietra io fonderò la mia Chiesa
12. A te do le chiavi del regno dei cieli
13. Le chiavi di san Pietro nello stemma del vaticano
14. La sede del papato

1) Le indulgenze

Oggi affronteremo il tema delle indulgenze.

Come sapete in occasione della commemorazione di tutti i fedeli defunti, la Chiesa amministra il dono dell'indulgenza e la riflessione su questo grande tema sembra rivestire un ambito da relegarsi al passato.

Sembra che il tema dell'indulgenza sia qualche cosa che si riferisce se non altro a prima del Concilio, dimenticando che il tema dell'indulgenza fa parte di quella che è la fede cattolica, per una semplicissima ragione: è niente di più e niente di meno che lo sviluppo e le applicazioni concrete del grande dogma della comunione dei santi - nel dogma della comunione dei santi abbiamo l'applicazione di quello che abbiamo visto la settimana scorsa, sul grande tema della Chiesa, quando vi accennavo che la Chiesa è il corpo mistico di Cristo.

Quindi corpo mistico di Cristo che si trova a vivere in situazioni diverse e la stragrande maggioranza della Chiesa dove si trova?

I due terzi della Chiesa si trovano nell'aldilà, perché quelli che vivono qui sulla terra si chiama la Chiesa militante, qualcuno la chiama anche pellegrinante.

Quelli che vivono nella situazione di purificazione Chiesa purgante; quelli che vivono nella gloria, Chiesa trionfante.

Allora nella settimana prossima avremo modo di riflettere su due ambiti della Chiesa che diversamente non sono sempre soliti alla nostra meditazione, la Chiesa trionfante, tutti i fedeli che sono già nel Paradiso e la Chiesa purgante, tutti i fedeli che si trovano in una situazione di purificazione: solennità di tutti i santi e commemorazione di tutti i fedeli defunti.

2) Indulgenza plenaria

In quell'occasione, come sapete, la Chiesa ci da il dono di beneficiare della indulgenza plenaria.

Per indulgenza sin intende un particolare esercizio della misericordia di Dio portate alle sue più estreme conseguenze.

Cioè l'amministrazione della misericordia di Dio per il perdono totale del peccato - cosa voi sapete molto bene che il peccato, semplificando molto, è una risposta negativa a una chiamata di Dio: Dio ti dice fai il bene, il peccato è: non lo faccio, faccio quello che voglio io.

Il peccato poiché è una risposta negativa a un appello di Dio che ti chiede di essere o di fare qualche cosa, significa che produce una mancanza di bene, tanto per intenderci, un vuoto dove invece doveva esserci un pieno.

La pienezza dell'amore non è come il formaggio emmenthal, che è buono solo se ha tanti buchi; la pienezza dell'amore deve essere qualche cosa di solido, di denso di pieno.

Il peccato produce come conseguenza un vuoto dove doveva esserci un pieno; così accade che il fedele che compie dei peccati, si pente, si confessa, riceve il perdono del peccato, però tuttavia la conseguenza del peccato rimane.

Se tu hai fatto soffrire una persona con un tuo atto di egoismo, vieni perdonato, però quel vuoto che si è operato è rimasto vuoto.

Se un papà, una mamma non sono capaci di gestire l'affettività nei confronti dei figli e sono o troppo severi o sono totalmente assenti, oppure sono troppo presenti, anche questa è una forma di squilibrio che può diventare anche peccato.

Queste cose lasciano delle tracce? Si, spesso fino al termine della vita; in questo caso ci possono essere itinerari che sono chiamati cammini di guarigione, che adesso non affrontiamo.

3) L'indulgenza ha il dono di cancellare il peccato e la sua conseguenza

Ma in ogni caso ci rendiamo conto che un peccato, poiché coinvolge sempre il corpo mistico di Cristo, coinvolge quelli che ci sono accanto; il peccato dunque produce delle conseguenze, con la confessione viene perdonata la colpa, ma la conseguenza rimane e se questa conseguenza non viene riparata durante la vita, ha bisogno di essere colmata dopo, nel purgatorio.

Ora il grande tema dell'indulgenza ci presenta una misericordia di Dio incalcolabile, infinita; questo dono meraviglioso ha il potere o se volete, la funzione o il significato di cancellare oltre il peccato anche la conseguenza del peccato, che sarebbe quel famoso vuoto che doveva essere pieno.

Se nella vita della persona il peccato rappresenta un vuoto di amore che bisognava dare nei confronti di Dio o anche al prossimo, con la misericordia di Dio amministrata durante l'indulgenza, questo amore viene restituito.

4) Indulgenza: abbondanza del cuore misericordioso di Dio

Quindi è una abbondanza del cuore di Dio che viene a colmare le deficienze della vita degli uomini.

Tutto questo però non esime da altre conseguenze che sono quella che si causano al prossimo in maniera diretta.

Voi sapete molto bene che la confessione per essere vera, autentica ed efficace esige il dovere della riparazione; quindi se tu hai fatto del male a una persona, dovrai cercare di riparare il male a quella persona, in qualche modo dovrai mettere quell'amore che era stato sostituito dall'egoismo nei confronti di quella persona.

Su che cosa si basa la teoria dell'indulgenza? Parliamo delle indulgenze plenarie perché quelle parziali si inseriscono naturalmente sul ragionamento delle indulgenze plenarie.

L'indulgenza plenaria fa riferimento al tesoro della Chiesa; la Chiesa è ricca vero?

Ha un grande tesoro a sua disposizione? Che certamente non è il Museo Vaticano.

5) Indulgenza: il tesoro infinito della Chiesa, frutto della redenzione di Cristo

Il tesoro della Chiesa è l'infinito bagaglio di misericordia che essa ha a sua disposizione, perché Dio stesso nella persona del Verbo che si è fatto carne, ha acquisito per tutto il corpo che è la Chiesa, e ha donato che ha messo nel tesoro tutta la misericordia.

Come ha fatto ad acquisire per la Chiesa tutta la misericordia?

Con la redenzione, cioè dicendo un si totale a Dio Padre al posto del no che aveva causato il peccato originale.

Certo che questo peccato originale deve essere stato qualche cosa di terribile, di spaventosamente grande, una ribellione che è pari solo alla ribellione di Lucifero.

La differenza sta nel fatto che la ribellione di Lucifero è definitiva, perché lui come spirito personale vive nell'eternità; la nostra ribellione non può essere definitiva, perché noi come "spiriti incarnati" siamo inseriti nello spazio e nel tempo.

Così mentre per gli angeli, quindi per Lucifero che era un angelo, non esiste un prima e un dopo, ma esiste solo un adesso, per noi esiste un prima e un dopo, cioè noi abbiamo la possibilità di cambiare idea.

Perché siamo questo tipo di realtà, nella natura cui esiste anche la legge del divenire, cioè del passare del tempo, della consumazione delle cose.

6) La ribellione di Lucifero e degli esseri umani

La legge del divenire vuol dire che c'è un prima, che c'è un dopo, tutto funziona su questa linea del tempo.

Allora la ribellione degli esseri umani, probabilmente è pari alla ribellione di Lucifero, quanto a significato.

Quanto a importanza e a consapevolezza non è a questo livello, perché gli angeli vedevano Dio, avevano una consapevolezza di Dio molto diversa di quella possiamo avere noi; l'intelligenza degli angeli è assolutamente purissima, altissima, perché essi hanno una comunione e una visione di Dio che permette loro di intuire i misteri di Dio molto molto di più di quanto riusciamo a fare noi.

Per questo motivo il significato della ribellione è pari a quello di Lucifero, ma la consapevolezza no.

Dio ha voluto dire: vi manderò il Salvatore.

Ora questo Salvatore che cosa ha fatto? Ha distrutto la ribellione del peccato originale con una comunione altrettanto totale.

Se la ribellione umana era stata totale, per quanto un essere umano è capace di ribellarsi a Dio, la comunione con Dio fu altrettanto totale e non poteva che essere così, cioè un sì totale dato a Dio Padre per mezzo del Verbo che si è fatto carne, cioè di Dio che senza smettere di essere Dio si è fatto totalmente e veramente uomo, una persona due nature, natura divina e natura umana.

7) La redenzione di Cristo mediante un sì totale

Ora la redenzione è stata operata da Gesù Cristo mediante un sì totale senza smettere di essere Dio, ma da parte della natura umana.

Il si totale che Gesù ha detto lo ha detto nell'orto degli ulivi quando aveva tutto il tempo di fuggire e nonostante questo ha detto: "sia fatta non la mia volontà, ma la tua", quello è il punto fondamentale da cui prende forza tutta la passione, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo.

Perché lì nell'orto degli ulivi è Lui che ha deciso di stare lì, anche se ha detto: "la carne è debole anche se lo spirito è forte", quindi in quel momento li quando Gesù suda sangue è quello il momento del si supremo, che poi ha tutte le altre conseguenze: viene imprigionato, viene condannato, viene flagellato, tutto il resto viene dopo, ma lì Gesù poteva fuggire si o no?

Sapeva che Giuda era già andato a cercare le guardie del tempio, lì ha detto il suo sì, una adesione totale che neutralizza e supera la ribellione totale del giardino dell'eden.

Allora per questo sì, confluisce nel corpo di Cristo che è la Chiesa, tutta la comunione di Dio, tutto l'amore di Dio, tutta la potenza di Dio, tutta la santità di Dio, tutta la gloria di Dio; per quel sì detto nell'orto degli ulivi, tutta la potenza di Dio confluisce nella natura umana, per mezzo di Gesù Cristo, per mezzo del suo sì.

8) La salvezza ci è data per grazia, ma per diventare efficace ha bisogno della nostra risposta

Ora quando san Paolo ci dirà: la Chiesa è il corpo di Cristo dove Cristo è il capo, ci dice e ci rivela chiaramente che per mezzo del capo della Chiesa che si chiama Gesù Cristo, abbiamo ricevuto grazia su grazia.

Quindi per mezzo di Gesù Cristo tutto il corpo è stato riempito della potenza, dell'amore, della gloria, della santità, della bellezza, della forza di Dio, tutto ci è stato dato in Gesù Cristo nostro Signore.

Per questo in qualche occasione san Paolo dirà: tutto posso in Colui che mi da la forza, perché?

Perché questa è la realtà che gli occhi di carne non vedono, però è la realtà della fede che costruisce l'unico corpo di Cristo che è la Chiesa.

Su questi presupposti voi potete immaginare quante conseguenze ci sono; adesso noi vediamo brevemente e anche in maniera abbastanza sbrigativa e superficiale il tema delle indulgenze, però non è solo questo quello che ci riguarda.

Per quel sì detto da Gesù Cristo nell'orto degli ulivi, tutta la misericordia di Dio si riversa sull'umanità.

Tutti gli uomini ricevono il perdono e la salvezza e la salvezza ci è data per grazia cioè gratuitamente, non l'abbiamo meritata noi, però ricordiamoci sempre che la salvezza per diventare efficace ha bisogno della nostra risposta.

È come una persona che sta affogando, tu gli dai il salvagente, quella persona è salva, ma se non si prende il salvagente, anche se il salvagente è a portata di mano, quella persona muore.

La salvezza è più di un salvagente, però funziona allo stesso modo, se non la fai tua, se non rispondi all'appello di Dio che ti chiama a seguirlo, anche se ha versato il suo sangue per te, ma tu non lo segui la salvezza non ce l'hai; non perché Dio non sia stato efficace, ma perché tu non l'hai presa.

È facile che ci venga offerta da Dio una grande quantità di grazia, ma è altrettanto facile che tante persone non le prendano, perché la strada non è così agevole.

Se tu devi salire in cima a una montagna per prendere delle leccornie allora dici non ho mica voglia di salire in cima alla montagna, meglio che io vada a prendere i rifiuti che ci sono in giro, mi ciberò di rifiuti, ma non delle leccornie.

Ci siamo intesi un po' con questi paragoni un po' ridicoli, che però nel caso ci fanno capire che cosa succede.

La gente in certi casi preferisce cibarsi di immondizie piuttosto di cibi sopraffini che ci sono offerti da Dio, perché le immondizie le hai intorno a te, invece ciò che ti offre Dio è in alto, noi siamo chiamati a guardare in alto.

9) Indulgenza: bontà infinita che si riversa sulle persone

Dunque tutto questo bagaglio di misericordia che è stato donato all'umanità è qualche cosa che diventa efficace, diventa attivo nella misura in cui vienericevuto.

Da questo l'importanza che noi diamo alla liturgia, a conoscere i sacramenti, per renderci consapevoli che la grazia del Signore non è una bacchetta magica, non è un programma di computer che schiacci il pulsante e fa tutto da solo; la grazia del Signore è un dono gratuito che tu ricevi e lo ricevi nella misura in cui tu ti attivi per andarlo a prendere, ed ecco l'ambito delle indulgenze.

L'indulgenza è questa bontà infinita di Dio che viene a calarsi sulle persone umane per sollevarle dalla loro miseria.

Vi ho ricordato prima che il peccato lascia sempre delle conseguenze che sono praticamente dei vuoti di amore dove invece doveva esserci il pieno, la misericordia di Dio nell'indulgenza viene a colmare questo vuoto, viene a neutralizzare le conseguenze del peccato.

Ora la conseguenza del peccato a livello spirituale è un tempo di purificazione, perché l'amore che tu dovevi mettere nella tua vita non lo hai messo, allora lo mette Dio al tuo posto e quindi questo vuoto di amore viene colmato da Lui.

D'altro canto però se tu vuoi che questo vuoto di amore sia ricolmato nella tua vita anche quando sei vivo, tu sei impegnato, come vi ho detto prima, alla riparazione.

10) La misericordia di Dio: serbatoio senza fondo e senza confini

La Chiesa ha a sua disposizione questo serbatoio senza confini dell'amore della misericordia di Dio, che viene distribuito con grande abbondanza per tutti i fedeli, tutte le volte che in modo ufficiale viene dichiarato: questo è il tempo della grazia in cui tutti quelli che hanno sete possono venire alla fonte e dissetarsi di tutto.

Cioè il tempo speciale viene aperto il forziere del tesoro di Dio, perché chiunque ha dei debiti nei confronti di Dio, li possa completamente pagare.

È come quando voi mamme davate i soldi ai vostri bambini che vi potessero comprare il regalo!

Quindi Dio che cosa fa? Ci dà la grazia di prendere dal tesoro della sua infinita misericordia tutto quello che ti serve per pagare i debiti a Lui.

È la misericordia di Dio che funziona così. Ora chi ha il potere di decidere quando aprire i forzieri?

11) Tu sei Pietro e su questa pietra io fonderò la mia Chiesa

E qui entra in gioco ciò che Gesù ha detto in maniera esplicita.

Quando Gesù chiese ai suoi discepoli: chi dice la gente che io sia?

E i discepoli: qualcuno Elia, qualcuno uno dei profeti, ecc. ecc.

Poi il Signore si ferma, li guarda negli occhi e dice: E voi chi dite che io sia?

Pietro rispose: "tu sei il Cristo il figlio del Dio vivente.

La risposta di Gesù è stata una risposta che testimoniava l'azione del Padre.

Beato te Simone figlio di Giona, perché né la carne, né il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio e io ti dico: Tu sei Pietro, quindi gli ha cambiato il nome da Simon che significa canna fragile che si spezza facilmente a cefà che vuol dire roccia e voi sapete che nella mentalità ebraica cambiare il nome vuol dire cambiare l'essenza della persona.

Se biblicamente c'è una affermazione di questo genere vuol dire che quello che viene dichiarato in quel momento è di una potenza tale che nessuno può mai sminuirlo.

Io faccio di te qualche cosa di diverso.

Vi ricordate quando Elia chiama Eliseo a seguirlo, cosa fa Elia?

Gli mette il mantello sopra e Eliseo che stava guidando dodici coppie di buoi, persona benestante che non aveva certo voglia di andare in giro a fare il profeta e anche piena di salute, perché uno che guida dodici coppie di buoi ha una bella salute.

Ebbene Eliseo dice: lasciami andare a salutare i miei, poi con l'aratro uccide un bue, fa un sacrificio, dona a tutti coloro che erano li il cibo, poi va a salutare i suoi.

Elia dice: fai presto, perché sai bene ciò che io ho fatto di te.

Per dirgli, adesso tu sei morto quello che eri prima, venendo fuori dal mantello sei risorto.

Se qualcuno ha partecipato al rito monastico della professione solenne, si ricorderà che la persona che doveva fare la promessa, si prostrava a terra, veniva ricoperto da un manto nero.

Poi veniva tolto il manto per dire la vita di prima non esiste più, sei rinata a vita nuova; viene cambiato il nome per dire tu non sei più quella di prima sei un'altra.

Quando Gesù cambia il nome a Simon e lo fa diventare cefà, lo fa essere tutta un'altra cosa: "Tu sei Pietro e su questa pietra io fonderò la mia Chiesa" e non come dicono i protestanti che in quell'affermazione noi abbiamo interpretato che la Chiesa è quella di Pietro.

Non è la Chiesa di Pietro è la Chiesa di Gesù Cristo, è Gesù Cristo che fonda la sua Chiesa su quella pietra ( cefà = roccia ), perché per fare la Chiesa cioè composte da persone umane, ci vogliono persone umane.

Gesù Cristo poteva fare la Chiesa degli angeli? No. Non avrebbe senso.

12) A te do le chiavi del regno dei cieli

La Chiesa è il corpo di Cristo, perché tutti in Gesù Cristo, tutti i battezzati che sono quelli che formano la Chiesa sono diventati il figlio di Dio, nel figlio di Dio.

Tu ti puoi chiamare figlia di Dio per un'unica ragione, perché tu con Gesù Cristo, per Gesù Cristo, in Gesù Cristo sei una cosa sola, tu sei il figlio di Dio.

Ecco il cammino del cristiano significa non semplicemente affermare la propria individualità, ma far si che nel nostro cammino cristiano sia sempre più trasparente la presenza di Dio, si veda all'esterno, per questo sei il figlio di Dio, nel figlio di Dio.

Allora Gesù Cristo continua e dice: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno.

Quindi la Chiesa esisterà fino alla fine dei tempi, non sappiamo se ci sarà tante gente che vive nella Chiesa militante o poca gente, comunque ci sarà, "a te do le chiavi del regno dei cieli".

Si chiama il potere delle chiavi, che Gesù Cristo ha voluto dare non a tutti gli apostoli, non le ha date a sant'Andrea, non le ha date a san Paolo, neanche a san Giovanni, le ha date a Pietro.

Quindi non la Chiesa di oriente, non le altre chiese paoline, non le altre chiese fondate dagli altri apostoli, ma solo a Pietro ha dato il potere delle chiavi.

Questo vuol dire che tutti coloro che sono in comunione con Pietro hanno questo benefico di vivere addirittura sotto il potere delle chiavi.

Ciò che aprirà su in cielo sarà aperto, ciò che chiuderai sarà chiuso, tu confermerai i tuoi fratelli.

Se andate nella basilica vaticana nel cornicione potete leggere tutta questa scritta, da una parte in latino e dall'altra in greco, per dire che il potere delle chiavi è il potere della Chiesa universale, che vale anche per le altre chiese nella misura in cui si mettono in comunione con Pietro.

13) Le chiavi di san Pietro nello stemma del vaticano

Allora con questo potere delle chiavi Pietro ha l'autorità e la possibilità di aprire il forziere del tesoro di Dio.

Se infatti non ricordate male, quando viene inquadrato lo stemma pontificio, non vedete forse che dietro allo stemma ci sono le due chiavi incrociate?

Si chiamano le chiavi concussate, che vuol dire incrociate tra di loro, molto legate tra di loro.

E la chiave dell'Antico Testamento quella colore argento, la chiave del Nuovo Testamento quella color oro; la chiave dell'A.T. è quella che fa riferimento a Davide, perché Dio aveva detto a Davide per mezzo del profeta, ti do la chiave di Israele.

La chiave color oro, è quella che Gesù Cristo ha detto a te do le chiavi del regno dei cieli.

In realtà lo sappiamo molto bene, l'interpretazione retta, autentica della parola di Dio viene data dal Magistero della Chiesa.

Quindi l'interpretazione non è solo del N.T. ma anche del A.T., per questo che ci sono tutte e due le chiavi.

Di più ancora è solo una curiosità ma ve la dico, in tante occasioni viene utilizzata l'immagine della basilica vaticana per indicare le braccia aperte della Chiesa per dire che accoglie tutti i popoli, però questa è una forzatura di carattere emozionale.

Ve ne rendete ben conto se passate con l'aereo sulla Città del Vaticano, perché ciò che vedete dall'alto non sono delle braccia aperte, che in realtà avrebbero una forma molto strana, ma non è nient'altro che la forma della chiave di Pietro: la piazza san Pietro con ,le due fontane e l'obelisco in mezzo con tutta la basilica vaticana, il transetto della basilica e la sacrestia danno la forma inequivocabile della chiave di Pietro.

Allora persino visivamente la tomba di Pietro è stata visibilmente indicata con il potere che rappresenta Pietro.

14) La sede del papato

Voi sapete che solo in questo ultimo secolo e mezzo la basilica vaticana e il palazzo apostolico sono diventati la sede del papato, perché prima era al Quirinale.

Il Quirinale è stato sempre il palazzo dei papi e la cattedrale del Papa non san Pietro, ma è san Giovanni in Laterano.

Qui era la basilica importante della confessione di Pietro costruire sul luogo in cui c'era un circo dove facevano anche le corse delle bighe, nel quale fu martirizzato san Pietro; subito dopo il suo martirio buttarono aldilà del muro di questo circo il cadavere e i fedeli rapidamente lo seppellirono molto vicino alle mura del circo, il quale col passare del tempo andò in decadimento, venne distrutto, non venne più usato e su quel luogo cominciarono ad affluire i fedeli, si cominciarono a costruire delle tombe intorno a quella di Pietro finché l'imperatore Costantino fece costruire la prima basilica di cui si vedono dei resti sotto la basilica odierna e poi nel corso dei secoli.

È tutta una storia che adesso non analizziamo sulla costruzione della basilica, ma sotto l'altare del Bernini c'è la tomba di Pietro nella quale il Papa Pio XII negli anni cinquanta fece fare degli scavi archeologici e trovarono una cassettini con degli ossi e con dei graffiti che indicavano che quella era la tomba di Pietro.