Come evangelizzare i battezzati

13-10-2001

Don Mauro Agreste

All'inizio di questo nuovo anno formativo, di fronte alle diverse interpretazioni che si danno alla parola "amore" e al che cosa sia l'amore - interpretazioni, spesso, fra loro contrapposte - occorre che anche noi ci chiediamo che cosa significhi veramente l'amore.

Amare significa volere il bene dell'altro, chiunque sia questo altro.

Chi ama veramente una persona desiderare ciò che è meglio per quella persona.

Il desiderare il meglio per una persona non è tuttavia sufficiente, perché l'amore è una realtà concreta; amare una persona significa pertanto non solo volere il bene dell'altro, ma anche farlo.

In sostanza amare significa donarsi all'altro, con un "come" e un "quando" che occorre precisare.

Amare l'altro non potrà evidentemente consistere nel donarsi a lui nelle sue velleità, assecondando tutte le sue idee, magari distorte, ma un donarsi a lui per il suo vero bene.

Se è così. Vuol dire che ci sono delle regole in questo amore: non è tutto lecito, non è tutto possibile.

Ciò che uno ha nella mente sarà veramente e sempre il suo bene?

In questo possiamo constatare che spesso il mondo la pensa in modo diverso.

La gente in genere non è capace di ragionare in termini spirituali, ma ragiona in termini materiali.

Tutto ciò che è materialmente fruibile ed è godibile viene inteso dalle persone come il bene e quindi qualcosa che si ha il diritto di possedere, mentre non è così.

Se una persona non ha fatto l'incontro con il Signore e non ha le categorie spirituali per intendere che cosa voglia dire volere il bene dell'altro, confonderà il bene con ciò che è più comodo e più piacevole, con ciò che è più godibile, ma il bene non è sempre quello, può anche essere qualcos'altro.

Talvolta il bene per una persona può essere non concederle una cosa, e questo richiede del coraggio.

Ci vuole vero amore per essere in grado di dire ad una persona: questo sì, questo no.

Talvolta c'è chi dice sì a cose non positive e forse anche deleterie, ma il dire sì oppure no, quando secondo Dio dovrebbe essere il contrario, non significa amare una persona e volere il suo bene.

Chi agisce così denota di non essere convinto della verità, di non essere convinto del bene.

Certo sentendo parlare certe persone avvertiamo che mettono in dubbio anche il concetto di bene e il concetto di vero e pensano che tutto sia relativo, che ci sia un bene qualsiasi, che qualsiasi verità sia quella accettabile e che dunque non ci sia una realtà assoluta a cui fare riferimento.

Però un giorno il Signore si è fatto presente nella tua vita e tu te ne sei accorto.

Da quel momento in poi tante cose sono cambiate, forse non come modo di farle, ma nel motivo per cui le facevi.

In ogni storia cambia qualcosa quando si incontra il Signore.

Quindi, cosa vuol dire questo?

Vuol dire che l'incontro con il Signore dà veramente un significato diverso a tutto quello che si è e, soprattutto, a tutto quello che si fa.

Cosa è in grado di dare questa forza e questa spinta a delle persone umane che , tutto sommato, sono deboli e fragili?

È l'amore del Signore, cioè una presenza, una persona, che significa un rapporto personale tra te e Lui.

Ora in questo rapporto personale tra te e Lui (dico un te generico, ovviamente) c'è effettivamente questo rapporto affettivo che non necessita sempre e in ogni caso di parole, è un rapporto personale che si esercita nell'intensità di una comunione.

Quindi, in parole povere, che cosa significa questo?

Lo spiego attraverso un esempio molto semplice.

Significa quella quieta armonia di comunione che c'è in una bella famiglia, quando tutti i componenti sono a casa e, pur essendo ognuno nella propria camera, intenti alle proprie faccende, c'è tra loro questo clima di comunione per cui uno è tranquillo perché c'è l'altro e se anche non si è continuamente a parlare c'è questa comunione profonda.

Questa unione di fondo attraverso tutti i componenti in una quotidianità placida e serena, crea tra di loro questo legame fortissimo, invisibile, incomunicabile, ma irrinunciabile.

Allora questo fuoco caldissimo e silenzioso dell'amore di Dio, che si innesca nel rapporto tra noi e Lui, e che Dio più di noi desidera che ci sia, questa forma di comunione bella, silenziosa, profonda e continua che spesso non è neanche fatta di parole, ma solo di presenza.

Questo atteggiamento ci può essere chiarito dall'esempio di quel famoso contadino del Curato d'Ars.

Egli tutte le mattine, appena il Curato apriva la Chiesa, andava lì e sostava a lungo davanti al tabernacolo.

Un giorno il Curato gli disse: "Cosa dici al Signore quando sei lì?".

Il contadino rispose: "Non gli dico proprio niente; io so che Lui è lì e Lui sa che io sono qui; Lui guarda me e io guardo Lui".

Questo è il segreto dell'amore di Dio.

Non è facile stare il silenzio, però, dopo che si è stati qualche tempo in silenzio, dopo che si è detto al Signore tutto quello che gli si voleva dire, cose giuste e cose ingiuste, subite, non si ha più niente da dirgli, ma, da quel momento in poi, quelle stesse cose si vivono in un modo diverso.

Da quel momento lì si entra nel deserto che non è il deserto vuoto di Dio, ma il deserto pieno di Dio. il deserto in cui tu guardi Lui, senza dire nulla, e Lui guarda te riempiendo il tuo cuore di pace.

Non sai che cosa il Signore ti sta mettendo nel cuore in quel periodo, però te ne accorgi dopo, perché, non sai come, le tue difficoltà le hai lo stesso, però le vivi e le affronti diversamente e tu trovi riposo alla presenza del Signore.

Questo è il fluire dell'amore di Dio nel tuo cuore, non te ne accorgi neanche, perché non ti innalzi da terra mentre fai l'adorazione, se hai da sbucciare le patate le sbucci, ma in quel momento lì tu sei con il Signore e questo, che non è neanche più una furbizia, è uno stato di comunione per cui tu non riesci a fare qualcosa senza essere sempre con Lui e quando sei con Lui rimane la tua quotidianità, lo sapevi già, lo sapevi già che la tua quotidianità era quella e non ti resta nient'altro da fare che vivere ogni giorno della tua vita alla sua presenza.

In questo modo il Signore ti rende persino libero dal tempo e dallo spazio.

Perché tu dici giustamente: "Ma io ero abituata alla Messa, all'adorazione, alle persone del gruppo, ecc.", ma sì certo sono cose stupende, però se tu vivessi in un paese dove ci sono le persecuzioni dei cristiani come faresti?

Allora tu non adori più, non preghi più, non sei più alla presenza del Signore?

Possono toglierci tutto, ma non la fede, perché la fede può essere esercitata ovunque.

Vi porto come esempio questo fatto: quello che adesso è il Cardinale di Praga, durante i tempi della rivoluzione e dell'oppressione comunista che ci fu in Cecoslovacchia, faceva il lavavetri, poi di notte andava a celebrare la Messa di nascosto nelle cantine.

Il fatto che lui non potesse portare il suo abito e vivere la sua fede in modo libero gli impediva forse di vivere la fede?

Quando uno serve una persona malata lontano da casa, sradicata dalle sue abitudini, questa cosa, per caso, gli impedisce di avere un rapporto privilegiato con il Signore?

Il Signore in quel momento ci favorisce, perché, tu non lo sai, ma Lui si è camuffato nei panni della persona malata e ti dice:

"Sono io, non ti sei accorto di me quando ero qui nascosto?".

Suor Faustina Kowalska quando ha fatto la portinaia per lunghi anni, per un certo periodo vedeva un barbone che veniva a prendere il pane da lei.

Lei glielo dava, perché aveva avuto questo compito dalla Superiora; quando c'erano i poveri lei dava quello che c'era da dare di solito ai poveri, questo entrava, era molto gentile ecc…, pero lei aveva qualcosa di strano all'inizio repulsione, perché persone di questo genere le aveva sempre vissute con molto disagio, poi a un certo momento lo Spirito Santo l'ha l'illuminò:

"E se fosse Gesù? Ricordati che Gesù ha detto ogni volta che avete fatto ecc…"

Lei pensò veramente a questa frase e capì, che quello poteva essere Gesù, fintanto che ne ebbe quasi la certezza e quando ne ebbe la certezza quella persona non venne più.

E quando Gesù si presentò a lei in una delle visioni che lei aveva, lei disse:

"Ma eri Tu", Gesù disse: "Si ero proprio io ".

Quindi il Signore in quei momenti difficili vuole far sperimentare il suo amore e ci dice:

"Cara figlia non sei più una bambina di cinque anni che ha bisogno della caramellina, per essere felice.

Adesso sei tu che devi dare le caramelle agli altri perché se no, in che cosa mi assomigli?

lo ti ho fatto essere mia figlia non perché tu continuamente riceva il latte spirituale da me, ma perché tu a tua volta, devi nutrire gli altri.

Allora finché tu non diventerai un'altra me stesso, allora non potrai dire di aver fatto il tuo cammino e non avrai nessun tipo di consolazione perché tu non puoi avere le consolazioni dei bambini, non sei più una bambina, quindi se io ti dessi le stesse cose dei bambini intanto ti umilierei, e Dio non vuole umiliare le persone e seconda cosa non avresti neanche consolazione, perché questo sai che non è la tua consolazione.

La tua gioia la tua consolazione non è più quella di avere delle emozioni dei trasporti, la tua consolazione e la tua gioia e fare la mia volontà (dice il Signore) e sentirsi una parte di Me e tu devi fare proprio questa esperienza".

Questo cammino (la prima lezione dell'amore di Dio), tra le tante cose che dice, deve avere questo risvolto: cioè che l'amore di Dio non è semplicemente un qualche cosa che tu devi dare a Dio, è l'amore che Dio ha per te, che però dobbiamo essere sufficientemente maturi per capire che deve essere vissuto in maniera diversa.

Deve essere interiorizzato e deve essere vissuto adatto all'età che si ha, ma quando dico l'età che si ha, non dico l'età anagrafica, intendo dire l'età spirituale e così un ottantenne che si avvicina per la prima volta al Signore avrà delle consolazioni semplici, gioiose, piccole, per delle cose quotidiane, un ventenne che da sempre segue il Signore dovrebbe avere una comunione con il Signore in cui queste gioie qui, non sono più quelle, ma sono altre, cioè la gioia di partecipare al lavoro del Signore, di sentirsi parte in causa, di sentirsi onorato dal Signore per compiere determinati uffici, che sono quelli di evangelizzare, comunicare, di condividere, di consigliare i dubbiosi, i parlare di Gesù in un modo affascinante in un modo convincente.

Le consolazioni che il Signore lascia sono queste, sono quelle di poter vedere con i suoi occhi le cose che succedono, di riuscire a vedere la sua volontà.

Cioè ad un certo momento ti sembra di fare una cosa qualsiasi, una cosa banale e invece in quella cosa banale che tu hai già fatto centinaia di volte riesci di colpo a intuire che significato ha per Dio fare quella cosa banale con l'amore di Dio.

Per cui tu vai a fare la spesa al mercato, è una cosa banale magari faticosa, magari noiosa, magari tutto quello che vuoi, e tu lo puoi fare perché è tuo dovere ecc…

lo puoi fare per amore.

È la stessa cosa di prima, con lo stesso tempo di prima però diventa totalmente un'altra cosa perché quando Gesù andava al mercato, come andava al mercato?

Anche Gesù andava al mercato, comprava le verdure, comperava la carne da mangiare, spennava i polli, è chiaro, se doveva mangiare, doveva fare anche questo.

Ora domandiamoci con che animo Gesù lo faceva e con che animo lo faceva la Madonna, lo facevano con gioia e magari con fatica; ma perché lo facevano?

Era questo amore, allora se tu fai questa stessa cosa con lo stesso sentimento che fu di Cristo Gesù e della sua Mamma, allora tu vedi che stai veramente imitando Gesù nel quotidiano in cose che sono dei tutto banali e che tanto dovresti fare lo stesso, che però ti permettono di vivere il tuo Cristianesimo in una dimensione che si chiama la dimensione MISTICA, è importante tutto questo.

In questo si manifesta l'amore di Dio perché è lui che ti ama, cioè vuol dire che è Lui che sta' al tuo fianco e Lui che bussa alla porta del tuo cuore e Lui che vuole entrare nella tua vita.

Come conseguenza ci sarà che tu farai parte anche della sua vita, però non c'è nessuno più di Gesù che desideri far parte della tua vita, e questo è un aspetto veramente eccezionale, che pochissimi cristiani hanno capito, che non è che Dio ti voglia far fare qualche cosa, Dio ti chiede solo una cosa, di farlo entrare nella tua vita. Cosa comporta questo?

Che tu devi vivere la tua vita, tanto la vivresti lo stesso, però c'è una grandissima differenza tra il vivere la tua vita come la devi vivere e vivere la tua vita nell'amore di Dio, perché amore di Dio = presenza di Dio allora tu devi fare lo stesso determinate cose, ma una cosa e farle perché devi farle, e una cosa e farle con Gesù accanto.

Se tu hai un'amica del cuore e tu fai le tue cose da sola è una cosa, ma se tu fai le tue cose in compagnia della tua amica si fanno con gioia, sembra quasi che non pesino.

Allora Gesù vuole avere questo spazio nella vita di ciascuno, questo significa DIO TI AMA.

Cioè Dio desidera il tuo bene, tutto, per questo è sempre accanto a te perché Lui è il tuo bene cioè stare in compagnia con Lui significa avere veramente la massima gioia.

Che poi a te piaccia dipingere piuttosto che correre in bicicletta oppure cucinare piuttosto che lavare i vetri, non è che cambia molto la questione perché tanto entrambi le cose dovrai fare, fintanto che sei su questa terra, sono obblighi che fanno parte della natura umana, non sono cose che uno può anche non fare.