Catechismo scuola di fede, amore e rispetto

12-10-2002

Don Gianni Colombo

Indice

1) Don Bosco e il primo ragazzo
2) Perché è importante il catechismo
3) Perché è importante avere una fede
4) L'anima e la coscienza
5) La gioia della conquista
6) Le verità della fede

1) Don Bosco e il primo ragazzo

Sono nate delle congregazioni per il catechismo.

I Fratelli delle Scuole Cristiane sono nati per fare catechismo ai bambini.

Io sono un salesiano.

Don Bosco ha fatto la sua congregazione anche per un catechismo.

Come sapete la congregazione salesiana è nata l'8 dicembre 1841.

Don Bosco stava preparandosi nella Chiesa di San Francesco, qui di Torino, a celebrare la Santa Messa: entra un ragazzino in sacrestia e il sacrista gli piazza in mano il messale e gli dice: "Servi messa".

Il ragazzino gli risponde che non è capace e il sacrista lo bacchetta.

Ma Don Bosco gli dice di lasciar stare il suo amico e dice al bambino: "Dopo la Messa ti devo parlare".

Finita Messa, gli chiede:

"Come ti chiami ?". "Bartolomeo Garelli".

"Dove abiti?". "Asti".

"Hai il papà?" "No".

"Hai la mamma?". "No".

" Vai a scuola?". "No".

"Vai a catechismo?". "No"

"Sai zufolare?". "Si".

È il primo sì che riesce a dire.

"Perché non vai a catechismo?".

"Io, ho già sedici anni e i bambinetti mi prendono in giro".

"E se te lo facessi io il catechismo, verresti?".

"Certo, molto volentieri".

Don Bosco gli chiede ancora "di fare il Segno della Croce.

"Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo".

Lui non l'ha fatto, non era capace a fare il Segno della croce.

Allora, nella prima lezione gli ha insegnato il Segno della Croce e gli ha parlato di Dio Creatore e Padre.

La congregazione Salesiana è nata di così, dal desiderio di insegnare ai ragazzi, magari a quelli che non erano fortunati come gli altri che andavano in parrocchia e a catechismo, chi era Dio, chi era Dio Padre.

2) Perché è importante il catechismo

Il catechismo non ha mai goduto veramente di larghe simpatie presso le famiglie, a volte dobbiamo litigare con i genitori perché vi mandino i figli e mi fa molto piacere vedere dei papà che stanno imparando a fare i catechisti.

Io ho solo mamme e, purtroppo, quasi mi vergogno perché non riesco ad agganciare nessun papà.

Forse i maschietti hanno bisogno di vedere qualche figura maschile, che dica loro che il catechismo non è una stupidata per mamme che non hanno niente da fare e riempiono la giornata.

"Ecco della gente che lavora, che produce, che perde il suo tempo per me, quindi vuol dire che la cosa che faccio è importante".

Domani devo parlare ai genitori, che mandano per la prima volta i figli al catechismo.

Tutti gli anni ne ho un centinaio che vengono il primo anno in preparazione alla Prima Comunione.

Li ho tutti davanti perché è il primo giorno e vengono tutti e su cento persone che sono lì al massimo conosco il volto di quattro o cinque tra nonni e genitori, vuol dire che il novantacinque per cento delle famiglie non viene in chiesa e devo dire loro perché è importante il catechismo.

Perché devi mandare i figli oltre che a nuoto, a basket, a danza, anche a catechismo.

Perché?

Primo perché tu ti sei impegnato quando hai battezzato il figlio a dire "sì", che avresti fatto una proposta cristiana.

Il Sacerdote ti ha domandato: "Domandando il battesimo, vi impegnate a proporre una vita cristiana?".

E voi avete detto "si".

Allora vediamo cari genitori: "Avete insegnato il Segno della Croce?".

Molti non hanno insegnato nemmeno il Segno della Croce.

3) Perché è importante avere una fede

Una onestà laica, una morale laica, non basta.

Nella vita è importante possedere una fede, perché la fede è l'ancoraggio nella vita, e voi cari genitori avete già sperimentato quante bufere purtroppo ci sono; allora, se nel porto ci sono delle ancore sicure, la nave non si rovescia, altrimenti si rovescia.

La fede è l'ancoraggio: serve per aggrapparti e inoltre sai che non sei un atomo sperduto nell'universo, che vaghi senza meta e quando è esaurita la tua carica sparirai nel nulla da dove sei venuto. No!

Sei figlio di un Padre che ti ha creato per amore, prima cosa grande.

La certezza che tu sei figlio di un Padre che ti ha creato per amore e ti destina all'amore.

Quindi caro genitore è importante che tu mandi tuo figlio a scuola, a basket, a nuoto, che tu lo nutra; però, se tu fai solo questo, ti preoccupi solo di una parte della persona.

Se tu miri semplicemente a che tuo figlio diventi un giocatore, un cantante, una ballerina, un ottimo avvocato, un buon medico, per far soldi, il catechismo non serve, ma se tu vuoi insegnare ad amare devi mandarlo a catechismo.

La cosa più importante è imparare ad amare, e questo lo insegna il catechismo.

Il branco che ha ucciso Desiré*, non andava a catechismo.

Ecco allora devi insegnare a tuo figlio ad amare.

Amare vuol dire innanzi tutto accettare che ci siano anche gli altri; ci sei tu, ma c'è anche tuo fratellino, la tua sorellina, papà e mamma, nonni e nonne.

Li devi accettare, li devi rispettare.

Non so se avete letto una cosa che ci ha fatto veramente vergognare.

Quest'estate hanno fatto un'inchiesta, che è stata pubblicata su tutti i maggiori quotidiani italiani, da cui è risultato che i ragazzi più maleducati, nei luoghi di villeggiatura, erano gli italiani: mamme arrossite, perché siete voi che li educate!

Come ci può essere amore, se non c'è rispetto?

Quando parlo agli sposi, per prepararli alle nozze, dico loro di fare attenzione che l'amore è basato sul rispetto.

Quante coppie si lasciano con tanta facilità, perché è venuto a mancare il rispetto reciproco; se lo sposo e la sposa non si rispettano, come ci può essere amore?

4) L'anima e la coscienza

Al catechismo impareranno a rispettare, impareranno a condividere; amare è spartire.

Genitori, se vi amate, spartite.

Amare è perdonare, e guai a voi, cari genitori, se vi impuntate su una cosa o sull'altra.

Questo dovete insegnare, questo è quanto insegneremo al catechismo ai vostri figli.

Se non sanno amare umanamente le persone che vedono, accettarle, rispettarle, come faranno ad amare, accettare e rispettare le persone che non vedono: Dio?

Noi cercheremo di dirlo.

Ed oggi è difficile, voi catechisti ve ne accorgerete di quanto è difficile parlare della Paternità di Dio.

Di dire a molti ragazzi che hanno il papà da un'altra parte che Dio è il loro papà e quindi è un … e gli si aggiunge un aggettivo che non è bello.

È difficile oggi dire che Dio è padre e dire che padre è uno che ama.

Il credere in Dio, lo diciamo anche ai genitori, agli adulti, quando fanno la cresima quando sono adulti non è difficile.

Credi in Dio ? Tutti mi dicono sì, sì, sì.

Io credo in Dio, perché ci sono io, se ci sono io c'è Dio, pensateci un po'.

Se ci sono io, è perché c'è Dio.

Chi è che mi ha fatto?

Papà e mamma, nonni, bisnonni, trisavoli.

Poi uno che ha messo lì o la prima coppia di uomini o una coppia di scimmie o un'ameba evoluta, ci sarà stato per forza.

Non è difficile sin qui, ma che volto ha questa persona?

Con la mia intelligenza non ci arrivo, con la mia intelligenza arrivo solo ad accettare che ci sia uno onnipotente.

Vedo il sole, nessuno l'ha fatto, di sicuro uno più grande di me l'ha fatto, ma che volto ha ?

Non potremmo conoscerlo se lui non si fosse rivelato, ecco la fede nella Bibbia.

Lui si è rivelato.

Rivelare vuol dire, manifestare e la rivelazione, la manifestazione è sempre segno d'amore.

Si manifesta uno che ama.

Dirò ai genitori, voi non conoscete nemmeno il mio nome e io non conosco il vostro, perché non ci sono stati rapporti, ma di vostro marito conoscete tutto o parzialmente, perché?

Perché vi volete bene.

Quando vi siete incontrati la prima volta cosa gli hai detto: " Vieni a prendere un caffè?"

Ti ha detto sì o no. No e basta.

Se sì, si domandano: "Come ti chiami?…" .

5) La gioia della conquista

Dio si è rivelato attraverso un popolo, il popolo ebraico, la Bibbia è la storia di un popolo.

È la Bibbia che mi dice che è Padre, che mi dice che ha messo una scintilla divina dentro di me, che mi ha fatto a sua immagine e somiglianza.

Domando ogni tanto, quando faccio il catechismo a questi della cresima adulti oppure a quelli del matrimonio: che cos'è l'anima?

È una cosa molto semplice, non è il fazzolettino bianco che hai dentro, ma l'intelligenza, la volontà, la coscienza, questa è l'anima, il cromosoma divino che abbiamo in noi.

La capacità di approfondire le cose.

L'animale ha solo l'istinto, noi, invece, abbiamo la divina facoltà di scegliere, la libertà, la bellezza dell'amore.

"Ti voglio tanto bene". "Io invece no!".

"Se mi dici di sì bene, ma sei libero di dirmi sì o no".

Porti naturalmente le conseguenze della tua scelta: la coscienza.

Questa è l'anima.

Dio ci ha fatto capace di conoscerlo con la nostra intelligenza, di amarlo o di rifiutarlo.

Il più grande atto d'amore che ha fatto Dio è la creazione dell'Inferno, non ci ha condannati al Paradiso.

Qualche volta parlando coi ragazzi dico che Dio non poteva già pensare che fossimo sicuri: andavamo là e già tutto era fatto.

Sì il coniglio non va all'inferno, non pecca, ma va in padella; invece noi abbiamo la possibilità di fissare Dio, di amare Dio, questo è importante.

L'amore umano è bello, perché quella ragazza, quel ragazzo ti hanno detto di sì.

Perché potevano dirti di no.

Se fossero stati obbligati a dirti di sì, non sarebbe stato più bello.

È importante la gioia della conquista.

Dio vuole che lo conquistiamo, non vuole salvarci senza il nostro contributo, e questo è stupendo.

Qui abbiamo uno che si sta laureando, è importante che lui giunga alla laurea perché ha faticato, ha studiato alla domenica: invece di andare alla partita stava sui libri, invece di andare a ballare stava sui libri, sono scelte.

Adesso però … se a tutti avessero dato la laurea, cosa importa studiare.

Quando facevo scuola, i ragazzi mi dicevano, all'ultimo anno prima del diploma: "Perché ci interroga, siamo già maturi, siamo già adulti".

Benissimo, bravi, se io garantissi a voi la promozione, ecco il sessanta, alla fine dell'anno chi di voi aprirebbe il libro, chi sarebbe così cretino?

È perché rischi di essere bocciato, che ti metti a studiare, questa è la bellezza della vita, che conquisti con sudore.
È meglio un premio o un regalo? Il premio.

Provate a regalare ad un ragazzo un orologio d'oro.

Quanti ragazzi all'oratorio, sudano, per avere una medaglia da duecento lire.

L'orologio vale cinque milioni, la medaglia duecento lire, ma preferiscono la medaglia, che hanno conquistato loro.

Ecco, perché Dio vuole che collaboriamo alla conquista del suo amore, alla conquista del cielo, ecco perché è padre, non è un bambino.

Chi sono i bambini ?

I bambini sono quelli che, quando viene a casa il ragazzo della prima elementare e dice: "Papà fammi i compiti" lui si mette lì e gli fa i compiti.

Se suo padre avesse fatto così, lui non diventava ingegnere di sicuro, né sapeva fare due più due.

Suo padre, intelligentemente, quando lui studiava, spegneva la televisione e la radio e i compiti li faceva lui Dio vuole che i compiti li facciamo noi e alle volte i compiti sono difficili, qualche volta siamo bocciati.

Riprenditi, coraggio, vai avanti, ecco, ma devi sudare, devi sudare.

6) Le verità della fede

Ecco, ma se Dio è Padre, perché succedono tante cose brutte, non può intervenire, non può impedire, non poteva fermare quei tre aerei in America?

Certo che poteva, ma avrebbe violentato la nostra libertà, vi ho detto che il cromosoma divino è la libertà.

Un grande filosofo ha scritto: "Dio ha commesso un solo errore: ha fatto l'uomo libero".

Ha fatto sì che potessimo dire sì o no a Lui, questo è la grandezza dell'amore.

Ecco, genitori ,perché è importante che mandiate i vostri figli al catechismo, perché imparino cosa vuol dire amore di Dio, amore verso gli umani.

E siccome l'uomo è testardo, Dio ha mandato suo Figlio Gesù.

Cristiani vuol dire in Gesù Cristo morto e risorto.

La settimana scorsa abbiamo fatto un convegno di sacerdoti di Torino e ha parlato anche Don Franco Ardusso, il massimo teologo di Torino, il quale, alla Facoltà teologica, il primo giorno di scuola ai suoi ragazzi fa scrivere dieci righe: "Cosa vuol dire essere cristiani?".

Si scrivono tutte le cose meno quella importante, l'unica che sta in una riga: "Credo in Gesù Cristo morto e risorto".

Questo è il cristianesimo.

Credo in Gesù Cristo morto e risorto, allora attenti bene: noi adoriamo il Crocifisso, ma il Crocifisso che è risorto.

Adoriamo un Risorto, anche se per risorgere alle volte bisogna essere crocifisso.

Parlando di Gesù che risorge, diamo speranza ad un mondo senza speranza.

Il Vangelo e le letture di domani parlano del banchetto.

Dio ha preparato per noi un banchetto, dove non ci sarà più sofferenza, dolore e lutto, ma vita.

Qualcuno potrà arricciare il naso e dire: "Uh, come è banale".

Primo non è banale, perché parlava a gente che mangiava sufficientemente due volte all'anno, il pensare che ogni giorno poteva riempire la pancia era già molto.

Noi che siamo evoluti, non facciamo lo stesso?

Un matrimonio si festeggia con un banchetto, una laurea, un diploma, un anniversario: non è ciò che mangi e ciò che bevi, ma il clima che si crea, il clima.

Nel banchetto tutti ridono, scherzano, nessuno si accorge dei problemi; i problemi ci sono tutti, ma li si lascia fuori dalla porta.

Il banchetto, ecco un banchetto eterno: sofferenza, dolore fuori dalla porta per l'eternità.

In un mondo che non crede più nell'eternità, vive "carpe diem", sfrutta tutto quello che ci può dare l'oggi, il dire che il bello deve ancora venire è stupendo.

Noi insegneremo ai nostri bambini questo, che abbiamo bisogno di tenerezza e di amore e che abbiamo una Mamma: la Madonna.

Chiedo ai bambini: "Dici la preghierina alla sera, saluti la mamma?". "Sì!".

Come dai il bacetto alla mamma, dai un bacetto alla Mamma del cielo, dì una Ave Maria alla Madonna.

Chi ci dona questo? Lo Spirito.

Senza lo Spirito non riusciremo a fare niente, è lui il fuoco, è lui la luce, è lui che ci spinge, è la fortezza.

Ecco se siamo carichi, così senz'altro, trasmetteremo ai nostri ragazzi questo amore per il Padre, per il Figlio per lo Spirito e per Maria.

Il mio augurio è che impariate molto bene, che viviate molto bene il vostro cristianesimo, per trasmetterlo agli altri.

Arrivederci e auguri.