Lo stile della preghiera

16-11-2002

Don Mauro Agreste

Indice

1) La preghiera semplicemente letta
2) La preghiera è un'effusione del cuore
3) Catechista, persona di preghiera
4) Rivestire di parola i nostri sentimenti nei confronti di Gesu
5) Tipo del nostro legame nei confronti del Signore
6) Egli è l'onnipotente ed è il mio Signore
7) Egli è anche il salvatore e il redentore: concetti che si compenetrano
8) Spiegare tutte le parole
9) Egli ha fatto di me il figlio di Dio: ho per lui stupore, gratitudine, commozione
10) Lode pura
11) Cos'è Lui per me? Sette aspetti
12) "Che cosa hai dentro da tirar fuori"
13) Il giubilo
14) Libretto dei canti per esprimere stupore, gratitudine, adorazione
15) Forma mentis, struttura mentale
16) La grazia non fa quello che deve fare la natura, ma la completa
17) Il lettore della parola di Dio
18) Il profeta porta la sua parola
19) Profeta - attore
20) Atteggiamento del corpo nella preghiera
21) Schizofrenia spirituale
22) La messa in latino, confronto con quella in volgare
23) La speranza
24) Voi formatori siate d'esempio e aiutate le persone a crescere in tutti i campi

1) La preghiera semplicemente letta

Prima della riflessione, vorrei spendere qualche parola sul nostro stile di preghiera.

Ci troviamo in un gruppo eterogeneo, cioè che proviene dalle più diverse esperienze spirituali sia personali sia parrocchiali.

Ecco, allora, ci è stato proposto, e con buon frutto, questo schema di preghiera, che varia di volta in volta.

Però, non vorrei che ci venisse la tentazione di pensare che questa è la " preghiera", questa è una traccia di preghiera.

Io non so dirvi, qualche volta resto un po' perplesso, quando mi rendo conto, per esempio, che questa traccia di preghiera viene semplicemente letta,letta!

Ma penso che anche voi ve ne accorgiate. No?

C'è un enorme differenza tra una preghiera letta ed una preghiera pregata.

Quindi penso che valga la pena che si cominci a riflettere sul modo di interiorizzare proprio la preghiera, a partire, per esempio, dalle preghiere messianiche, quelle che sappiamo a memoria.

Le sappiamo talmente bene che la bocca va avanti da sola, senza aver avuto modo di riposarci su ciascuna di queste parole.

E ciò che è peggio , è il pensare che, alla fine di tutto questo, noi crediamo di aver pregato!

È vero o no?

2) La preghiera è un'effusione del cuore

Ma la preghiera non è un esercizio della lingua,la preghiera è un'effusione del cuore, come dice il Salmo.

"Effonde il mio cuore liete parole, la mia bocca è come stilo di scriba veloce.

Tu sei il più bello tra i figli dell' uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia".

Sono le parole dell'umanità rivolte al Figlio dell'Uomo.

Ma sono anche le parole che il Figlio dell'Uomo rivolge a tutti gli uomini, quando hanno ricevuto il dono dello Spirito.

3) Catechista, persona di preghiera

Allora penso che, come abbiamo insistito svariate volte, e continueremo a farlo, il catechista è, prima di tutto, una persona di preghiera autentica.

Allora vale forse la pena che ci si soffermi a riflettere su questo punto.

Quando io dico, Leandro dice , e gli altri insistono ecc., ma tutti noi ne siamo profondamente convinti, credo di sfondare una porta aperta, quando noi tutti diciamo che il catechista deve essere una persona di preghiera.

In ogni caso non intendo dire che la sua preghiera deve essere lunga e pesante.

La preghiera è ,come dire, un indirizzo d'amore rivolto al Signore, quindi d'essere qualcosa di particolarmente intenso e di particolarmente genuino.

4) Rivestire di parola i nostri sentimenti nei confronti di Gesu

È qualche cosa che inizialmente partirà dalla nostra psiche, cioè da uno sforzo individuale di rivolgere l'attenzione al totalmente altro, cioè a Dio.

Ed effondere a Lui liete parole, cioè rivestire di parole il nostro sentimento nei suoi confronti.

Questo è proprio il punto nodale.

Guardate che cosa ho detto: rivestire di parole il nostro sentimento nei suoi confronti.

Questo implica una marea di cose. Perché?

Perché noi, in ogni caso, dovremmo prima di tutto renderci conto che sentimenti abbiamo nei confronti di Dio.

Allora forse possiamo cominciare a fare questo discernimento ( cioè capire quali sono i nostri sentimenti nei confronti di Dio), per esempio, esaminando o facendo attenzione alle cose, che noi diciamo al Signore, nella nostra preghiera mentale; cioè quando non usiamo la preghiera mnemonica, non usiamo le tracce di preghiera, non usiamo i salmi.

Che cosa diciamo in quel momento al Signore?

5) Tipo del nostro legame nei confronti del Signore

Allora, da come ci si rivolge al Signore, si ha la possibilità di intuire il tipo del nostro legame nei suoi confronti.

Esempio: siamo convinti che Dio è l'onnipotente, che lui può tutto.

Allora cosa facciamo, quando preghiamo?

Gli chiediamo una marea di cose.

Non è sbagliato, in fondo significa riconoscere che Egli è l'onnipotente.

Però non vi pare che, facendo in questo modo, noi focalizziamo l'attenzione solo su uno di tutti gli aspetti eterni e infiniti che si riferiscono a Dio?

6) Egli è l'onnipotente ed è il mio Signore

Egli è l'onnipotente, ma è anche il Signore!

Se egli è il Signore, allora io mi accorgo che mi sottometto alla sua signoria, quando?

Quando io riconosco che le sue parole sono giuste, che i suoi insegnamenti sono veri, che i suoi comandamenti sono validi e, quindi, mi accorgo che lo riconosco non solo come il Signore, ma come il mio Signore, quando mi sottometto a lui.

E quindi riconosco amaramente tutte le mie defezioni, le mie fughe.

Vedete, c'è già un altro aspetto.

7) Egli è anche il salvatore e il redentore: concetti che si compenetrano

Però Egli non è solo l'onnipotente ed il Signore, è anche il Salvatore.

Quindi se è anche il Salvatore, devo sapere se dentro di me ho dei sentimenti di gratitudine nei suoi confronti, per quello che lui ha fatto per me.

Perché Egli non ha guardato la mia miseria, ma mi ha preso così come sono, non ha guardato il mio peccato, ma mi ha amato prima di ogni altra cosa.

Vedete che è una preghiera eminentemente biblica, sapete perché?

Perché nella Lettera di Giovanni, ( 1 Gv 4,8 ) si dice proprio questo: "Dio è amore, in questo sta l'amore.

Non siamo stati noi ad amare Lui per primi, ma è Lui che ci ha amati per primo, in questo sta l'amore".

Quindi ci saranno dei sentimenti di gratitudine, perché Egli è il Salvatore.

Ma Egli è solo il Salvatore?

Egli è anche il Redentore, il mio Redentore e dobbiamo sapere se abbiamo un concetto del significato di questa parola, oppure no!

8) Spiegare tutte le parole

Molti di voi stanno facendo catechismo, altri lo faranno.

Vi prego di tenere conto di quello che vi dirò.

Sembra una banalità, ma è tutt'altro che una banalità.

Vi prego di tenere bene in mente le parole che vi dirò adesso.

Impegnatevi a spiegare le parole che usate, perché si danno per scontate le parole, poi i concetti non ci sono: Salvatore e Redentore noi li confondiamo, ma non sono la stessa cosa!

Redentore indica, nel linguaggio teologico, la pienezza del disegno di Dio, cioè Dio ha portato a compimento il progetto della creazione con l'Incarnazione.

Pazzesco!

Dio si fa uomo, senza smettere di essere Dio, ma facendo in questo modo porta alla pienezza l'opera della creazione di Dio, perché non voleva creare dei servi, ma dei figli!

9) Egli ha fatto di me il figlio di Dio: ho per lui stupore, gratitudine, commozione

Quando il Verbo si fa carne, alza il livello della carne alla santità di Dio.

Questo è il secondo lato della stessa medaglia dell'incarnazione: Dio si fa uomo senza smettere di essere Dio e l'uomo viene innalzato alla dignità divina senza smettere di essere uomo!

Avete capito che c'è un corrispettivo?

Allora Salvezza e Redenzione sono due concetti che si compenetrano: non sono la medesima cosa, anche se si richiamano fortemente tra di loro.

Quindi che sentimento io ho quando penso che lui è il mio Redentore, cioè ha fatto di me una cosa unica con una dignità pazzesca.

Che se io pensassi che cosa significa che Egli ha fatto di me il figlio dell'Onnipotente, allora dentro di me devono sorgere altri tipi di sentimenti.

Quali tipi di sentimenti sorgono se io mi metto a riflettere su questo concetto?

Stupore, grandiosità, magnificenza, commozione, gratitudine, lode! Dio è tutto questo!

10) Lode pura

Non possiamo dire che la nostra preghiera è assolutamente pura, fin quando non giunge alla lode.

Allora usiamo questo piccolo trucchetto, fatto per capire cosa significa la parola "lodare".

Spezzettiamo la parola in due: lo - dare, dare a lui.

Che cosa dai a lui?

Tutto ciò che ti sei preso tu come essere umano.

Tu ti sei preso la sua gloria, ti sei preso la sua potenza, ti sei preso la sua generosità e te ne sei impadronito.

Quando? Nel giardino dell'Eden.

Allora tu hai preso la realtà che Dio aveva donato generosamente a te, te ne sei impossessato per non dipendere da lui.

Ecco: lodare significa fare il movimento contrario, restituire tutto a lui, fino al punto di non possedersi più.

Quando una persona è tutta lode allo stato puro, è una persona assolutamente libera.

Cosa vuol dire libera?

Che non si lascia condizionare dal denaro, dalla salute, dalla carriera, dalla fama, dagli applausi, oppure dall'emarginazione.

La persona che è lode pura è simile a una lampada del Santissimo, silenziosa, discreta, ma costante.

La persona che è lode pura assomiglia al granello d'incenso, che tutta la sua vita si esprime semplicemente nel consumarsi, non solo, ma nell'effondere un profumo divino.

Allora "dare a lui ", "lodare" implica che ci sia attenzione e sensibilità nei suoi confronti da parte mia.

11) Cos'è Lui per me? Sette aspetti

Capite: sono 7 punti per rendermi conto di che cosa sia Lui per me in tutto questo immenso orizzonte.

E Lui è veramente tutto questo!

Di fronte a questo disegno magniloquente, non può che scaturire un'espressione di lode pura, di ringraziamento, di stupore, a volte di silenzio, di quel famoso silenzio, che è pieno di Dio, non che è pieno di altri pensieri o pieno di vuoto.

Il silenzio nei confronti di Dio, è un silenzio pieno di Lui.

Perché pieno di Lui?

Perché la contemplazione di ciò che Egli è, e per un dono divino ti concede di intuire, vagamente, questa enormità di significati, ti lascia talmente stupefatto, che ti mancano le parole per esprimere quello che tu hai dentro.

12) "Che cosa hai dentro da tirar fuori"

Allora ti rendi conto, veramente, che la preghiera è rivestire di parole quello che tu hai dentro.

Allora ritorniamo alla domanda di origine: "Che cosa hai dentro?"

Devi scoprirlo, devi diventare cosciente, allora sì posso accettare il silenzio, ma un silenzio carico di adorazione, un silenzio carico di maestà, un silenzio carico di gloria: il silenzio dell'onnipotenza presente qui, in mezzo a noi.

13) Il giubilo

Su questo silenzio e su questo grande itinerario, si inserisce la tradizione della Chiesa, che, a partire dai primi secoli, ha sempre fatto questa esperienza, che è l'esperienza della lode, dell'adorazione, che si esperimenta per i primi cinque secoli, con l'esperienza del giubilo.

Del giubilo parla S. Agostino nel commento al Sal 32 e Sal 64; facendo il paragone di quello che facevano i contadini, quando andavano a mietere le messi.

La loro gioia era grande, perché dicevano che dopo un anno di lavoro, per quello che abbiamo faticato, potevano raccogliere il frutto.

E S. Agostino si esprimeva dicendo: "Ecco com'è la gioia di questi contadini, che, per l'ebbrezza della pienezza della gioia, non hanno più parole per esprimere ciò che sentono dentro.

Si esprimono allora in un canto melodioso privo di parole".

Tutto questo è l' esperienza, che nella Chiesa si chiama giubilo - jubilum.

Nei canti gregoriani e nei canti della polifonia, possiamo dire che, fino al concilio, spesso vi erano dei mottetti che riportavano questa parola "jubilate Deo" giubilate in Dio.

Adesso è rimasto solo più un canto dove si parla di questo: "la creazione giubili insieme agli angeli".

E gli uomini no? Dov'è il giubilo degli uomini?

Il giubilo degli uomini è questa espressione d'amore, che è un fiume dirompente, una cascata, che si apre dentro il cuore di tutti coloro che hanno contemplato la bellezza della maestà e della gloria di Dio, per cui che cosa accade?

Accade che la persona non ha più parole umane per potersi esprimere al Signore.

Ed ecco, fiorisce nuovamente questo dono, che è dono dello Spirito Santo, che è dono di preghiera, che si chiama giubilo.

Ora, la parola giubilo, in italiano non viene molto compresa.

E allora è stato tradotto, teologicamente, come "canto in lingue".

Fa parte dell'esperienza cattolica, fa parte dell'esperienza della Chiesa.

Non fa parte di un' espressione marginale o di certi tipi di espressione, che nella Chiesa vengono chiamati carismatici.

Questa è spiritualità cattolica, questo è insegnamento della Chiesa cattolica.

Quindi bisogna stare molto attenti a rendersi conto che tutto fa parte di un grande movimento, in cui vi è questa compenetrazione tra l'umanità, che cerca Dio, e Dio che è chinato verso di essa.

14) Libretto dei canti per esprimere stupore, gratitudine, adorazione

A questo proposito, spero abbiate trovato che nelle prime pagine del libretto rosso dei canti, a titolo esemplificativo, sono stati riportati alcuni titoli semplici, quali "Apri il tuo cuore alla lode". Perché?

È chiaro: per camminare non c'è nessun altro modo per imparare, se non cominciando a camminare.

Non esiste altro modo per imparare a parlare, se non parlando e a nuotare se non nuotando e così via.

Perciò, per ogni cosa che è parte di una attività umana, non vi è che l'esercizio; cioè il sottomettere tutto ciò, che fa parte della natura umana, ad un principio con un fine da raggiungere.

E così, in modi esplicativi sono state suggerite semplicemente delle espressioni, che sono state raggruppate sotto diversi titoli: "Apri il tuo cuore alla lode" e c'è una serie di tanti motivi, per cui soffermarsi per lodare e benedire il Signore.

Per esempio: "Apri il tuo cuore all'adorazione", quando si fa una visita al Santissimo Sacramento.

Oppure quando tu, nel segreto della tua camera, ti ritiri per adorare il Signore.

Altro titolo "Apri il tuo cuore alla conversione" e così di seguito all'invocazione allo Spirito Santo, al ringraziamento, alla domanda, al dono.

Queste sono semplicemente delle tracce, come dire dei canovacci.

Qualcosa che può nutrire la nostra mente per creare una struttura mentale.

15) Forma mentis, struttura mentale

Come si dice struttura mentale in latino?

Forma mentis.

La forma mentis è entrata nel nostro modo comune di parlare.

Però noi pensiamo cosa significa la forma mentis?

Vuol dire una struttura mentale, una struttura di pensiero.

Quando penso e agisco in questo modo c'è una logica.

Se io ho criteri mondani, quindi, non lo so, sono un fisico nucleare, allora ho abituato la mia mente a pensare tutto in funzione di: ipotesi, esperimento, legge.

E tutto funziona secondo questo criterio, persino il mio approccio con Dio.

Allora io devo anche conoscere le mie strutture di pensiero, le mie strutture mentali.

Allora qui bisogna che noi impariamo o desideriamo creare una nuova struttura mentale, senza gettare via quello che abbiamo acquisito nel corso degli anni come esperienza, come educazione, come tutto ciò che viene a noi attraverso l'esperienza socio-culturale, in cui noi siamo inseriti.

È invece proprio una struttura che si inserisce sulla nostra base umana.

16) La grazia non fa quello che deve fare la natura, ma la completa

Cosa dice un principio della teologia?

Dice questo:la grazia, cioè l'azione dello Spirito Santo, non fa ciò che deve fare la natura, ma porta alla completezza ciò che trova nella natura.

Per dirlo in parole semplici lo Spirito Santo non farà quello che devi fare tu, però egli agirà in base a ciò che tu gli darai a disposizione.

Per questo è molto importante che, unitamente al cammino spirituale, che facciamo tutti i sabati attraverso la formazione dei catechisti, proprio in questa meditazione mattutina è importante che ci sia anche tutto ciò che riguarda l'aspetto culturale.

Perché noi abbiamo bisogno di arricchire la nostra natura umana, perché quanto più materiale abbiamo,tanto più lo Spirito Santo ci può usare bene ed efficacemente.

Diciamolo con un'altro esempio: noi facciamo fuoco con la legna che abbiamo.

Se abbiamo legna di tipo scadente, ecco brucerà subito, non scalderà, farà una gran fiammata e basta.

Se abbiamo una legna di tipo pregiato, ecco il nostro fuoco durerà scalderà e produrrà molto.

Cosa significa tutto questo?

Che noi facciamo questo cammino non semplicemente per avere un attestato, che ci dica: "ecco ho frequentato tutto il mio corso ", ma perché noi prendiamo sul serio il cammino spirituale del cristiano.

Il cammino del cristiano significa lavorare su me stesso affinché il Signore, con la potenza del suo Spirito, possa continuare ad agire, in questo tempo, attraverso di me.

Ma è Lui che agisce in base a ciò che gli dò a disposizione di me stesso.

Allora avete capito questo discorso della preghiera che non era previsto stamattina.

17) Il lettore della parola di Dio

Ho sentito fortemente che dovevo condividere con voi questo ampio discorso: non può essere relegato su un dovere da compiere o, tanto meno, su frasi anche ad effetto che noi pronunciamo.

C'è un enorme differenza tra un lettore della Parola di Dio, che abbia fatto dei corsi di dizione e un lettore della Parola di Dio, che anche non avendo fatto dei corsi di dizione, proclami la Parola di Dio pensando a ciò che dice, pensando a chi lo dice e pensando che è Dio che lo sta dicendo a questa gente, in questo momento.

In una parola c'è un'abissale differenza tra un attore e un credente.

Un'abissale differenza

Certo darà tutte le inflessioni giuste, gli accenti giusti, le pause giuste, e sono cose che noi dobbiamo imparare, perché fanno parte della natura umana, quindi sono di nostra competenza: curare la pronuncia, curare gli accenti, curare le pause ecc.

Ma non ci si può basare o non ci si può concludere lì la preparazione, per esempio, della proclamazione della Parola di Dio.

Deve essere una proclamazione profetica.

Proferire, cioè portare a favore di….

18) Il profeta porta la sua parola

Sei un profeta: il profeta chi è?

È quello che ascolta Dio e porta agli altri, ciò che Dio dice.

Quindi il lettore della parola di Dio non può essere semplicemente uno che sa leggere.

Si inizierà in questo modo, ma deve essere uno che sa leggere e che prega la parola di Dio, cioè si mette in adorazione e dentro di sé dice: "Ma il Signore vuol dire queste frasi a tutto il popolo di Dio, in questa chiesa gremita di gente che è davanti a me".

Allora, se è il Signore che lo vuole dire, io devo essere molto attento sul come io porterò questa sua parola, che non è la mia, come proferirò questa parola.

E quindi proferire, profetizzare, portare Dio davanti a tutti attraverso la sua parola.

Vedete che c'è un abissale differenza.

L'esecuzione, esternamente può sembrare la stessa cosa, ma è tutt'altra cosa.

Quando vi accorgete che, per esempio, un lettore fa il profeta?

Quando mentre legge voi siete colpiti dalle parole che sta dicendo, e vi trovate là dove c'è la descrizione di quel brano.

Lo vedete, anzi non vedete più intorno a voi, ma vi sentite lì dentro.

19) Profeta - attore

Da che cosa invece distinguete un profeta da un attore?

Dal fatto che dell'attore voi ricorderete l'impostazione della voce, la perfezione della dizione e tutto quello che fa parte della solennità del momento.

Ma non sarete entrati lì,dentro la parola.

Quindi abbiate in voi anche il modo per fare discernimento, per imparare a distinguere anche su voi stessi.

Registratevi.

Una domenica il parroco vi chiede di leggere; tu lo sai prima, ma chiedi a qualcuno che ti registri.

Non per farti bello, ma per imparare e vedere se, mentre tu proclami la Parola di Dio, veramente si vede che tu stai pensando quello che dici, che ci credi e che stai adorando il Signore in quel momento.

Allora bisogna veramente che ci rendiamo conto che il catechista non è limitato all'ambito della catechesi.

Il catechista è il cristiano, che estende a tutti gli ambiti della propria esistenza questa esperienza sconvolgente, meravigliosa della presenza di Dio.

Presenza di Dio.

20) Atteggiamento del corpo nella preghiera

Non si può distinguere da tutto questo anche l'atteggiamento del corpo.

Per questo stamattina io vi ho fatto girare, vi ho fatto guardare, perché vi poteste rendere conto di come si sta pregando.

Se io ve lo dico potreste anche non crederci, ma se vi guardate, a un certo momento ve ne renderete conto.

Esempio "la pace del Signore sia sempre con voi", "scambiatevi un segno di pace".

Come si scambia la pace la gente.

Fatemi una scena. Avete capito?

Eppure non è la tua pace che tu stai dando a quell'altra persona, è la pace di Dio, che tu stai dando a un altro.

Vi rendete conto della difficoltà?

Il cristiano è uno che prende sul serio la parola della liturgia, allora tu non puoi dire una cosa con la bocca e farne un'altra con il corpo.

Non puoi dire "lodate Dio, schiere beate" strascicando la voce.

Non puoi fare una cosa di questo genere, va fuori dalla Chiesa, vergognati!

Non puoi. Perché Dio o lo lodi con il sorriso, o lo lodi con la pienezza della tua voce, oppure vuol dire che non hai più forza.

21) Schizofrenia spirituale

Bisogna bandire la schizofrenia spirituale, bisogna veramente, non si può cantare "Alleluia" (strascicando).

Lodate tutti Dio! vuol dire Alleluia ( Ihavé).

Allora vi renderete conto "tuo è il regno, tua è la potenza e la gloria nei secoli" …

Ma che cosa hai detto!

Appena il sacerdote ha finito di dire che noi siamo nell'attesa della beata speranza, cioè che ritorni Gesù Cristo, cioè il sacerdote dice che noi tutti stiamo aspettando con ardore la fine del mondo.

Meno male che la gente non se ne accorge , perché non si rende mica conto che il sacerdote ha appena detto "Signore, ma vogliamo la fine del mondo, ma quando finisce sto mondo, quando torni tu?".

Perché se la gente se ne accorgesse, sicuramente uscirebbe dalle Chiese.

"Io, fine del mondo? No, no lascia che ci stia!"

Allora dici "tuo è il regno, tua è la potenza, e la gloria dei secoli….

In che modo lo dici?

" Mistero della fede, annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua Resurrezione, di nuovo, nell'attesa della tua venuta" in ginocchio.

Che senso ha?

L'annuncio non si fa in ginocchio, la proclamazione non si fa con la testa china e l'attesa non è certamente un atteggiamento di contemplazione, ma è un atteggiamento con il viso rivolto verso l'alto.

22) La messa in latino, confronto con quella in volgare

Allora vedete.

Noi parliamo in italiano, ma forse era meglio se la messa restava in latino, perché almeno eravamo giustificati.

Però c'è da dire una cosa, che quando una volta la messa era in latino, tutti avevamo il loro libretto con il latino da una parte e l'italiano dall'altra.

Quindi tutti quelli che volevano, sapevano esattamente che cosa stava succedendo in quel momento.

Prendetevi un librettino da messa di prima del Concilio; ogni parte della messa era spiegate.

Quando il sacerdote dice: "Introibo ad altare Dei", vuol dire questo, questo e quell'altro.

Quindi la preparazione liturgica, sotto certi aspetti era più profonda, più popolare, se vogliamo.

Però con la scusa che adesso la messa è in volgare, come tutto il resto della liturgia, non possiamo pensare che, per il semplice fatto che la messa è in italiano, noi abbiamo capito tutto, perché i fatti dimostrano il contrario.

23) La speranza

Allora vedete, il tema "il grande fiume della preghiera" coinvolge tutta l' esperienza del cristiano, perché il cristiano è l'uomo di preghiera; il catechista è il cristiano di esempio agli altri, è il cristiano che è di esempio agli altri cristiani.

Questo significa che tutta la sua vita è espressione di speranza.

Che cosa caratterizza la vita del cristiano?

La speranza.

La speranza non è da confondere con la speranza umana "oh….speriamo che succeda così".

Avevano fatto anche quel libro, prendendo in giro le incongruenze italiane dei bambini "Io speriamo che me la cavo".

Però guardate che quando voi parlate della speranza ad una persona, io non so se hanno la concezione cristiana, teologica del significato di speranza o se hanno dentro di loro il significato semplicemente umano, comune "Speriamo che vada così".

La speranza cristiana è una certezza, è la certezza che ciò che Dio ha premesso si realizza.

La speranza è il fondamento della fede.

C'è un aneddoto: la fede, la speranza, e la carità sono tre sorelle che vanno a spasso.

La fede e la carità sono due sorelle grandi e adulte, la speranza è piccolina e tutti, mentre le vedono passare dicono: "oh guarda la fede e la carità che portano a spasso la speranza".

Ma nessuno si accorge che in realtà è la speranza che si tira dietro le altre due.

24) Voi formatori siate d'esempio e aiutate le persone a crescere in tutti i campi

Tutto questo è per sottolineare l'estrema urgenza che i formatori, che siete voi, siate di esempio in tutti i campi della vita, eminentemente nel campo spirituale.

Quindi, mi raccomando, bisogna imparare a non farsi dominare, per esempio, dal rispetto umano.

Voglio concludere.

Canto di offertorio "le mani alzate".

Quanti alzano le mani?

C'è scritto le mani alzate verso te!

Liturgia delle lodi o dei vespri

Alzerò le mie mani ecc. ecc.. ". Va bene.

Nella liturgia codificata ci sono alcuni atteggiamenti; però se io non posso atteggiarmi fisicamente in quel modo, però interiormente sì che lo posso fare.

Bisogna che noi si abbia una consapevolezza che tutto di noi deve partecipare a quello che esce dalla nostra bocca.

Se non succede, attenzione, campanello d'allarme, schizofrenia spirituale in atto.

Dobbiamo rendercene conto; e non vuol dire niente che non l'abbiamo mai fatto prima; non l'abbiamo mai fatto prima semplicemente perché non ci abbiamo pensato, mica per malizia.

Sarebbe grave che uno lo facesse con malizia: guardate che io non dico tutto questo per colpevolizzare qualcuno, sia ben chiaro.

Io sto dicendo tutto questo perché siete dei formatori, quindi dovete avare una sensibilità un'attenzione cento volte più sviluppata, perché dovete aiutare gli altri a crescere su quello che è l'unità della persona umana nei confronti dell'adorazione che si deve a Dio.

Sia lodato Gesù Cristo.