La celebrazione del Matrimonio

Scheda N° 41

Nel rito latino, la celebrazione del Matrimonio tra due fedeli cattolici ha luogo normalmente durante la Santa Messa, a motivo del legame di tutti i sacramenti con il Mistero pasquale di Cristo.

Nell'Eucaristia si realizza il memoriale della Nuova Alleanza, nella quale Cristo si è unito per sempre alla Chiesa, sua diletta sposa per la quale ha a dato se stesso.

È dunque conveniente che gli sposi suggellino il loro consenso a donarsi l'uno all'altro con l'offerta delle proprie vite, unendola all'offerta di Cristo per la sua Chiesa, resa presente nel sacrificio eucaristico e ricevendo l'Eucaristia, affinché, nel comunicare al medesimo Corpo e al medesimo Sangue di Cristo, essi " formino un corpo solo " in Cristo.

"In quanto gesto sacramentale di santificazione, la celebrazione liturgica del matrimonio .. deve essere per sé valida, degna e fruttuosa ".

Conviene quindi che i futuri sposi si dispongano alla celebrazione del loro Matrimonio ricevendo il sacramento della Penitenza.

Nella Chiesa latina, si considera abitualmente che sono gli sposi, come ministri della grazia di Cristo, a conferirsi mutuamente il sacramento. ( CCC 1621 - 1623 )

Effetti sacramentali del Matrimonio

Gli effetti sacramentali del matrimonio cristiano sono :

a) La consacrazione dell'unione naturale, che, santificata dalla grazia, acquista un carattere soprannaturale e, di conseguenza, una speciale fermezza;

b) L'aumento, negli sposi, della grazia santificante, poiché il matrimonio è un sacramento dei vivi;

c) L'infusione della grazia sacramentale, che consiste nel diritto alle particolari grazie perché gli sposi adempiano fedelmente i gravi e molteplici doveri della loro sublime missione:

tale grazia sacramentale è come il regalo di nozze che gli sposi ricevono dalle mani di Gesù.

È anche da rilevare che il sacramento del matrimonio, come quello della SS Eucaristia, non è solo sacramento nell'istante in cui si compie, ma perdura in un certo senso, anche dopo.

È difatti un sacramento permanente e, finché gli sposi sono in vita, la loro unione resta un mistico segno di grazia.

L'annullamento del matrimonio

L'annullamento del matrimonio ha luogo quando il matrimonio, per vizio di forma o di consenso o per qualche impedimento dirimente, non sia stato contratto validamente.

In tal caso, si tratta di matrimonio inesistente e la sentenza dell'autorità Ecclesiastica non è di " annullamento ", ma di " dichiarazione di nullità ".

Il divorzio

Oggi, in molti paesi, sono numerosi i cattolici che ricorrono al divorzio secondo le leggi civili e contraggono civilmente una nuova unione.

La Chiesa sostiene, per fedeltà alla parola di Gesù Cristo ( " Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei;

se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio " Mc 10,11-12 ), che non può riconoscere come valida una nuova unione, se era valido il primo matrimonio.

Se i divorziati si sono risposati civilmente, essi si trovano in una situazione che oggettivamente contrasta con la legge di Dio.

Perciò essi non possono accedere alla Comunione eucaristica, per tutto il tempo che perdura tale situazione.

Per lo stesso motivo non possono esercitare certe responsabilità ecclesiali.

La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell'Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnati a vivere in una completa continenza. ( CCC 1650 )

Per la liceità del matrimonio cristiano si richiede:

a) Che gli sposi siano in grazia di Dio, poiché il matrimonio è un sacramento dei vivi;

b) Che siano sufficientemente istruiti nella dottrina cristiana;

c) Che siano immuni da ogni impedimento impediente;

d) Che osservino tutte le prescrizioni della Chiesa relative alla celebrazione del matrimonio.

Gli impedimenti impedienti sono quelli che rendono il matrimonio solo illecito, ma non invalido: tale ad esempio, il voto semplice di verginità, quello di abbracciare lo stato religioso, ecc.

L'apertura alla fecondità

" Per sua indole naturale, l'istituto stesso del matrimonio e l'amore coniugale sono ordinati alla procreazione e alla educazione della prole e in queste trovano il loro coronamento ".

I figli sono il preziosissimo dono del matrimonio e contribuiscono moltissimo al bene degli stessi genitori.

Lo stesso Dio che disse: " Non è bene che l'uomo sia solo " ( Gen 2,18 )

e che " creò all'inizio l'uomo maschio e femmina " ( Mt 19,4 ),

volendo comunicare all'uomo una certa speciale partecipazione nella sua opera creatrice, benedisse l'uomo e la donna, dicendo loro:

" Crescete e moltiplicatevi " ( Gen 1,28 )

Di conseguenza la vera pratica dell'amore coniugale e tutta la struttura della vita familiare che ne nasce, senza posporre gli altri fini del matrimonio, a questo tendono che i coniugi, con fortezza d'animo, siano disposti a cooperare con l'amore del Creatore e del Salvatore, che attraverso di loro continuamente dilata e arricchisce la sua famiglia. ( CCC 1652 )