Geremia

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Capitolo 35

CEI 2008 - Audio - Interconfessionale

1 Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore nei giorni di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda:
2 « Va' dai Recabiti e parla loro, conducili in una delle stanze nel tempio e offri loro vino da bere ».
3 Io allora presi Iazanià figlio di Geremia, figlio di Cabassinià, i suoi fratelli e tutti i suoi figli, cioè tutta la famiglia dei Recabiti.
4 Li condussi nel tempio del Signore, nella stanza dei figli di Canàn figlio di Iegdalià, uomo di Dio, la quale si trova vicino alla stanza dei capi, sopra la stanza di Maasià figlio di Sallùm, custode di servizio alla soglia.
5 Posi davanti ai membri della famiglia dei Recabiti boccali pieni di vino e delle coppe e dissi loro: « Bevete il vino! ».
6 Essi risposero: « Noi non beviamo vino, perché Ionadàb figlio di Recàb, nostro antenato, ci diede quest'ordine: Non berrete vino, né voi né i vostri figli, mai;
2 Re 10,15
7 non costruirete case, non seminerete sementi, non pianterete vigne e non ne possederete alcuna, ma abiterete nelle tende tutti i vostri giorni, perché possiate vivere a lungo sulla terra, dove vivete come forestieri.
8 Noi abbiamo obbedito agli ordini di Ionadàb figlio di Recàb, nostro antenato, riguardo a quanto ci ha comandato, così che noi, le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie, non beviamo vino per tutta la nostra vita;
9 non costruiamo case da abitare né possediamo vigne o campi o sementi.
10 Noi abitiamo nelle tende, obbediamo e facciamo quanto ci ha comandato Ionadàb nostro antenato.
11 Quando Nabucodònosor re di Babilonia è venuto contro il paese, ci siamo detti: Venite, entriamo in Gerusalemme per sfuggire all'esercito dei Caldei e all'esercito degli Aramei.
Così siamo venuti ad abitare in Gerusalemme ».
12 Allora questa parola del Signore fu rivolta a Geremia:
13 « Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Va' e riferisci agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Non accetterete la lezione, ascoltando le mie parole? Oracolo del Signore.
14 Sono state messe in pratica le parole di Ionadàb figlio di Recàb, il quale aveva comandato ai suoi figli di non bere vino.
Essi infatti non lo hanno bevuto fino a oggi, perché hanno obbedito al comando del loro padre. Io vi ho parlato con continua premura, ma voi non mi avete ascoltato!
15 Vi ho inviato tutti i miei servi, i profeti, con viva sollecitudine per dirvi: Abbandonate ciascuno la vostra condotta perversa, emendate le vostre azioni e non seguite altri dèi per servirli, per poter abitare nel paese che ho concesso a voi e ai vostri padri, ma voi non avete prestato orecchio e non mi avete dato retta.
Ger 7,13
Ger 25,4-7
16 Così i figli di Ionadàb figlio di Recàb hanno eseguito il comando che il loro padre aveva dato loro; questo popolo invece, non mi ha ascoltato.
17 Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti e Dio di Israele: Ecco, io manderò su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho annunziato contro di essi, perché ho parlato loro e non mi hanno ascoltato, li ho chiamati e non hanno risposto ».
18 Geremia riferì alla famiglia dei Recabiti: « Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Poiché avete ascoltato il comando di Ionadàb vostro padre e avete osservato tutti i suoi decreti e avete fatto quanto vi aveva ordinato,
19 per questo dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: a Ionadàb figlio di Recàb non verrà mai a mancare qualcuno che stia sempre alla mia presenza ».
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Abbreviazioni
35,1-19 Fedeltà dei Recabiti
Protagonisti di questo episodio sono i Recabiti, un clan israelita di cui si hanno poche notizie.
Da quello che qui si racconta, sembra avessero uno stile di vita nomade e si mantenessero fedeli a particolari tradizioni.
c 35 L'episodio dei recabiti si colloca alla fine del regno di Ioiakìm e nel momento in cui Gerusalemme sta per essere assediata la prima volta dai babilonesi ( 598 ):
a partire dal 602 le incursioni di bande armate in Palestina si susseguirono praticamente senza tregua ( cf. 2 Re 24,2 ).
Per questo motivo molti abbandonavano la campagna per rifugiarsi in Gerusalemme ( Ger 35,11 ).
35,4 uomo di Dio: significa qui, probabilmente, "profeta"; custode della soglia: un incarico all'interno della gerarchia sacerdotale, il terzo per ordine di importanza
( dopo il capo dei sacerdoti e il sacerdote in seconda ).
Addossate al muro del tempio sorgevano diverse stanze, a disposizione di sacerdoti e di membri della corte.
dei figli di Canàn: con TM; BJ con 1 ms ebr., 1 ms greco, arabo e Targum legge invece: « di Ben-Johanan ».
35,9 Il gruppo recabita rappresentava una reazione contro la civiltà urbana e un richiamo all'antica religione del deserto ( cf. Os 2,16+ ).
35,19 che stia sempre alla mia presenza: l'espressione designa ordinariamente il servizio cultuale del sacerdote, ma può anche applicarsi al semplice fedele.
Si sta alla presenza di Jahve finché si è tuttora viventi su questa terra