Giona

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Introduzione

Contenuti

A differenza degli altri libri profetici, Giona non contiene oracoli né visioni.

Non è nemmeno da classificare tra i libri che trasmettono ricordi "storici".

È piuttosto un racconto didattico, una novella, che ha per protagonista un profeta, Giona appunto, che si oppone alla missione affidatagli da Dio.

Si distingue dal contesto narrativo il c. 2, una preghiera simile ad alcune di quelle che si trovano nel libro dei Salmi.

La preghiera presenta Giona nel "profondo degli inferi" ( 2,3 ), cioè come morto, e poi liberato da Dio che gli ha ridonato la vita.

Per questo, nei vangeli, Gesù parla del "segno di Giona", per preannunciare la propria morte e risurrezione ( Mt 12,38-42; Lc 11,29-32 ).

Schema

Missione di Giona e suo rifiuto ( 1,1-16 )

Preghiera di Giona ( 2,1-11 )

Predicazione a Ninive e conversione dei suoi abitanti ( 3,1-10 )

Ira di Giona e misericordia di Dio ( 4,1-11 ).

Caratteristiche

Il libro di Giona è pervaso da un tono ironico, dovuto all'abilità narrativa dell'autore.

L'originalità dello scrittore sacro appare anche nella conclusione interlocutoria ( 4,10-11 ): si tratta di una domanda a cui il lettore è chiamato a rispondere.

Essa fa emergere l'universalità dell'amore e della misericordia di Dio.

Diventa così chiaro che la parola divina di condanna, anche quella rivolta ai popoli nemici d'Israele ( "Ninive sarà distrutta": 3,4 ), non mira tanto alla punizione, quanto alla conversione.

Origine

L'autore dello scritto non è certamente Giona, che ne è piuttosto il protagonista.

Alcuni indizi all'interno dell'opera fanno pensare che l'epoca di composizione sia tra il V e il IV sec. a.C.

Un profeta di nome Giona, figlio di Amittài, è ricordato nella Bibbia ( 2 Re 14,25 ), ma è difficile pensare che il libro sia una narrazione storica delle sue vicende; piuttosto l'autore potrebbe essersi liberamente ispirato a quella figura per costruire il proprio racconto.

È anche difficile stabilire con precisione le circostanze di composizione del libro.

Sembra, però, che esso intenda criticare posizioni di chiusura presenti tra gli Ebrei, preoccupati soltanto di preservare le proprie tradizioni; l'autore li inviterebbe a una missione nei confronti delle genti.

Commento di G. Rinaldi

Il piccolo libro che porta il nome di Giona, di carattere e stile narrativo, piano, di facile lettura, ha prestato il fianco a questioni insolite per un libro profetico: il carattere storico o meno del racconto che vi è contenuto.

Un certo Giona è mandato da Dio a Ninive per predicare la penitenza e la conversione.

Egli parte, ma per mare, mentre a Ninive dovrebbe andare via terra; inoltre va dalla parte opposta, perché gli dispiace che Dio possa perdonare all'odiata città pagana.

Dio fa sorgere una burrasca: i marinai, saputo che causa del comune pericolo è Giona, lo prendono e gettano in mare.

Un enorme pesce lo inghiotte: Giona si pente, prega e Dio fa rigettare Giona, dopo tre giorni, a riva.

Allora Giona eseguisce l'ordine di Dio: va a Ninive, prega e tutti gli abitanti con a capo il re si convertono e Dio risparmia alla città il castigo minacciato.

Giona ne soffre: ma Dio gli dimostra che il suo sentimento angusto è ingiustificato.

In questa tesi universalistica, stupendamente suggerita in tanti particolari del racconto, il libro raggiunge un livello dottrinale altissimo, degno veramente di ammirazione e ricco di spirito, anche per la meditazione individuale ( la conclusione: 4,11 ).

La complicazione critica nasce dal fatto che, a un esame condotto puramente sul testo, il racconto non mostra i caratteri di una azione o anche solo tradizione storica.

Ninive ha le dimensioni ingrandite di ciò che è passato ( 3,3 ), il suo re non è nominato ( 3,6 ), si ha l'impressione di indicazioni per antonomasia: Ninive è la roccaforte tipica del paganesimo, il centro della corruzione e della prepotenza.

A ciò si aggiunge tutta la impostazione dei fatti, che in ogni particolare manifestano lo scopo edificante e didattico.

D'altra parte, Giona è un personaggio storico, quasi dell'epoca di Amos ( 2 Re 14,25 ).

Inoltre l'uscita di Giona dal ventre del pesce dopo tre giorni è presa da Gesù a simbolo della propria risurrezione dopo i tre giorni di permanenza nella tomba ( Mt 12,38ss; Mt 16,1ss; Lc 11,29ss ) e in modo da appoggiare la verità del fatto futuro sulla verità di quello passato, di cui comunque gli uditori di Gesù non avevano certo il minimo dubbio.

Il fatto di Giona deve dunque avere un fondo storico che però nel libro viene ampliato ed esteso a un significato simbolico, come pare possa essere di alcune delle parabole dette da Gesù e come è anche in quei racconti allegorici ( sebbene il libro di Giona non sia allegorico ), che anche fuori della Bibbia sviluppano un fondo storico con elementi d'invenzione.

Conferenze

Don Federico Tartaglia

Libro di Giona

Don Claudio Doglio

Libro di Giona

Un profeta simbolo di morte e risurrezione

Un profeta ribele e disobbediente

Un profeta ostinato e chiamato a conversione

Enzo Bianchi

Libro di Giona

Don Fabio Rosini

Riflessioni sul libro di Giona

Daniel Attinger

Rut e Giona il sorriso di Dio

Paolo de Benedetti

Il segno di Giona

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